IL VIDEO MARCIANISE. Guardate in che condizioni versa via Gaglione. Il sindaco, per lisciare il pelo a Zannini, aveva detto che il Consorzio aveva sistemato tutto

8 Gennaio 2024 - 09:00

In calce all’articolo i due minuti della nostra passeggiata. Strada totalmente dissestata e perdite d’acqua

MARCIANISE (g.g.) – Antonio Trombetta percorre, ormai, la china di quei sindaci (ne abbiamo visti tanti durante la nostra vita professionale) che vivono il loro status come una condizione di dolce e inconsapevole prigionia emotiva, di una forma aggressiva di dipendenza, tipica di chi ritiene che l’obiettivo raggiunto sia così grande, così importante, così totalizzante da sorprenderlo, pressoché ogni mattina, a contemplare in uno specchio la propria felicità, ormai irrinunciabile.

Uno stato di grazia da difendere costi quel che costi, anche accettando accordi inconfessabili, come quello con il quale, violando ogni legge, ha consegnato tutto il sistema delle concessioni edilizie delle Scia e di ogni loro derivato, nelle mani del gruppo di potere imperniato sulle figure del vicesindaco Pasquale Salzillo, su quella del responsabile dei procedimenti dello Sportello Unico dell’Edilizia, Angelo Piccolo (seduto su quella poltrona da ben sette anni, in spregio a ogni regola e ad ogni norma vigente, che fissa in quattro, massimo cinque anni il tempo massimo) e, infine, sull’imprenditore Tommaso Colella, zio di Angelo Piccolo, con l’assessore Stefano Farro a far da comparsa se non addirittura da complice politico a questo evidente comitato di interessi, che – neanche a Corleone avrebbero osato tanto – censura da mesi e mesi la pubblicazione delle concessioni edilizie nel sito web del Comune.

L’analisi sulla emotività di Trombetta che lo rende irragionevolmente e, a questo punto ciecamente, dipendente da quella fascia, si dipana nel racconto del Trombetta pellegrino, prima presente alla inaugurazione della sezione di Marcianise di Giovanni Zannini, con tanto di intervento al microfono, e poi agli auguri di Capodanno dell’anti-Zannini per eccellenza Giampiero Zinzi, gamba determinante, però, di una maggioranza precaria, che lui vuole conservare senza indulgere in alcuna riflessione sulla dignità politica e sulla dignità tout court. Pensate che in una intervista a pagamento e dunque a microfono, di fatto, libero e amico, Trombetta è arrivato a dire che lui ha ottenuto dal Consorzio Idrico la riqualificazione della condotta idrica, con perfetto ripristino della sede stradale.

Siamo andati a botta sicura, dunque, ben sapendo come lavorano quelli del Consorzio, nell’impugnare lo smartphone, mostrando e dimostrando nel video pubblicato in calce a questo articolo che via Gaglione era mal combinata prima del “prodigioso intervento”, ora è una strada pressoché distrutta con tanti di zampilli, a dimostrazione della “perfezione chirurgica” dell’intervento sulle condutture. Sulle condizioni di via Nicola Gaglione ha presentato un’interrogazione il consigliere di minoranza Pinuccio Moretta.

La verità è che il sindaco Trombetta, sempre per quel rapporto morboso e politicamente insano che ha creato con la fascia tricolore, è pronto a tutto, anche a difendere gli interessi di Giovanni Zannini in quello che, senza forse, è il maggiore centro di potere di quest’ultimo, quel Consorzio Idrico in cui Gabriele Trombetta, nipote del sindaco e assessore di una delle giunte Velardi, ha intascato, grazie al volere di Giovanni Zannini, tanti quattrini per incarichi e consulenze. Nominalmente Gabriele Trombetta non raccoglie più incarichi da quelle parti. O meglio sarebbe dire, che lui sostiene di non avere più alcun rapporto professionale col più orrendo carrozzone tritatore di pubblico denaro. Incarichi o non incarichi, il rapporto di Gabriele Trombetta con Zannini resta saldissimo, altrimenti il sindaco Trombetta, a meno che non viva su Marte, non si sarebbe esposto con la sua comica dichiarazione sui lavori in via Gaglione. Una brutta figura, un autogol. Una prova ulteriore che Trombetta sia, ormai, anestetizzato rispetto a ogni ragione della credibilità politica e della reputazione istituzionale.

Contano solo quella fascia e lo specchio che la restituisce al mittente, facendolo illuminare d’immenso. Costi quel che costi.