IL BUSINESS SUGLI IMMIGRATI. Il capo e il ragioniere escono dal carcere. Niente obbligo di dimora per la sorella

18 Dicembre 2023 - 20:50

SAN CIPRIANO D’AVERSA – Il tribunale del Riesame di Napoli ha scarcerato gli unici due soggetti finiti in carcere nell’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere sul business dei documenti falsi venduti a cittadini stranieri in modo da avere il permesso di soggiorno o il rinnovo di questo fondamentale documento.

Escono dal carcere, quindi, Pietro Di Dona, 51enne di San Cipriano D’Aversa, ritenuto il capo dell’associazione, e Giuseppe Ciervo, 53enne di Napoli, che si occupava di produrre documenti falsi per i permessi di soggiorno, quest’ultimo difeso dall’avvocato Romolo Vignola. Di Dona, invece, è assistito, come la sorella, dal legale Domenico Della Gatta.

Obbligo di dimora revocato proprio alla sorella del capo, Vincenza Di Dona. Stessa buona notizia per Raffaele Salerno, di Pompei.

Secondo l’accusa, si è trattato di un giro d’affari di circa 250 mila euro, con gli immigrati arrivati a pagare fino a 2 mila euro per ricevere quei documenti necessari a ricevere il permesso di soggiorno per restare in Italia.