La foto del governatore De Luca insieme al super camorrista Pasquale “Scarola” Razzino e al fratello dell’assessore è un fatto gravissimo che politicamente coinvolge anche il consigliere regionale Giovanni Zannini
19 Settembre 2023 - 17:40
Perché lui può tirar fuori tutti gli insert coin che vuole, ma in questo caso la realtà di questa immagine, che potrebbe rappresentare la base per una indagine amministrativa su possibili infiltrazioni camorristiche nelle ultime elezioni comunali, sono tali e tali restano al di là del fatto che le pubblichi Casertace, Il Corriere della Sera, il NY Times o anche l’ultimo sito d’informazione del pianeta. In calce il nostro primo articolo
MONDRAGONE (G.G.) – In un luogo civile, cioè dove si osservano le regole di una società fondata sulla democrazia, la fotografia che ritrae un camorrista conclamato, uno che si è fatto una ventina d’anni di carcere e ha un fratello più volte condannato a 30 anni per omicidi e tentati omicidi, non vorrebbe archiviata in quanto pubblicata da un giornale locale che non ha l’abitudine di accreditarsi in certi ambienti affinché le sue notizie possano avere una risonanza che vada al di là dell’ambito provinciale.
Una fotografia è una fotografia. E se non è ritoccata, se non è alterata, resta esattamente una fotografia che venga pubblicata dal Corriere della Sera o da Casertace.
Dunque, quel Pasquale Razzino che, abbracciato da Raffaele Tramonti, fratello del super assessore alle Attività Produttive di Mondragone, Tramonti, che procede a piedi a neanche mezzo metro di distanza da Vincenzo De Luca, condividendone la direzione come fanno le scorte più o meno armate, non può passare in cavalleria.
La notizia, dunque, va trattata, ribadita e ulteriormente approfondita.
Dunque, a quanto ci risulta, Pasquale Razzino detto scarola, fratello del killer del clan di Augusto La Torre, che invece si chiama Ernesto, non avrebbe oggi più il gravame della sorveglianza speciale. La notizia non è matematica, ma le manca solo il crisma dell’ufficialità.
Questo significa poco perché magari il vigile urbano che si vede dietro a Razzino e a Raffaele Tramonti, avrebbe potuto spiegare a quest’ultimo che era molto imprudente schierare il camorrista a favore di fotografie a un passo dal numero 1 della Campania.
E invece quel vigile urbano ha accettato di stare in seconda fila, evidentemente per non scontentare il fratello dell’assessore, rispetto al posizionamento di Pasquale Scarola Razzino, coniugato Boccolato, e del già citato Raffaele Tramonti.
Si dirà: ma quella manifestazione al campo sportivo di Mondragone era pubblica. Ok, fino a un certo punto, perché la fotografia viene scattata in un’area riservata nei pressi degli spogliatoi, dove sarebbe stato anche fisicamente impossibile organizzare un corteo o un codazzo molto lungo.
Per cui, se Pasquale Razzino ha potuto tenere quella posizione è perché lì ci è arrivato insieme a Raffaele Tramonti, titolare del Raf Bar in via Crocelle e con qualche preoccupazione alle spalle per una vicenda che se non ricordiamo male aveva a che vedere con le slot o qualcosa del genere.
Perché noi chiamiamo in causa il consigliere regionale Giovanni Zannini? Perché questo è il suo brodo di coltura e non ci sarà battuta su “insert coin” del sottoscritto o di Casertace che potrà stabilire che questa nostra tesi sia infondata.
L’assessora Tramonti ha raccolto molta parte dei suoi voti. Questo abbraccio tra Raffaele Tramonti e Pasquale Razzino detto Scarola depone malissimo nella valutazione di quello che è stato il cospicuo risultato elettorale di quella che poi è diventata assessora, confermando il posto occupato nella precedente consiliatura.
Quando noi scriviamo queste cose, non eroghiamo la cultura del sospetto. Chi conosce qualcosa dei procedimenti amministrativi (e purtroppo non è il caso dell’incolto Zannini, men che meno della signora Tramonti e del marito Alfredo Campoli, ricordate il video della mazza da baseball?, ancor meno dei signori Raffaele Tramonti e Pasquale Razzino), sa bene che le procedure che portano alla nomina di una commissione d’accesso in un Comune e ad un eventuale suo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, la procedura che conduce all’emissione di un’interdittiva antimafia a carico di un’azienda, non si poggiano e non hanno bisogno di elementi valutativi che contano nel diritto penale e nella procedura penale.
Bastano anche rapporti conclamati, fatti sintomatici. Questo abbraccio e quella presenza di Pasquale Razzino a un passo da De Luca appartiene a questa fattispecie. Forse da solo non basta per attivare la procedura amministrativa appena attivata. Ma se questo è vero, è anche vero che avrebbe un posto di primo piano qualora la commissione d’accesso, magari nominata in base ad un’attività più motivata, più indirizzata da parte delle forze dell’ordine e degli elementi di queste che si muovono con funzioni di polizia giudiziaria, riuscisse ad aggiungervi altri fatti di simile portata.
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