GUARDA IL VIDEO E LEGGI IL SUO POST. Delirio-De Luca. Prima afferma che “arriveranno” 20mila immigrati, poi parla di residenti insultando Salvini con tanto di occhiolino a Denis Verdini
2 Maggio 2020 - 11:15
CASERTA (gianluigi guarino) – Ma guarda un poco che ci tocca fare: difendere Matteo Salvini che abbiamo messo letteralmente in croce spiegando ai nostri lettori chi sono e, soprattutto, chi siano stati quelli che sta imbarcando in Campania nel suo partito. Nulla gli abbiamo risparmiato, pur riconoscendo che sulla politica fiscale afferma le cose giuste, quelle che servirebbero per risollevare un’economia, in special modo l’economia meridionale, che, falcidiata dalla disoccupazione, soprattutto giovanile, trova nel tentativo di tantissime persone di mettere in piedi una propria attività all’apertura di una partita iva, l’unico e, forse, estremo tentativo di dare un senso alla possibilità di costruire un’autentica comunità.
Faremo ogni sforzo, ma non sappiamo se riusciremo, per evitare, in questo articolo di seguire il Governatore De Luca sul terreno delle battute. E non perché non ne siamo capaci. Ci piacerebbe a riguardo partecipare con diritto di parola ad una seduta del Consiglio Regionale o a un confronto televisivo perché non ci sarebbe alcun problema “a mettere a copp” come si suol dire in dialetto, cioè a rilanciare battuta contro battuta.
Ma oggi occorre scrivere un articolo in cui i lettori possano immediatamente cogliere il senso, il significato di quello che è successo ieri sera. E se lui, il Governatore, distrae volontariamente il pensiero di chi lo ascolta con la consueta dose di cabaret, noi, che personaggi non siamo, abbiamo la necessità, anche se non possiamo garantire che resisteremo alla tentazione, di arrivare subito al punto.
In testa a questo articolo c’è un video che isola in maniera precisa il 51esimo minuto dell’ennesimo fluviale video-monologo di De Luca, il quale, se ci pensate bene, non ha mai sopportato il contraddittorio sin dai tempi in cui era sindaco di Salerno, quando si faceva intervistare, si fa per dire, da una compiacente persona di LiraTv la quale gli serviva un assist dietro l’altro, degli input diretti per la battuta o per tutto ciò che era stato concordato prima di quelle trasmissioni.
Oggi è lo stesso. Anzi, anche peggio. Dopo aver occupato 30 minuti, non per dibattere con i consiglieri regionali, ma per avere l’ultima parola nell’ultimo non replicabile intervento nel consiglio dell’altro ieri, il Governatore, uscito evidentemente insoddisfatto, ha voluto rifocillarsi facendo ricomparire quello streaming in Facebook che chissà perché, per due giorni consecutivi, non era stato possibile attivare, affinché i campani potessero assistere, in spirito di vera democrazia, alla citata seduta del consiglio regionale.
Un’ora secca durante la quale ha dedicato qualche secondo, attorno al 51esimo minuto, alla storia di lavoratori stranieri.
Testuale del presidente della Regione, con ampia facoltà di verifica nel video che pubblichiamo: “Arriveranno da lunedì 20mila extracomunitari sul litorale domizio e, credo, nella piana del Sele, che potranno andare a lavorare in aziende”.
A conclusione della sua esternazione, tutti i giornali, a partire naturalmente dal nostro, hanno pubblicati titoli che riproducevano fedelmente la lettera e il senso evidente di questa frase. Da qui ci sono state le prime reazioni, a partire da quella della Lega. Qualcosa avrà detto direttamente Salvini, ma soprattutto c’è stata una presa di posizione del coordinamento regionale (clicca qui per leggere). Il partito di Salvini, attenendosi scrupolosamente, come avevano fatto in tutti i giornali, alla lettera dell’affermazione di De Luca, aveva replicato, esprimendo una sua posizione classica, gli italiani, il loro lavoro, viene prima di quello degli stranieri.
