La “realtà aumentata” di NICOLA SCHIAVONE: “Vi racconto di quando stavo sparando a Sergio Orsi a casa sua…”. A quel punto il “pacifista” Lello Letizia…
29 Marzo 2019 - 10:43
CASAL DI PRINCIPE – Un mese fa avevamo letto da qualche parte, in uno dei tanti verbali depositati dalla pubblica accusa nei molti processi di camorra, in atto tra Napoli, Santa Maria Capua Vetere ed Aversa, dell’incontro ravvicinato tra Nicola Schiavone e Sergio Orsi, imprenditore del settore dei rifiuti, patron di Eco4 e per diversi anni in lotta con il suo concorrente Nicola Ferraro per gli appalti della raccolta dei rifiuti dei comuni della provincia di Caserta.
Se non ricordiamo male, Nicola Schiavone aveva parlato o almeno questo risultava verbalizzato, di uno schiaffo assestato a Sergio Orsi, visitato presso la sua abitazione, in quanto l’imprenditore “aveva osato” chiedere un accesso agli atti al comune di Casal di Principe per controllare la regolarità delle procedure relative all’affidamento del servizio dei rifiuti in quel comune rovente che era anche quello di residenza sua e di Nicola Ferraro.
Il figlio di Francesco Schiavone Sandokan aveva considerato lo sgarbo, anzi, un caso di vera e propria lesa maestà, la semplice azione di agitare un dubbio che avrebbe potuto portare a conseguenze sfavorevoli per un esito che Nicola Schiavone aveva già deciso e che avrebbe dovuto premiare Nicola Ferraro.
Nel verbale trascritto dalla registrazione dell’udienza dello scorso 13 marzo, celebrata davanti alla sezione misure di prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Massimo Urbano, quell’episodio si condisce di altri particolari. Ora, non sappiamo se questo è frutto di un problema di trascrizione del primo interrogatorio, a cui facevao riferimento oppure di una ricostruzione non del tutto precisa, fatta da Nicola Schiavone in quel frangente o se invece ciò è frutto di quella attitudine, che ci sembra abitare nell’attività di collaborazione dell’erede naturale al comando del clan, di condire i racconti, peraltro verosimili e per quanto possiamo valutare noi quali testimoni del tempo, il più delle volte veri, di un kit di accessori che determinano la formazione di quella che, nel nostro articolo di ieri (LEGGI QUI) abbiamo definito “una realtà aumentata”.
Per cui, in questo interrogatorio, reso non solo davanti ai magistrati dell’accusa, ma anche al cospetto di un giudice terzo, qual è e ha sempre dimostrato di essere Massimo Urbano, lo schiaffo, la percossa inflitta a Sergio Orsi, diventa addirittura una pulsione omicida. “(…) Siccome mi fu detto che Orsi, nnonostante questo accordo preso con me personalmente, andò a fare questa presa visione, io mi recai a casa di Sergio Orsi, con Lello Letizia – un altro affiliato al nostro gruppo che all’epoca era responsabile di alcune zone su Casal di Principe – andammo dal signor Orsi e chiesi spiegazioni; perchè lui aveva fatto sta presa visione, che non era competenza sua rispondere su Casal di Principe perchè la gara era stata fatta per il signor Ferraro. A quel punto, Orsi mi rispose: “No! la presa visione non significa che poi io rispondo alla gara”. A quella risposta lo malmenai e lo stavo anche sparando a casa sua, tant’è vero vero che si mise in mezzo Lello Letizia, per evitare che facessimo questa azione delittuosa proprio a casa dell’Orsi.”