Sconti da urlo grazie alle fatture false. Noto imprenditore di auto, la compagna e altri 20 a rischio processo

25 Dicembre 2024 - 14:30

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LE TOP 40 DI CASERTACE. POSIZIONE 36. Un elenco composto dai 40 articoli più letti del 2024. Negli ultimi giorni di quest’anno che volge al termine, andiamo a rivedere quali sono stati gli argomenti che hanno toccato maggiormente l’interesse dei nostri lettori. DISCLAIMER: ricordiamo che determinati articoli potrebbero essere non più attuali (per esempio: lo status di indagati, arrestati e il sequestro di beni potrebbe essere mutato a seguito di decisioni dei giudici)

(Pubblicato il 31 Gennaio 2024) CASERTA – Era la fine di novembre quando la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Caserta ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso, su richiesta di questa Procura, dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di due società operanti nel settore del commercio di autoveicoli, nonché dei rispettivi rappresentanti legali, per un valore complessivo di circa

1,5 milioni di euro.

L’inchiesta ha visto svilupparsi attorno alla figura dell’imprenditore dell’automotive Camillo Gravante, al quale la finanza ha sequestrato due società attive nel settore auto, non sappiamo se poi “liberate” a seguito di ricorso.

Il pubblico ministero Sergio Occhionero, che sta seguendo l’indagine, ha dichiarato quest’ultima conclusa, notificando l’atto agli avvocati difensori dei venti due soggetti scritti nel registro degli indagati.

Per la procura sammaritana è stato messo in piedi un giro di false fatture, alimentato da una rete di società cartiere, che avrebbe consentito di pagare meno tasse e, quindi, evadere il fisco.

Dagli inquirenti sono state individuate 21 società le quali, frapponendosi nella filiera commerciale, consentivano ai soggetti beneficiari della frode di evadere l’IVA.

Questa operazione, scrivono dalla procura, avrebbe permesso ai due concessionari di auto di praticare prezzi inferiori a quelli di mercato. Degli sconti che, in pratica, favorivano l’aumento di clienti, un doppio canale di guadagno, quindi, sia l’evasione delle tasse, sia gli sconti sulle vetture, possibile, secondo gli investigatori, proprio grazie al risparmio su quanto dovuto allo Stato.

Le società cartiere, infatti, hanno permesso a vari imprenditori del settore di costruirsi un ingente credito d’imposta fittizio, da trasferire a propria volta a diversi rivenditori di autoveicoli, mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, anche sfruttando l’interposizione di una o più società “buffer”.

TUTTI I NOMI

Camillo Gravante, 41 anni, Melania Ruotolo, 37enne, conviventi e residenti a Macerata Campania, Giulia Di Natale, 42enne di Cava dei Tirreni, Antonio Decembrino, 32enne, Salvatore Piccerillo, 55enne, Fernanda Tiglio, 46enne, Giuseppina Detont, 31enne, Costantino Merone, 47enne, Pasquale Farina, 27enne, tutti originari di Santa Maria Capua Vetere, Vincenza Castellari, 45enne di Portico di Caserta, Alessandro Di Monaco, 56enne di Macerata Campania, Luigi Razzino, 30enne capuano, Giuseppe Pedata, 55enne nato a Sant’Antimo, Bruno De Pompeis, 49enne napoletano, Giuseppe Barracano, 24enne di Maddaloni, Michele Sorbo, 72enne di Casapulla, Marcello Paolella Benetenuto, 45enne di Caserta, Giuseppe D’Alessandro, 54enne partenopeo, Angelo Cardillo, 66enne nato a San Cipriano d’Aversa, Vincenzo Di Monaco, 33enne casertano, Anna Angelino Mangiapelo, 31enne di Marcianise e Rita Merola di Capua.