Attenzione, nei minuti successivi alla conclusione dell’intervento di De Luca, il nostro giornale ha compiuto un errore. Siccome il mese scorso, il Pd aveva lanciato la proposta di far arrivare immigrati in queste due zone, nel litorale domizio e nella piana del Sele, allo scopo di tenere in vita e implementare le attività agricole, mai così fondamentali in una fase difficile come questa in cui gli approvvigionamenti sono questioni cruciali, e in cui si tende a voler consumare i prodotti nazionali, noi siamo andati tranquilli in questa direzione. Ok, abbiamo pensato, è partita l’operazione annunciata tempo fa dal Governo. Ecco perché abbiamo fatto riferimento ai braccianti. Ed ecco perché in tanti hanno capito esattamente la stessa cosa. In realtà, De Luca, di braccianti non aveva parlato. I 20mila extracomunitari che sarebbero arrivati nella piana del Sele e nel litorale domizio “potranno . così il Governatore ha affermato testualmente – andrare a lavorare in azienda”. Potranno significa che non è detto, che questa costituirebbe una scelta obbligatoria da parte loro. Ovviamente ci siamo attivati anche per capire se questi 20mila extracomunitari sarebbero arrivati con qualche treno speciale, come quello che i grandi concessionari delle miniere d’oro del Klondike organizzavano per spostare decine di migliaia di minatori verso le aree degli Stati Uniti dense di riserve auree. Oppure se il Governo avesse pensato di paracadutarli dagli aerei militari e se, ancora, dopo aver firmato un protocollo d’intesa con la Nasa, avrebbe utilizzato un missile, una navicella spaziale magari rispolverando dai musei di Houston qualche shuttle di seconda mano.
Pardon, avevamo promesso, ma non garantito, di non fare i De Luca. Chiediamo scusa. Subito dopo la pubblicazione del comunicato della Lega, il Governatore ha scritto un post come se il popolo campano avesse bisogno di ascoltarlo ancora, di leggerlo, vista la sua sobria presenza sui social media negli ultimi due mesi. Il post lo pubblichiamo in calce, ma è giusto citarlo testualmente anche all’interno di questo articolo: “In relazione ai migranti già presenti (sic!) nei territori di Caserta e Salerno, che torneranno al lavoro (sic!) con la riapertura delle aziende, la Regione Campania impegnerà tutte le Asl (aggiungiamo noi, non solo quelle di Caserta e Salerno che De Luca aveva citato testualmente nel video-monologo) in un lavoro attento di verifica dei contagi a tutela della salute dei cittadini campani”. Queste prime parole del post sarebbero state già insufficienti, perché nella vita, ad ogni essere umano, può capitare di dire una fregnaccia, di affrontare un ragionamento, di formulare un’affermazione in maniera superficiale ed errata. Solo che gli esseri umani, quelli normali, non alienati in un delirio narcisistico ammettono, davanti all’evidenza, di aver sbagliato e chiedendo scusa, come ad esempio ha fatto il premier Conte ieri, altra persona che noi poco stimiamo (ma a cui va riconosciuto per onestà intellettuale il gesto) con i tantissimi italiani che fino ad ora non hanno visto il becco di un euro dei soldi promessi dal Governo.
Al buon e bravo Marco Mengoni bisogna spedire informazioni affinché aggiorni la lista degli esseri umani in cui crede (mannaggia, ci siamo ricascati e ci siamo per un secondo, ancora una volta, De Luchizzati). Perché tra questi non c’è, non ci può stare Vincenzo De Luca, che appartiene alla schiera degli eletti, dei sovraumani, degli infallibili, degli immortali, in pratica, una cosa superiore finanche al replicante di Roy Batty di Blade Runner che nonostante abbia visto tutto quello che ha visto, alla fine del film molto umanamente tira le cuoia, affermando che pure per lui è arrivato “il tempo di morire”.
