OSPEDALE DI CASERTA. Il commissario Mariano l’ha fatto: ha tolto 60mila euro dal Fondo per infermieri, oss e tecnici per attribuire cifre umilianti a chi sta lavorando per il CORONAVIRUS

21 Aprile 2020 - 11:48

Naturalmente, come hanno fatto molti dei suoi predecessori, la cui parabola professionale non ha sviluppato ulteriori successi, anche lui ha fatto spallucce di fronte al nostro primo articolo. I casi del Lazio, della Toscana e dell’Emilia Romagna

 

 

CASERTA – Alla fine, l’ha fatto. L’ha fatto perché, quando si mette insieme l’ampia licenza di agire che ti garantisce una potestà non conquistata, ma attribuita da un metodo lottizzatorio, ad una preparazione quantomeno superficiale, chi ha in mano il pallino si sente pervaso da una sorta di intangibile onnipotenza.

E allora più inietti logica e ragionamento, contenuto e buonsenso, più susciti nel titolare di potestà lottizzata una sorta di reazione allergica, dato che quella incompetenza, marchio di fabbrica dell’uomo messo lì dal politico di turno, provoca lo stesso effetto che la criptonite determinava in Superman, quando la criptonite, si chiama argomentazione, apporto ed esposizione documentale.

Il suo nome è Carmine Mariano e De Luca, per qualche motivo amministrativo, non lo ha nominato Direttore Generale dell’azienda ospedaliera di Caserta, ma commissario.

Nei giorni scorsi, sapendo che quell’articolo era basato su un ragionamento e che dunque, in quanto tale, non avrebbe sortito effetto, abbiamo esposto il nostro pensiero sull’ipotesi, al tempo solo in stato embrionale, di utilizzare quei “quattro pidocchi” di cui è composto il Fondo per gli incentivi alla produttività del personale del comparto infermieri-oss-tecnici, per premiare quegli stessi infermieri, oss e tecnici impegnati nell’ultimo mese e mezzo nei servizi riguardanti la cura, l’assistenza e il lavoro di analisi e di supporto ai malati di coronavirus.

Utilizzare quei soldi e non dei fondi regionali specifici, magari frutto delle tante donazioni arrivate nelle ultime settimane, significava penalizzare ingiustamente tutti gli altri infermieri, oss e tecnici che, lavorando molto duramente nel fornire l’assistenza di elezione, nel prestare il proprio servizio nelle sale operatorie, insomma in tutto quello che non è Covid, hanno permesso ai loro colleghi di dedicarsi agli effetti dell’epidemia.

Lo scrisse Casertace. E ammettiamo pure che, per tirare a campare, per minimizzare, anche questo commissario, come tutti i suoi predecessori, compresi i direttori generali, afferma che le nostre siano sciocchezze e, confidando nel fatto che questa è una delle province in cui meno si legge al mondo, smonta il nostro ragionamento con una semplice alzata di spalle.

Va bene. Ma il commissario Mariano come valuta, invece, ciò che è successo in Regioni come l’Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio, in cui sono stati attribuiti al personale che ha lavorato per i malati di Covid 1000 euro, ma un bonus di 500 euro ha gratificato anche il lavoro degli altri operatori sanitari?

Come giudica, Mariano, il buonsenso di quei dirigenti di altre Regioni che hanno lottato e sono riusciti ad attingere queste risorse da fondi dedicati, non facendosi passare nemmeno per l’anticamera del cervello l’idea di sgraffignare qualche spicciolo dalle somme, ripetiamo misere, appostate per gli incentivi di produttività?

Ultima notazione, forse la più importante. Sapete quanto prenderanno per due o tre mesi (la delibera è pubblicata in calce) gli operatori Covid di Caserta?

Gli infermieri e i tecnici di coefficiente 1 saranno destinatari di 552 euro distribuiti in 3 mesi, cioè 184 euro lordi al mese, ovvero poco più di 100 euro netti.

Agli infermieri e tecnici di coefficiente 0,66 andranno 364 euro, dunque circa 70 euro netti al mese.

Formalmente si tratta di progetti incentivanti, per cui queste somme non hanno neppure il crisma della certezza, visto che potrebbero aumentare o diminuire in ragione del numero dei partecipanti ai citati progetti.

Dunque, avete capito bene? In Emilia Romagna, in Toscana e nel Lazio, tre Regioni che, al pari della Campania, sono amministrate da giunte di centrosinistra, sono state attinte dai fondi speciali le risorse per premiare tutti gli infermieri, tutti gli oss e tutti i tecnici, non solo quelli impegnati con il coronavirus, che ragionevolmente hanno ricevuto una somma maggiore.

0 euro sono stati invece attinti dal Bilancio dell’ospedale.

Ora, rispetto a una cosa così semplice, di banale buonsenso, come si fa a mettere in campo un’operazione talmente sbrindellata da non essere in grado neppure di cogliere l’obiettivo, meramente propagandistico, che l’ha ispirata?

Perché, se proprio un dirigente vuol creare cinicamente un meccanismo conflittuale tra chi lavora nel Covid e chi invece continua ad operare nei reparti convenzionali, uno attribuisce a chi vuol premiare una cifra consistente. Se invece all’infermiere dai da 70 a 120 euro netti al mese, veramente miserabili, e lo stesso fai con gli oss e i tecnici, tu dirigente umili sia gli operatori impegnati con i pazienti del coronavirus, che onestamente con quei soldi non ci fanno neanche la spesa, sia tutti gli altri infermieri, oss e tecnici a cui, attingendo 60mila euro dal Fondo di produttività, vai letteralmente a scippare quattro spiccioli che avrebbero potuto incassare anche loro da uno dei fondi più scarni esistenti nelle aziende ospedaliere italiane.

Avrebbe detto Checco Zalone (ricordate la scena dell’audizione con la dirigente del Ministero che voleva fargli firmare le dimissioni?): “Ma è del mestiere, questo?”

 

LEGGI LA DELIBERAZIONE: null