PROVINCIA. Maxi appalto da 5 MILIONI per ad una ditta che ha avuto solo “rapporti occasionali” (😂😂) con la criminalitÃ
9 Luglio 2025 - 13:23

Visti i ceffi arrivati a vincere appalti all’amministrazione provinciale, i fratelli Gentile, adottati dalla città del presidente Magliocca, possono essere pronti alla beatificazione. Partiamo male, presidente Anacleto Colombiano. E non per la procedura di gara in sé, costruita nel periodo del suo predecessore, nonché sindaco per anni di Pignataro Maggiore. Piede sbagliato perché, per un confronto con noi, auspicato da lei la notte della sua vittoria, abbiamo posto una condizione: pubblicate le carte degli appalti, i verbali di gara, cosa che non è successa
CASERTA – Inizia con lo strascico di una procedura legata all’amministrazione dell’ex presidente Giorgio Magliocca, indagato e dimessosi per l’inchiesta sugli appalti truccati, il nostro contatto sulle aggiudicazioni delle procedura di gara sotto la presidenza del nuovo numero uno della Provincia di Caserta, il sindaco di San Marcellino, nonché uomo di totale fiducia del consigliere regionale – anch’egli indagato, ma per un altro caso di corruzione e concussione – di Mondragone, Giovanni Zannini.
Circa 48 ore fa, infatti, la Provincia di Caserta ha ufficializzato l’aggiudicazione definitiva dei lavori da 5.5 milioni di eruo per il completamento del capping, ovvero la copertura impermeabile dei rifiuti depositati in una discarica, e per il ripristino delle opere di estrazione biogas e regimazione delle acque meteoriche nella discarica di Maruzzella, nel comune di San Tammaro.
UNA STORIA ANTE COLOMBIANO. RICORSI E ALTRI RICORSI
Come abbiamo già detto, questa procedura è bandita durante l’amministrazione Magliocca, altro presidente voluto in carica da Giovanni Zannini e quindi con una guida politica non lontana dall’attuale. Nel giugno 2023 la procedura era stata inizialmente vinta da Cericola SRL, società abruzzese, con un ribasso dell’8,28%.
Tuttavia, la società Tralice Costruzioni aveva presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, contestando errori nel calcolo dei punteggi dell’offerta economica. Un errore che la stessa provincia, tramite il rup, il dirigente Gianni Solino, uno dei fan più accaniti alla festa per l’elezione di Anacleto Colombiano (QUI LA FOTO), ammette, facendo ripartire la procedura. È stata quindi indetta una nuova valutazione con una commissione di gara rinnovata, che ha portato all’assegnazione provvisoria a Gentile Ambiente SPA, ex Fratelli Gentile srl, con un ribasso del 29,617% e un importo finale di 3,89 milioni di euro, davanti alla concorrente Semataf SRL.
La scelta quindi è ricaduta sulla Gentile Ambiente, a seguito dei lavori della commissione gara composta dagli ingegneri Carmine Montano, Mario Oscurato, Nicola D’Angelo; nominati dalla provincia dopo una ricerca di mercato per trovare i membri della triade, inviata anche all’Ordine degli Ingegneri casertani che sono guidati dal presidente Carlo Raucci, uno che tra Zannini e Magliocca è stato negli lautamente “gratificato”.
A quanto pare, però, la Tralice ha fatto ricorso, ancora una volta contestando i punteggi della commissione di gara, non ricevendo soddisfazione però né dalla Provincia, né dal Tar, che lo ha rigettato lo scorso 24 dicembre. E da quel giorno parafestivo, nulla si è saputo fino alla determina del 7 luglio 2025, con cui il settore Ambiente della Provincia di Caserta, guidato dall’ormai onnipresente Giovanni Solino, ha confermato l’affidamento a Gentile Ambiente.
I GENTILE, LA PARTITA IVA MORTA E L’INTERDITTIVA ANTIMAFIA, POI DIVENUTA CONTROLLO
Nonostante la società Gentile Ambiente, fondata dai fratelli Francesco e Raffaele Gentile, abbia la sua sede sociale a Casoria, in via Nenni, IV Traversa 10, opera da anni in provincia di Caserta ed è legata alla storia di Terra di Lavoro.
La società ha una seconda sede a Pignataro Maggiore, luogo di provenienza dell’ex presidente Magliocca, di cui è stato sindaco, divenuta quartier generale di tutta l’azienda, e città nella quale gestisce un impianto di rifiuti non pericolosi. In realtà c’era un altro progetto, questa volta per il trattamento di rifiuti pericolosi da costruire sempre a Pignataro, il piano fu poi archiviato nel 2019 dopo proteste cittadine e interrogazioni parlamentari.
