OSPEDALE DI CASERTA. Il Dg Gaetano Gubitosa continua a decimare, ad epurare, infermieri e Oss somministrati. Ma un suo collega a Napoli li stabilizza nel rispetto della legge

9 Marzo 2022 - 19:16

Naturalmente è il solito Nursing Up a farsi portavoce di questa umanità dolente, con una lettera – da noi pubblicata integralmente in calce – indirizzata a Vincenzo De Luca e Antonio Postiglione. La lettera C del comma 268 dell’ultima legge di bilancio è infatti comprensibile anche per un bambino delle elementari. Non evidentemente per il direttore generale dell’ospedale, che nei giorni scorsi ha spedito a casa crudelmente tanti operatori che, per anni, soprattutto nel periodo Covid, hanno servito i pazienti

 

CASERTA (G.G.) – Si chiama Rodolfo Conenna ed è il Direttore Generale dell’azienda ospedaliera che amministra i due storici nosocomi pediatrici Santobono e Pausilipon.

Conenna, come una mosca bianca, perché è uno che legge le norme riguardanti la sanità nazionale e, conseguentemente, regionale.

Eh sì, perché qui da noi, a parte qualche eccezione, poche, molto poche purtroppo, i direttori generali sono completamente ignoranti nel senso che nonostante i 7/8mila euro al mese se li interroghi a bruciapelo su una qualsiasi legge e su una qualsiasi norma in questa formulata, loro farebbero la stessa figura di niente che facevano i parlamentari al cospetto delle domande di cultura generale postegli dagli inviati de “Le Iene”.

Evitiamo di fare i soliti discorsi sulla meritocrazia e sulla cifra di qualità scadentissima, al limite dell’inesistente, delle classi dirigenti meridionali, campane e casertane.

Vogliamo invece parlare, anzi scrivere si un classico caso di eccezione che conferma la regola: Non sappiamo nemmeno chi sia Rodolfo Conenna e volutamente abbiamo evitato di attingere dalla rete notizie della sua biografia professionale.

Volutamente perché mai come in questo caso un Dg di un’azienda sanitaria o ospedaliera della Campania conquista l’eccellenza attraverso quello che è solo e solamente un atto dovuto, qualcosa che sarebbe scontato in altre sanità regionali, per esempio in Emilia Romagna, nel Veneto e in Lombardia, dove, dopo i problemi non lievi della prima emergenza Covid, hanno messo Letizia Moratti a fare l’assessore, non utilizzando certo l’interim infinito del governatore De Luca.

Una roba da “è il minimo. Non volevi fare nemmeno questo?”.

Ultima legge di Bilancio, quella per intenderci approvata il 30 dicembre 2021 e che contiene tutte le previsioni (vabbè, con la guerra prepariamoci a diverse variazioni, che nel caso della ex finanziaria si chiamano scostamenti di Bilancio) le proiezioni di spesa e di entrata per l’anno 2022, quello in corso.

Come sa chi segue queste materie, la legge finanziaria un tempo e oggi la legge di bilancio escono fuori della loro versione definitiva con un solo articolo e centinaia di commi, frutto di quello che viene definito il maxi emendamento su cui il governo eventualmente pone la fiducia o comunque riduce ad un solo voto l’approvazione definitiva da parte dell’ultimo ramo del Parlamento cinvolto.

Ebbene, l’articolo 1 comma 268 lettera C recita testualmente:

c) possono, anche al fine di reinternalizzare i servizi appaltati ed evitare differenze retributive a parita’ di prestazioni lavorative, in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di personale, avviare procedure selettive per il reclutamento del personale da impiegare per l’assolvimento delle funzioni reinternalizzate, prevedendo la valorizzazione, anche attraverso una riserva di posti non superiore al 50 per cento di quelli disponibili, del personale impiegato in mansioni sanitarie e socio-sanitarie corrispondenti nelle attivita’ dei servizi esternalizzati che abbia garantito assistenza ai pazienti in tutto il periodo compreso tra il 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021 e con almeno tre anni di servizio.

In pratica, il Parlamento si è ricordato che esiste una umanità dolente di precari che da anni lavorano al servizio di società di somministrazione che a suo tempo hanno stipulato, in conseguenza di una gara, un contratto di somministrazione esterna di servizi sanitari di vario genere. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di infermieri ma soprattutto di Oss.

Se notate, la lettera C del comma 268 non è certo una fiera delle occasioni, visto e considerato che mette insieme due ragioni. Il riconoscimento della nobilissima e fondamentale opera svolta dal personale sanitario, da tutto il personale sanitario, dunque non solo dai dipendenti interni delle Asl e delle A.O., nel lungo periodo dell’emergenza Covid.

La seconda ragione è contenuta nel requisito che applica la possibilità di stabilizzazione che viene offerta a questi sanitati.

Nel dettaglio, potranno essere stabilizzati solo quei dipendenti di società esterne di somministrazione in servizio da almeno tre anni.

E veniamo al prode Rodolfo Conenna: non ha fatto altro che applicare la lettera C del comma 268 dell’ultima legge di Bilancio, riservando dunque una quota delle assunzioni a tempo indeterminato di personale del comparto sanitario del Santobono e del Pausilipon ai precari delle società interinali, di cui sopra.

Se rispetto ai comportamenti avuti da altri direttori generali nei confronti di questi bravi professionisti che meriterebbero di essere stabilizzati senza se e senza ma, possiamo aver registrato un’inerzia, accompagnata da qualche tentativo di tutelare almeno lo status di precariato, quello che è successo, al contrario, nell’ospedale civile di Caserta, tratteggia una realtà ben diversa e conosciuta dai lettori di Casertace.

Avremmo usato una parola più forte per rendere ancora più evidente la nostra riprovazione se di mezzo non ci fosse una guerra in cui la parola in questione, cioè sterminio, riguarda la carne e il sangue delle persone.

Ma quello realizzato dal Dg Gaetano Gubitosa è stato una sistematica, premeditata e ragionata azione di epurazione del personale sanitario somministrato dalle aziende interinali, Manpower per fare un esempio tra i tanti possibili.

Pochi giorni fa un sindacalista abbracciava ed esprimeva piena solidarietà all’ennesimo gruppo di infermieri e Oss sostanzialmente licenziati dall’ospedale di Caserta.

Persone che avevano perso il lavoro dopo aver sgobbato nei reparti per anni e anni.

E chi si è messo in prima linea per protestare e per evidenziare questa evidente sperequazione creatasi tra un’azienda ospedaliera, diretta da una persona normale, e un’azienda ospedaliera, quella di Caserta, diretta da una persona normalissima sul piano della sua identità privata, ma assolutamente non normale – come abbiamo scritto, ragionandoci a lungo sopra, in tanti articoli – dal punto di vista professionale, che risponde al nome di Gubitosa?

Il sindacato Nursing Up, che nei giorni scorsi ha scritto una lettera al presidente Vincenzo De Luca e al super dirigente del settore, l’inossidabile Antonio Postiglione, che pubblichiamo integralmente in calce. Altro da scrivere non abbiamo, per il momento. Ma rimaniamo vigili, molto vigili.

 

CLICCA QUI PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DELLA LETTERA INDIRIZZATA DA NURSING UP A VINCENZO DE LUCA: missiva regione campania precari