“Il CLAN DEI CASALESI condiziona le pubbliche amministrazioni su appalti, subappalti e forniture”

3 Marzo 2020 - 09:20

CASAL DI PRINCIPE – “Attitudine dei sodalizi ad adeguare ed affinare i propri strumenti operativi soprattutto per quel che attiene alla movimentazione e al reimpiego di denaro di provenienza delittuosa“. E’ quanto si sottolinea in un passaggio, relativo alla criminalità organizzata, della ‘RELAZIONE sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2019’. “Una versatilità illecita volta ad eludere i presidi antiriclaggio ed antievasione, ma che guarda con crescente interesse anche alle nuove tecnologie digitali e agli strumenti di tecno-finanza, a partire dalle cripto-valute“, si osserva. “Nel panorama delle realtà criminali, cosa nostra, sebbene fortemente indebolita dall’azione di contrasto, ha continuato ad esprimere un protagonismo affaristico-criminale in un ampio novero di business, compresi i settori del gioco e delle scommesse e la gestione del ciclo dei rifiuti, ma anche la tendenza a ricercare nuove opportunità di affari al di fuori dei territori di matrice e ad infiltrare il tessuto economico attraverso l’acquisizione di aziende in difficoltà – sottolinea la RELAZIONE dell’Intelligence – La ‘ndrangheta, dal canto suo, si è confermata ancora capace di adattarsi ai mutamenti di scenario, alla diversità dei contesti e alle ‘emergenze’ organizzative conseguenti all’azione di contrasto, distinguendosi per la tessitura di articolati network relazionali“.

La camorra ha continuato ad evidenziare dinamiche associative contrassegnate da repentine evoluzioni negli equilibri criminali locali, connesse soprattutto agli effetti dell’azione di contrasto

– si osserva nella RELAZIONE – Al riguardo, l’azione informativa in direzione dei sodalizi napoletani si è soffermata sul perdurare dei violenti conflitti inter e intraclanici legati alla gestione dei principali business illegali, a partire dal controllo delle piazze di spaccio. In ambito regionale, il clan dei Casalesi, seppure limitato nella sua capacità militare e operativa, è parso ancora in grado di influenzare il tessuto socio-economico anche attraverso il condizionamento delle pubbliche amministrazioni, specie in materia di appalti, subappalti e forniture per la realizzazione di opere pubbliche, con l’obiettivo di penetrare i circuiti dell’economia legale e di reimpiegare i capitali illeciti nel tempo accumulati“. “Gli elementi raccolti hanno fatto stato, altresì, dell’attivismo ‘imprenditoriale’ del sodalizio in diversi settori economici all’estero nonché nel basso Lazio, area di tradizionale insediamento anche per la ‘ndrangheta – si legge ancora nella RELAZIONE – Il territorio della provincia di Roma ha registrato l’operatività di diverse matrici delinquenziali dedite ad un’ampia gamma di attività criminose e all’infiltrazione del tessuto socio-economico“.

Quanto alla criminalità organizzata pugliese, gli elementi informativi raccolti sui clan baresi, foggiani (protagonisti, nel gennaio 2020, di una serie di attentati a scopo intimidatorio) – si rileva – e della provincia Barletta-Andria-Trani, oltre a confermarne gli interessi in diversificati settori illeciti, in primis il narcotraffico, nonché la propensione ad ingaggiare violente contrapposizioni per il controllo del territorio, hanno fatto stato di una insidiosa crescita organizzativa e della capacità di infiltrare l’economia legale, anche attraverso un’aumentata ingerenza nei processi decisionali pubblici“.