La MORTE COVID dell’architetto Caterino. La lettera straziata della moglie: “Vi racconto delle ore della via crucis. Così la sanità casertana ha ammazzato mio marito”
4 Novembre 2020 - 13:09
In calce all’intervento di Ida Colandrea, pubblichiamo anche quello precedente al decesso ma ugualmente molto toccante, del figlio Marco Caterino
Sono la moglie dell’architetto vittima della malasanità… farò una denuncia penale al team covid di Capua e precisamente ad un medico in particolare, il quale dopo avermi contattato una sola volta e dopo avermi dato una terapia che già facevo per ulteriori 3 gg è letteralmente scomparso… telefonavo al suo numero cellulari, mandavo messaggi ma nulla.. il vuoto.
Da buona cittadina rispettosa delle norme ho cercato di non intasare subito la sanità con un ricovero precoce , come si raccomandava, ho chiamato l’ambulanza solo il sesto gg di malattia di mio marito, ma l’ambulanza che proveniva dal comune di Sparanise si è rifiutata di ricoverarlo perché non stava abbastanza male…
Dopo 2 gg chiamo di muovo l’ambulanza che questa volta proveniva da Curti.. è arrivato un team a mio avviso, non all’altezza, la dottoressa del team non è nemmeno entrata a casa per guardare mio marito.
L’ambulanza è arrivata a casa mia alle 9,30 e ha sostato lì per circa 3 ore per trovare un posto letto in un ospedale della provincia.. nel frattempo un infermiere della suddetta ambulanza aveva bisogno impellente di urinare e si è accomodato nel giardino di casa mia… dopo tre ore pare che si sia liberato un posto a Caserta, si parte ma a Caserta si scopre dopo altre tre ore, che il posto non c’era, c’è forse la possibilità di ricovero al Melorio di Santa Maria cv. Che bello proprio quel giorno si inaugura il reparto covid… arrivata ambulanza al melorio circa alle 3 , ci avvisano che l’ospedale non è ancora pronto ad accogliere i pazienti perché deve ancora organizzarsi.. quindi si aspetta circa altre 2/3 ore … nel frattempo la dottoressa dell’ambulanza viene invitata da me a misurare febbre e saturazione a mio marito (io a casa lo facevo spesso per monitorarlo). Lei ha seguito il mio invito, ma malvolentieri in quanto era pressata da altri tipi di bisogni, come quello di fare pipì.
questo succede perché molte volte chi occupa posti di un certo rilievo, li occupa non per meritocrazia ma mi vien da pensare solo per clientelismo o altro schifo… come succede spesso nel paese Italia … operatori non tutti certo e medici non tutti certo. vergognatevi, giocate con la salute delle persone e con la vita di noi tutti esseri umani… vi auguro di non finire intubati e poi perdere la vita come è successo a mio marito… ma non vi succederà, nemmeno dio vuole accanto a se tanto schifo.. e questo è quanto… Grazie a mio cognato Nicola Caterino per avermi dato l’imput per scrivere questa mia testimonianza e se potete condividetela… grazie