LA DOMENICA DI DON GALEONE…
1 Giugno 2025 - 07:17

1 giugno 2025 – Ascensione del Signore (C)
NESSUNA “FUGA MUNDI!”

L’evangelista Luca ci ha consegnato due racconti dell’Ascensione: a) nel Vangelo, il racconto presenta il finale glorioso della vita pubblica di Gesù; b) negli Atti, l’Ascensione è come il punto di partenza per l’espansione missionaria della chiesa. Quel Gesù con il quale i discepoli hanno “mangiato e bevuto” continua a essere presente nella chiesa, che è mandata a predicare il Vangelo a tutte le genti. Per questo, gli angeli ricordano agli apostoli il loro impegno terreno, a non coltivare nostalgie: “Perché state a guardare il cielo?”. Gesù glorificato sostiene tutti quegli uomini e quei movimenti impegnati nella realizzazione della dignità e della giustizia.
Una sorta di male-educazione religiosa ci ha abituati a guardare il cielo, a fissarci sulle realtà eterne, a svalutare le cose provvisorie. Ci hanno insegnato che la più alta dignità dell’uomo è la contemplazione e che l’unica cosa importante è la salvezza dell’anima, da raggiungere grazie alla “fuga mundi”. Il compito del credente, invece, non è quello di starsene sulla terra a contemplare i cieli; il suo vero luogo non è il cielo immutabile, le stelle fisse o la candida rosa, ma la terra degli uomini in faticoso cammino. Il Signore ci invita a tenere gli occhi sulla terra, perché la terra è un luogo teologico, è epifania divina, è Regno di Dio che viene.
Dal momento dell’Ascensione, gli apostoli scoprivano che la terra mai era stata così piena di divino, da quando Gesù l’aveva abbandonata; ovunque andassero, Gesù era con loro, confermava le loro parole con i miracoli. Comprendevano, insomma, che Gesù, come non aveva cessato di essere Dio facendosi uomo, così non si era allontanato dagli uomini, anche ritornando al Padre. Quando credevano di averlo perduto, lo ricevevano veramente, e per la prima volta lo riconoscevano. Ecco l’esperienza che dobbiamo fare lentamente! Il pericolo maggiore è la fretta; i nostri dogmi, le nostre liturgie ci fanno godere il frutto della ricerca di 20 secoli! Dobbiamo anche noi rifare il percorso, dire a Gesù la nostra tristezza nel vederlo partire, la nostra nostalgia in un regno dove poter vivere insieme a Lui; quando avremo partecipato alla debolezza degli apostoli, potremo partecipare anche alla loro esperienza beatificante. In questa novena dello Spirito Santo, sforziamoci di abbandonare l’idea che il tempo prima dell’Ascensione era l’età dell’oro del cristianesimo, tempo felice in cui Dio abitava tra gli uomini, che gli angeli andavano e venivano, che lo Spirito era una ingenua colomba, che il Padre era una voce di tuono tra nubi luminose, che il Figlio era un taumaturgo da cui uscivano virtù e miracoli. Diventiamo credenti adulti! Gesù è molto più presente in questa sua assenza, e ci minaccia per il bene, molto più del diavolo per il male!