E veniamo alla nota, diciamo così, più dolente. Nel marzo 2024 la prefettura di Napoli ha emesso un’interdittiva antimafia, bloccando così temporaneamente anche l’autorizzazione dell’impianto di Pignataro della regione Campania. Un’impasse superato due mesi dopo, quando il Consiglio di Stato, dopo il giudizio contrario del Tar, ha dato ragione ai legali della Gentile Ambiente.
Il Consiglio di Stato, quindi, ha annullato l’interdittiva antimafia, rimandando indietro il carteggio alla prefettura di Napoli che, secondo la corte amministrativa, non aveva valutato le misure adottate dalla società per allontanarsi dai presunti legami con la criminalità organizzata, tra cui l’interruzione di rapporti lavorativi e commerciali con soggetti ritenuti a rischio.
E diciamo che l’ufficio del governo napoletano ha cambiato idea, seppur solo in parte, se è vero come è vero che ha permesso l’iscrizione alla white list della Gentile Ambiente, rendendola però soggetta alla misura di prevenzione collaborativa, inserita nel 2021 all’interno del codice Antimafia.
COME FUNZIONA LA PREVENZIONE COLLABORATIVA?
E’ un tipo di controllo che il prefetto applica quando i tentativi di infiltrazione criminale sono riconducibili a circostanze occasionali, piuttosto che a un legame stabile con la criminalità organizzata. Il meccanismo prevede che sia la prefettura, una volta accertata la natura, ripetiamo, occasionale dell’agevolazione mafiosa, a prescrivere all’azienda interessata una serie di obblighi mirati a ripristinare la legalità, mantenendo però in vita l’attività imprenditoriale.
L’autorità prefettizia ha inoltre la facoltà di nominare fino a tre esperti, selezionati tra gli iscritti all’albo degli amministratori giudiziari, che hanno il compito di affiancare l’azienda nell’attuazione delle misure prescritte, con i relativi costi a carico dell’impresa stessa. Ed è il caso della Gentile Ambiente, che ha un esperto nominato dal Prefetto di Napoli.
Questa supervisione esterna dura da un minimo di sei mesi a un massimo di dodici, periodo al termine del quale, se l’azienda dimostra di aver efficacemente rimosso le cause di agevolazione occasionale e non risultano nuovi tentativi di infiltrazione, il prefetto emette un’informazione antimafia liberatoria che consente la cancellazione dalle liste di allerta e il pieno ritorno alla normale attività.
Piccola nota a margine. Secondo il sito dell’Agenzia delle Entrate, la partita IVA presentata dalla Gentile Ambiente all’interno dei documenti pubblicati dall’amministrazione provinciale di Caserta (04740730637) risulta cessata da qualche anno, esattamente dal 1 gennaio del 1992.
Evidentemente c’è stato un errore del sito dell’Erario, visto che anche la prefettura di Napoli, nella sua white list, mette la stessa partita iva collegata alla Gentile Ambiente. Si tratta di quelle cose piccole, insignificanti che fanno però ammattire chi si trova a leggere carte e documenti.
COSE CHE NON CAPIAMO
Ovviamente, per i legali rappresentanti della Gentile Ambiente non c’è alcun contatto con la criminalità. Per la prefettura è stato occasionale, ma è importante, a nostro avviso, analizzare chi vince procedure d’appalto dal valore milionario in un ente come la provincia di Caserta che non ha mai avuto gli anticorpi per difendersi da interessi corruttivi e criminali, così come più inchieste dimostrano. Non è il caso della Gentile Ambiente, ma è per dire che questo trattamento alla CasertaCe noi lo dedichiamo a tutti.
Al dirigente Solino chiediamo, considerando che l’aggiudicazione provvisoria è del marzo 2025, per quale motivo si è aspettato cento giorni prima di pubblicare quella definitiva? I documenti erano già quelli della gara finita a luglio 2024, nonostante i ricorsi al Tar che non hanno cambiato la sostanza. Si è voluto attendere che la situazione della Gentile Ambiente fosse più chiara? Ma è la stessa dalla sentenza del Consiglio di Stato. Niente, non capiamo, ma sicuramente ci sarà una spiegazione valida.
Al presidente Colombiano scriviamo che, invece, aveva chiesto un confronto, una specie di faccia a faccia, rispondemmo qualche giorno fa specificando che per partire con il piede giusto vanno pubblicati gli atti delle gare d’appalto come, ad esempio, i verbali, assenti per la procedura da 20 milioni di euro per il landfill di Maruzzella, assenti anche per questo. Partiamo con il piede sbagliato.