Macrico, maxi speculazione in vista? Quando il capo dei vescovi italiani Zuppi ammonì Lagnese e don Antonello a Caserta: “Attenzione a non trasformare fratelli tutti in fratelli collusi”
28 Aprile 2025 - 16:38

E’ il vescovo del capoluogo, con la sua improvvida dichiarazione, rilasciata col Papa ancora nella bara, su un presunto consenso entusiastico sul progetto da parte di Bergoglio, ad averci stimolati a compiere delle ricerche. Abbiamo trovato delle dichiarazioni tutt’altro che accomodanti fatte dal cardinale Matteo Zuppi in occasione del Festival del fine settembre 2023 “Laudato si”
CASERTA (g.g) – Quello del Vescovo Pietro Lagnese su Papa Franceso è stato un infortunio, un autogol.
Il giorno dopo della morte del pontefice, la guida delle diocesi di Caserta e di Capua ha dichiarato ad un quotidiano napoletano (CLICCA E LEGGI) che Papa Francesco si era entusiasmato al cospetto del progetto di valorizzazione dell’area Macrico presentato dalla proprietà dell’area, cioè diocesi di Caserta, attraverso l’Istituto di Sostentamento del Clero, presieduto da Don Antonello Giannotti che come è arci noto è anche il parroco della Chiesa di Lourdes, quella che raccoglie i fedeli del popolosissimo Rione Acquaviva.
E’ stato facile per noi cogliere l’errore clamoroso compiuto da Lagnese che ha indicato nella data del 29 aprile 2022, ossia 3 anni fa precisi, quella in cui avrebbe presentato il progetto del Macrico al Papa. Ma in realtà a quel tempo lo studio di architettura romano Alvin-Kirimoto non aveva ancora riversato all’Idsc il master plan, per altro non certo esaustivo e rivelatore su tutto ciò che si vuole fare all’interno del Macrico, utilizzando i 250mila mq di volumetrie disponibili, oggi assorbiti dalle vecchie strutture militari, ed escluse dal vincolo della Soprintendenza che invece rende problematico l’utilizzo di altri 250mila mq circa, sempre costituiti da volumetrie militari.
Ricordavamo un evento di cui non ci siamo occupati a suo per motivi di organizzazione interna del nostro lavoro, ma che non passò inosservato ai nostri occhi. Lagnese e don Antonello Giannotti invitarono nel settembre 2023, a quello che fu denominato il Festival “Laudato si”, il primo tra i vescovi e gli arcivescovi d’Italia, ossia il presidente della Conferenza episcopale italiana o Cei che dir si voglia, il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna.
Questi, evidentemente, non arrivò qui a Caserta fidandosi solo dell’impostazione data a quella manifestazione dal vescovo Lagnese e don Antonello Giannotti. In sostanza non si fidò di loro sulla parola, ma interloquì anche con altri mondi del cattolicesimo casertano che del progetto della diocesi pensano, al contrario dei suoi artefici Lagnese e Giannotti, tutto il male del mondo, ritenendo che nasconda gli interessi dei soliti speculatori del mattone, pronti a costruire, secondo indiscrezioni che, evidentemente, anche il cardinale Zuppi raccolse, 450 o addirittura 500 appartamenti che producono per i palazzinari e per chi li asseconda, profitti record, qui a Caserta; dove un computo metrico porta ad una spesa per il costruttore tra i 120mila ai 150mila euro per un appartamento molto ampio, ben strutturato e fondamentalmente elegante che poi si andrà a vendere a 400mila o addirittura a 500mila euro.
E allora, le dichiarazioni a dir poco improvvide di Lagnese, rilasciate vogliamo ribadirlo ancora una volta mentre la salma del Papa non era stata ancora esposta in San Pietro e giaceva nella Cappella della residenza di Santa Marta, ci forniscono oggi il destro per riportare testualmente ciò che Zuppi disse a Caserta: “Auspico un progetto per tutti e non solo per qualcuno”.
E ancora: “E’ il pubblico il contrario del privato. Invito i responsabili di questo progetto a porre molta attenzione perché l’ambiente può diventare oggetto di interessi privati”. E poi una frase che rappresentò più di una stoccata nei confronti del Vescovo Lagnese e di Don Antonello Giannotti: “In caso contrario, se non si fa un ragionamento finalizzato solo all’interesse pubblico, si rischia di trasformarsi da fratelli tutti a fratelli collusi”.
Ora, aggiungiamo noi, siccome il progetto del Macrico è definito proprio “fratelli tutti”, le parole del cardinale Zuppi, per altro uno dei papabili nel prossimo conclave, suonano come un monito esposto da chi, dalla sua importantissima cattedra di capo dei vescovi italiani, ha saputo qualcosa di concreto sulle intenzioni, su tutte le intenzioni e non solo su quelle enunciate pubblicamente, della diocesi di Caserta.