E veniamo all’ultima parte del post pubblicato da De Luca ieri sera in Facebook: “E’ un concetto semplice, tanto semplice da non essere alla portata di Salvini”. E poi il finale “Caro Denis, dai un’occhiata anche tu… ho la sensazione che tra poco dovremo chiamare gli infermieri”. “Dovremo chiamare”il, cioè gli infermieri li dovranno chiamare lui Vincenzo De Luca, e Denis Verdini con cui il Governatore della Campania è evidentemente in gran confidenza, e che, com’è noto, è il padre dell’attuale fidanzata del leader della Lega.
Beh, abbiamo confrontato i testi, nella loro versione integrale; riportato quello che De Luca ha detto nel video-monologo e di quello che ha scritto ieri sera nella sua pagina Facebook. Del personaggio, alla luce di questo episodio, non abbiamo capito di più di quello che non avevamo già capito durante questi due mesi. Forse solo una cosa che poi tutto sommato si ricollega a ciò che abbiamo scritto nell’editoriale di ieri (clicca qui per leggere): De Luca ha dato un’informazione falsa, raffazzonatamente comunicata sugli immigrati che sarebbero “arrivati”. Se non ci credete, come già abbiamo scritto prima, andatevele ad ascoltare. Ha detto ar-ri-va-ti, non formulando nel resto della parte residua del suo video-monologo, alcuna precisazione successiva, nessuna correzione dicendo di essersi riferito ai migranti. La precisazione che però per lui non è tale, perché sono gli altri, come sempre, stavolta Salvini, a non aver capito niente, l’ha formulata nel post arrivato dopo le dichiarazioni di Salvini e del coordinamento regionale della Lega. E così, agli immigrati che “arriveranno” sono gli immigrati già residenti. Insomma, un concetto, lessicalmente antitetico a quello espresso nel video del pomeriggio. Che poi non si capisce perché, un po’ razzisticamente, dovrebbero determinare un pericolo maggiore rispetto a quello rappresentato da tutte le persone, bianche, nere, gialle, turchine, che usciranno lunedì 4 maggio per raggiungere i luoghi di lavoro riaperti dopo due mesi.
Ed ecco quel poco in più che integra e completa tutto ciò che abbiamo capito di De Luca negli ultimi due mesi: questa storia dei 20mila immigrati non contava, in quanto tale, un tubo nella narrazione di De Luca. Lui aveva bisogno di inventare una sequenza cinematografica quasi apocalittica, di disegnare uno scenario di migliaia e migliaia di Kunta Kinte del 21esimo secolo, per arrivare all’unica cosa che gli interessava comunicare in quel passaggio del suo video e cioè, che nonostante il pericolo evidente di quei negracci che in quanto tali sono sicuramente contagiosi, lui, il gringo di Salerno, il giustiziere della notte definitivo, perché neanche Charles Bronson, aveva usato il lanciafiamme e i cavalli di frisia, avrebbe risolto ogni cosa. Ancora una volta, da vero e proprio deus ex machina del teatro antico, avrebbe dimostrato che il popolo della Campania (e su questo Crozza ha veramente capito tutto del personaggio) è al sicuro, anzi, semplicemente è, esiste come popolo, solo perché ha lui che lo guida.
Come lo vogliamo chiamare, delirio? Meno male che non viviamo gli anni successivi alla prima guerra mondiale, quelli in cui si affermarono i diversi fascismi. Perché diciamocela tutta, se andiamo ad analizzare certi discorsi di Adolf Hitler, depurandoli della loro storicità, del fatto che erano inseriti nel tempo in cui venivano pronunciati, se ci limitiamo a isolare solo certe frasi, beh, almeno quello lì citava in misura molto inferiore se stesso e di più la Germania.
Siamo proprio sicuri che “Denis” l’infermiere lo debba chiamare per il suo promesso genero?