Il giallo dei cognomi dei figli di Bardellino, è caccia al boss 

30 Luglio 2023 - 16:58

Un’ulteriore prova a fare sospettare una possibile esistenza in vita del boss fondatore del clan dei Casalesi

SAN CIPRIANO D’AVERSA – (Tina Palomba) L’inchiesta sulla famiglia Bardellino si allarga. Sotto la lente degli investigatori della Dda e la Dia di Napoli ci sono due documentazioni, due anomale richieste, fatte sia dai figli di Antonio Bardellino, nati dalle seconde nozze con la napoletana Rita De Vita, che dal figlio adottivo del primo matrimonio con la sanciprianese  Maria Immacolata Bretto. Entrambe le istanze chiedono di cambiare il cognome e di acquisire quello del loro padre, che fino ad oggi non hanno avuto perché Gustavo del 79’ e Riccardo del ‘80 entrambi hanno il cognome della madre De Vita e lo stesso Salvatore del ’83 ha il cognome della madre Bretto.  Un’ulteriore prova a fare sospettare, come scrive il pubblico ministero della Dda Vincenzo Ranieri,  vista la imminente richiesta fatta dai figli di Bardellino, una possibile esistenza in vita del boss fondatore del clan dei Casalesi. Ma del resto se fosse veramente vivo Bardellino o se non fosse morto ammazzato nel 1988, come hanno raccontato i collaboratori di giustizia a Spartacus I, ma magari per altre circostanze a questo punto il padrino avrebbe veramente beffato tutti, giudici, parenti e compreso i suoi nemici storici del clan Schiavone. Ricordiamo che otto anni fa un altro boss casertano, ex braccio destro di Raffaele

Cutolo,  che tutti credevano  morto è stato arrestato dopo 30 anni di ricerche e indagini. Pasquale Scotti fu catturato in Brasile dove viveva con falso nome Francesco De Castro Visconti. Misteriose sono pure le dichiarazioni di Giuseppe Favoccia 73 anni di Formia  che giura ai poliziotti della Squadra Mobile di Latina di avere incontrato con la moglie, Antonio Bardellino all’aeroporto di New York nel 2010, 12 anni quindi dopo la presunta morte del padrino. Ed è stato proprio Favoccia l’altro ieri ad essere arrestato nel corso delle perquisizioni della Dda di Napoli  perché trovato in possesso di una arma illegale. All’interno della sua abitazione a Formia aveva una pistola alterata (semiautomatica priva di matricola) con relativo munizionamento calibro 7,65.