IL NOME. Carabiniere in servizio nel casertano accusato di aver aiutato la camorra. LA SENTENZA
6 Luglio 2024 - 15:36
MONDRAGONE – Era in servizio a Mondragone e si era sempre occupato di spaccio di droga Walter Intilla, il carabiniere di stanza a Mondragone, quando fu arrestato nel 2021 e accusato di accusato di furto in abitazione, rivelazione di segreti d’ufficio e cessione di droga per spaccio di stupefacente. Coinvolto nell’inchiesta anche Gennaro Di Costanzo, ritenuto legato al clan Longobardi-Beneduce, a cui la DDA contestava il ruolo di esponente di vertice dell’organizzazione camorristica nella zona di Bagnoli.
A tre anni da quel giorno, Intilla è stato ritenuto innocente. Assolto perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza che è stata pronunciata ieri dal collegio del tribunale sammaritano, presieduto da Antonio Riccio.
Fu incastrato da una intercettazione telefonica che, si è scoperto durante il processo, non conteneva il suo nome.
Non hanno resistito in aula neanche le dichiarazioni dei pentiti, ritenute inattendibili.
L’avvocato difensore del carabiniere, Paolo Giustozzi, ha portato in aula prove sull’inadeguatezza della trascrizione telefonica. Inoltre, ha sottolineato l’intesa attività svolta dal brigadiere Intilla, in prima linea nella lotta al traffico di stupefacenti nella zona di Castel Volturno. E così, il pubblico ministero della procura sammaritana, Giacomo Urbano, ha chiesto l’assoluzione per tutti i reati contestati: assoluzione