ELEZIONI REGIONALI. CLAMOROSO: potrebbero cambiare alcuni consiglieri eletti. Un effetto domino da Napoli che metterebbe in pericolo anche il seggio di Massimo Grimaldi
2 Ottobre 2020 - 18:51
CASERTA (G.G.) – Non c’è dubbio che i prossimi mesi saranno riempiti da una vera e propria messe di ricorsi presentati da molti dei primi non eletti delle liste in campo alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre scorsi.
I ricorsi non riguarderanno tanto la corsa delle preferenze, ma anche e soprattutto il computo dei voti di lista.
E questo per un motivo molto semplice: in quell’autentico manicomio della ripartizione dei resti, alcuni sono entrati grazie a una prevalenza dei quozienti circoscrizionali della propria lista nell’ordine di decimi, ne son addirittura centesimi di voto, che equivalgono a una manciata di voti, ovvero centinaia o addirittura decine.
Se abbiamo scritto questa cosa è perché da qualche ora, dai caotici lavori della commissione elettorale circoscrizionale di Napoli stanno emergendo alcune voci che avrebbero del clamoroso.
Intanto va detto subito che come quasi sempre è capitato, il risultato della provincia di Napoli non sarà completamente genuino neppure stavolta.
Ciò perché il tribunale non potrà mai venire a capo di certe incongruenze tra le schede assegnate in diverse sezioni e il numero di quelli che hanno votato realmente e il cui numero risulta dai documenti, dai verbali del seggio.
Quando parliamo di voti assegnati ci mettiamo dentro, per comodità, anche le bianche e le nulle, giusto per far capire che centinaia e centinaia di voti si sono letteralmente vaporizzati dentro a quei verbali.
Siccome da questa cosa non si esce, il presidente della Corte di Appello e il Prefetto di Napoli hanno espresso un parere formalmente non vincolante, ma comunque autorevole, servito alla commissione elettorale in opera al tribunale di Napoli per registrare i voti così come riportati nelle tabelle del Comune o nelle tabelle di scrutinio in assenza dei dati nelle copie di verbali che sono arrivati in tribunale completamente bianchi.
Detto questo e riaffermato che tutto ciò potrà trovare una migliore collocazione di legittimità solo se, per effetto di ricorsi, il Tar ordinerà di riscrutinare le schede nelle sezioni incriminate, e segnalato anche che i nomi dei presidenti delle stesse entreranno in una sorta di black list della Corte di Appello, torniamo alla voce clamorosa. il quoziente circoscrizionale della lista civica Per le persone e la comunità che ha appoggiato la candidatura di De Luca, ha ottenuto, nella circoscrizione di Napoli, un quoziente o cifra elettorale che dir si voglia, di 168,00%.
Tra le 5 circoscrizioni è il resto più alto di questa lista. Ma in prima battuta non è servito a far scattare il seggio in quel di Napoli, dove i resti hanno premiato liste diverse.
Attenzione, però: scorrendo l’elenco si vede immediatamente che questo 168,00 è migliore di altri quozienti che invece sono serviti ad eleggere il consigliere.
È il caso del 151,57% che ha espresso il 4° seggio dei Cinque Stelle a Napoli.
Ma anche Forza Italia, col suo 155,86% è riuscita a infilare, con un resto bassissimo, il 2° seggio, che doveva andare a un tal Francesco Cascone detto Franco, ma che è finito ad appannaggio di Stefano Caldoro per quell’altra diavoleria della legge elettorale che però, questa volta…basta, l’abbiamo spiegata cento volte.
La verifica dei verbali dei seggi della provincia di Napoli sta determinando, come del resto accade in tutte le province, anche perché oltre ai verbali i tribunali esaminano tutte le schede formalmente contestate dai rappresentanti di lista, delle modifiche delle cifre a tutti i livelli.
Dunque, sia di quelle relative al voto per il presidente, sia di quelle relative alle preferenze personali dei candidati, ma anche di quelle relative ai voti di lista.
