ELEZIONI&CAMORRA. La candidatura della nipote del boss Di Martino, blindata dalla presenza del reggente Salvatore De Santis davanti alle urne. L’incredibile storia della sostituzione del presidente di seggio, la scheda ballerina e il “volemose bene” di Parco Verde
7 Settembre 2024 - 12:20
Alla luce dell’arresto del De Santis e di quello che è stato scritto nell’ordinanza sulla sua diretta incidenza alle ultime elezioni, aggiungiamo noi a questo punto a favore della lista di Lusini e Caserta, dobbiamo riavvolgere il nastro e raccontare nel dettaglio ciò che è successo nell’ultima settimana. Si attendono segnali dalla Prefettura di Caserta
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TEVEROLA (G.G.) – Cristoforo Bortone, chi è costui? Sostanzialmente, niente di che. Un ex assessore, legato in corpo ed anima al ras della politica teverolese Biagio Lusini, che a un certo punto lo mise in freezer, donandogli però il posto non irrilevante di amministratore, o qualcosa del genere, del Piano di Insediamento Produttivo comunale, che a Teverola è stato sempre una cosa molto importante per il quattrino confluito e defluito in e da questo.
Ma Cristoforo Bortone è soprattutto il suocero di Guido Caramiello. Noi di Casertace ci siamo occupati poco, purtroppo, di tutto quello che è successo di incredibilmente grave durante i giorni delle ultime elezioni comunali di Teverola, svoltesi l’8 e 9 giugno.
Dobbiamo fare delle scelte editoriali rapportate alle risorse a nostra disposizione e, seppur con grande rincrescimento, siamo stati costretti a mettere da parte Teverola. Ma ora che l’ordinanza dei 56 indagati e dei 42 tra arresti e divieti di dimora, che ha colpito il clan Picca-De Martino, ha messo nero su bianco che De Santis, in pratica il numero tre del clan, arrestatissimo in questa ordinanza, essendo sostanzialmente il reggente del gruppo De Martino con il boss in carcere, ha partecipato – lo scrive la Dda, non noi di Casertace, attivamente alla campagna elettorale ed ha anche stazionato a lungo davanti ai seggi, non possiamo esimerci.
Magari sacrificheremo qualche click trascurando Comuni più grandi, ma questa cosa bisogna affrontarla.
Con tutto il rispetto per questa ragazza, Biagio Lusini che a nostro avviso resta il sindaco di fatto di Teverola, visto che Gennaro Caserta, primo cittadino formale, può essere considerato al massimo un vice-sindaco fattuale, ha candidato la nipote del boss Nicola Di Martino, precisamente la figlia del fratello, più che presumibile che l’attivismo di Salvatore De Santis sia stato legato alla promozione di questa candidatura.
Non siamo andati neppure a vedere il numero dei voti raccolti da questa candidata, ma fosse un solo voto o anche 3mila, c’è il fondato sospetto che questi consensi arrivino grazie o anche grazie alla camorra di Teverola.
Questo lo sosteniamo attivando una deduzione infilzata nel cemento di ciò che la Dda scrive nell’ordinanza sul ruolo di De Santis.
Abbiamo abbandonato per qualche periodo Caramiello, ma ora bisogna affermare che tutto ciò che il candidato sindaco Dario De Matteo ha enunciato anche al microfono di Geo Nocchetti del TgR Campania, assume una forza, un peso specifico ben diverso.
4 giorni prima delle elezioni dello scorso giugno, il presidente della sezione n.4 rinuncia al suo incarico. La legge afferma che quando c’è la rinuncia di un presidente, l’ufficio elettorale del Comune ne deve dare immediata comunicazione alla Corte d’Appello distrettuale, nel caso specifico quella di Napoli.
Il responsabile dell’ufficio elettorale, l’articolo 110 del Tuel Massimiliano Schiavone, confermatissimo da Gennaro Caserta, ha dimenticato evidentemente le dimissioni di questo presidente di sezione sulla propria scrivania.
Fatto sta che quando si è arrivati all’interno delle 48 ore precedenti all’apertura dei seggi, ossia in quell’area temporale di urgenza che consente al Comune di bypassare la procedura con la Corte di Appello e di nominare direttamente il sostituto, ciò è avvenuto.
Una sorta di rimpatriata del Parco Verde di Teverola, il quale è diventato ancora più celebre proprio alla luce dell’ordinanza già citata, perché nel Parco Verde si sviluppava tutto il meccanismo di coordinamento e anche di vendita degli stupefacenti, griffati Salvatore De Santis.