Per carità, niente stravolgimenti, ma quando in consiglio regionale si entra o non si entra per qualche decimo o qualche centesimo di quoziente, anche questi piccoli spostamenti possono modificare la ripartizione.
Al momento, poi non sappiamo cosa succederà lunedì, quando i lavori continueranno, il simpatico Giuseppe Irace detto Peppe, più votato della lista Per le persone e la comunità, risulterebbe eletto, perché evidentemente questo resto di 168,00% o è cresciuto oppure si è giovato della diminuzione di qualche altro resto.
Al tribunale di Napoli sono arrivate notizie da quello di Salerno. Pagherebbe dazio il quoziente di 715,00% di Italia Viva, l’ultimo del partito di Renzi, visto che ad Avellino il più votato della Regione Alaia ha costruito un quoziente di 1217,00%, mentre il maddalonese Santangelo si giova dei 906,00% nella circoscrizione di Caserta.
Se Italia Viva perde il seggio a Salerno e la lista Per le persone e la comunità lo guadagna per il centrosinistra a Napoli, in un posto normale la partita sarebbe finita qui.
Eh no, perché il quoziente demografico attribuisce alla circoscrizione di Salerno 9 seggi e non 8 e a Napoli i seggi sono 27, non 28.
Quindi ne deve scattare uno nuovo a Salerno e deve cadere una testa a Napoli.
A Napoli la contesa sarebbe tra il 2° seggio di Forza Italia, quoziente ministeriale, cioè dati ufficiosi del Viminale, 155,96% e il 4° di Cinque Stelle che ha un quoziente di 151,57%.
Le indiscrezioni che arrivano dal Tribunale di Napoli e di Salerno parlano di un cambiamento piccolo dei numeri che porterebbe Forza Italia a diventare il peggior resto, cioè quello che dovrebbe far posto al buon Peppe Irace di Napoli nella ricostituzione del numero del quoziente demografico pari a 27 seggi.
Finito? No.
E Caldoro dove lo mettiamo? In teoria, stando sempre al quoziente ufficioso del Viminale, il candidato presidente sconfitto andrebbe a soffiare il seggio appena attribuito a Salerno.
Dunque, il buon Romano Ciccone detto Lello, che guida la lista delle preferenze, vivrebbe solo l’ebrezza di un secondo.
E tutto questo per la miseria di 1 sola unità del quoziente, un numero centesimale che si struttura in pochissime schede: come detto 541 a Salerno e 540 a Caserta, dove è stato eletto Massimo Grimaldi.
Quando abbiamo sostenuto che il seggio conquistato da Forza Italia nella nostra provincia è stato avventurosissimo ci riferivamo proprio a questo.
Non conosciamo la cifra ufficiale uscita dal lavoro del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per quanto riguarda Forza Italia.
Non sappiamo se sia superiore, inferiore o uguale a quella ufficiosa del Ministero.
E nemmeno abbiamo notizie, ma in quel caso il lavoro della commissione elettorale non è ancora terminato, dei voti di lista ufficiali di Forza Italia in provincia di Salerno.
Però, dato che lo scarto è minimo, possiamo concludere questo articolo dicendo che ci sono ancora 3 seggi in bilico, forse 4.
Quello per ora conquistato da Forza Italia a Napoli, che concorre con il 4° di Cinque Stelle per donare il sangue all’ottimo Peppe Irace, che invece lo conquisterebbe.
Poi c’è quello di Forza Italia a Salerno che scatterebbe qualora Italia Viva perdesse il suo, dato che la coalizione di De Luca, con l’ingresso di Peppe Irace, andrebbe a 33+1, il che è impossibile per legge.
Infine, qualora Forza Italia perdesse il suo seggio a Napoli, occupato temporaneamente da Stefano Caldoro, questi, che in consiglio ci deve entrare pure lui per legge, lo andrebbe a soffiare o a Salerno oppure a Caserta, dato che le cifre forziste in queste province sono veramente vicinissime.
Cero, se Caldoro fregasse il seggio a Massimo Grimaldi, ci troveremmo di fronte a un vero e proprio patricidio.