Il presidente Guido Caramiello ha abitato nel Parco Verde per tanti anni, ed è stato anche vicino di casa di Salvatore De Santis, salvo poi allontanarsi di circa un km quando ha sposato la figlia di Cristoforo Bortone, l’ex assessore di Lusini, l’amministratore del Pip, di cui pure si parla nell’ordinanza.
Al Parco Verde vive ancora, o comunque ha vissuto, il responsabile di diverse aree del Comune di Teverola, tra cui quella elettorale, Massimiliano Schiavone.
Non volgiamo scomodare Eduardo De Filippo, ma diciamocela tutta, il Parco Verde sta a quel Rione Sanità e, con tutto il rispetto per Caramiello e Schiavone, il sindaco di Parco Verde è stato fino al suo arresto, pochi giorni fa, il signor Salvatore De Santis.
Caramiello si insedia. C’è tensione perché De Matteo denuncia quelle presenze davanti al seggio. I Carabinieri arrivano, ma gli accrocchi si allontanano solo di qualche metro e la faccia di Salvatore De Santis resta ben visibile a ogni teverolese che si reca alle urne.
A un certo punto viene trovata una scheda in una cabina vuota della sezione n.4.
Non è una scheda di quella sezione, ma di un’altra. E qui Caramiello decide male: la prende e la “butta”, evidentemente frastornato, nell’urna delle elezioni europee.
Sussulti, proteste. Caramiello esce fuori dal seggio, viene visto confabulare con un paio di persone, rientra e si sviluppa l’unica motivazione prevista dalla legge, per la quale un presidente possa lasciare il proprio seggio, abbandonando la sua funzione. Si sente male.
Si accascia, fa chiamare il 118, viene messo in barella e se ne va. Alla sezione 4 arriva un terzo presidente. È una donna che dopo le 23 del 9 giugno comincia lo spoglio delle elezioni europee.
In quell’urna salta fuori la scheda dell’altra sezione e anche un’altra, stavolta della 4, delle comunali inserita erroneamente nello scatolone delle europee.
La presidente, che chiaramente a quel punto non può sbagliare, blocca lo spoglio e fa mettere a verbale questo fatto gravissimo, perché questa è una vera e propria scheda ballerina.
Un caso che somiglia a quelli che dettero la stura alla celeberrima indagine conclusasi con centinaia di arresti all’alba del 7 dicembre 2011.
A quel punto i Carabinieri intervengono, chiamano un magistrato della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Aversa-Napoli Nord, e la scheda viene sequestrata.
Chi ha portato la scheda di una sezione X nella sezione 4?
È possibile che questo sia avvenuto perché un numero di schede imprecisato era uscito dai seggi elettorali di Teverola per essere consegnato a persone che poi hanno votato per se stessi e anche per altri, che a votare non ci sono andati mai?
Questi interrogativi assumono forza, potenza, alla luce di quello che è stato scritto nell’ordinanza su Salvatore De Santis e alla luce dello strano malore che ha colpito il presidente-sostituto della sezione 4 Caramiello.
Non è che qualche persona che aveva in mano più schede da votare, acquisite fuori dal seggio, dopo il trafugamento delle stesse, abbia, per errore, preso la scheda di un’altra sezione rispetto a quella in cui si è recata a votare, lasciandola o dimenticandola poi nella cabina elettorale della sezione 4?
Sono tutte questioni che l’indagine, che a questo punto potrebbe essere stata trasmessa per competenza dalla Procura di Aversa Napoli Nord alla Dda, dovranno accertare.
Si dirà: ma se io vado a votare con 4 schede in mano, per me e per altri 3 congiunti impossibilitati, occorrerà registrare tra quelli che hanno votato tutti i nomi annotati in un apposito registro.
Della n.4 la stragrande parte di chi ha votato lo ha fatto senza mostrare il documento di identità perché la legge consente ai presidenti di non chiederlo in caso di conoscenza diretta dell’elettore. Per quanto riguarda i certificati elettorali, quelli possono essere ballerini esattamente come le schede. Aggiunti, associati, ovviamente in maniera furtiva, anche se l’elettore in questione non è presente. Si tratta di operazioni complicatissime. Ma Teverola, da quando abbiamo cominciato a occuparcene in maniera più o meno frequente, da 6-7 anni, non è un posto normale.
Abbiamo visto osare l’inosabile in procedimenti amministrativi volgarmente illegali, a partire dalla famosissima lottizzazione Schiavone, su cui purtroppo non è stata fatta ancora vera giustizia.
Inutile dire che seguiremo il corso degli eventi.