REGGIA. Il video e le foto dei viali del parco reale appena rifatti e già in condizioni pietose. Ne risponderà qualcuno?

13 Ottobre 2024 - 16:00

CASERTA (p.m.) – Sopitasi l’euforia per la serie di eventi più o meno rilevanti che hanno riguardato la Reggia in queste ultime settimane, vogliamo riportare ai piedi per terra, alla realtà, quella che, anche se guastafeste e canaglia, è ineludibile e presenta prima o poi il suo conto. Perché, in generale, vanno bene la celebrazione, l’autoencomio, l’enfasi per quello che si fa, ma fino ad un certo punto, specie quando  ciò costituisce il contenuto del proprio impegno professionale remunerato o politico indennizzato .

Il primo ottobre, presso la Cappella Palatina, si è svolto il convegno a carattere internazionale “Investire nell’apprendimento permanente per la creazione di posti di lavoro e la resilienza: un dialogo con l’Africa”, organizzato nell’ambito dell’anno di Presidenza italiana del G7.

Nei giorni scorsi è stato ospitato il Technical Meeting European Royal Residences (ARRE),  incontro tecnico internazionale tra addetti ai lavori e direttori delle residenze reali europee. Che a dirla così sembra una cosa ragguardevole sotto il profilo culturale, ma che ai nostri occhi disincantati si ridimensione di molto apprendendo che sono stati presentati come due casi studio, non quelli – poniamo – di una nuova metodica conservativa dei beni storico-architettonici o della ricerca storica, ma quelli connessi al marchio Reggia di Caserta, ossia alla linea di prodotti commerciali ad essa riferibili. Vale a dire la marmellata delle Regine, progetto realizzato con la cooperativa E.V.A. e l’Amarè di Distilleria Petrone. Con l’immancabile addentellato alla Vigna di San Silvestro gestita da Tenuta Fontana, alla seta di San Leucio del Consorzio San Leucio Textile ed alla mozzarella di bufala del consorzio bufalino. Siamo, cioè, nella più pura operazione di marketing, che sta alla missione del museo come i cavoli a merenda.

A fine settembre, in collaborazione con il comune di Caserta, la direzione museale ha divulgato il c.d. piano di gestione del sito Unesco. Il documento, di una ricercatezza grafica estrema quanto gratuita per il suo scopo tecnico (la stampa fotografica a colori e ad altissima definizione non è propriamente a buon mercato e la politica della lesina è  da tempo nel ripostiglio della storia), appare non poco velleitario per la disparità e l’ampiezza degli obiettivi che si dà, tanto da scadere nella fumosità. La gestione a venire, secondo le linee di azione tracciate, punta molto sull’impegno degli enti comunali coinvolti, ma è come chiedere ad un cieco di fare strada lungo un tragitto impervio.

Sempre a settembre, c’è stata la presentazione de Le Serre di Graefer, definito come “speciale partenariato pubblico-privato per il rilancio delle serre nel cuore del Giardino Inglese”. L’impresa è ambiziosa, ma non certo nuova. Il “Catalogo delle piante moltiplicate che si vendono nel real giardino inglese”, pubblicato nel1852,  attesta già lo spaccio di una numerosa varietà di piante al… “Le  persone, che vorranno comprare o dare commissioni di piante”. Non sappiamo quanto sia costata al privato l’aggiudicazione dell’attività. Ma supponiamo non poco, data l’ampiezza dei vivai.   Gli auguriamo, pertanto, il giusto ritorno dagli investimenti, che certo non si presenta agevole presumendo che la platea degli acquirenti dovrebbe essere limitata ai turisti ed ai casertani e dettaglianti, chissà se favoriti nell’accesso a tanto finalizzato.

Estratti dal Catalogo del 1852 delle piante in vendita nella Reggia

I prossimi appuntamenti sono, per così dire,  nello stesso filone mercantile (il 26 e 27 prossimi terrà  banco “Terra di Lavoro Wines” alla Reggia di Caserta con il Consorzio Vitica), insinuando nel grande pubblico, a dosi sempre più massicce, l’idea da tempo in voga – populisticamente, senza distinzione politica, dei governi di sinistra quanto dei governi di destra – con  che non vi possa essere fruizione culturale se non associandola all’intrattenimento, allo svago, all’impegno purché leggero, al consumo. Quanto diseducativamente è facile capirlo. Non a caso la capacità dei direttori degli enti culturali è ora misurata più sulle abilità di suscitare un proprio circuito di clientela che sulle qualità scientifiche, che non sono esattamente la stessa cosa. 

In questo contesto di molte apparenze e formalità, il sindaco, quale rappresentante della città, è chiamato spesso ad essere presente direttamente con un suo intervento. Paradossalmente, poiché uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo turistico della città è proprio l’insipienza del governo cittadino, dei passati  come dell’attuale. Però, quest’ultimo certamente con più colpa. Sia per la sua durata e la pervicacia nell’azione d sfigurazione urbanistica del centro storico, sia perché deliberatamente indifferente a tutti gli allarmi di questa deriva lanciati  dalle molte e qualificate associazioni culturali ed ambientaliste cittadine. Solo chi non conosce la realtà casertana può credere alle mirabilie che Marino dice di Caserta, quando prende la parola, godendo peraltro di una informazione locale puntualmente acquiescente. La litania che ripete il primo cittadino è che esisterebbe una Caserta oltre la Reggia. Ma lo può credere solo lui, per come stanno le cose. Gli potremmo fare un rubrica lunga come un elenco telefonico di un tempo, dello sfascio civico, a cominciare dai siti di San Leucio, del Belvedere e di Casertavecchia. E lasciamo perdere i dintorni della Reggia.  Né i gremiti concerti di Gigi D’Alessio, ma né il convegno internazionale del 1° ottobre hanno spinto un’amministrazione comunale allo sfascio autentico ad addrizzare il palo toponomastico di piazza Carlo di Borbone che pende da quasi due anni, che qui assumiamo come epitome del disastro casertano. Dunque, di che si vuole parlare?

La Reggia al tempo delle vacche magre ma ordinata

Ci avviamo alla conclusione contrapponendo a questo clima artefatto una semplice considerazione. Benché passato a miglior vita da oltre due secoli e mezzo, è il venerato maestro Vanvitelli l’artefice della fama di Caserta (senza dimenticare i Borbone, la cui opera è totalmente sminuita, se si considera che con il Regno e la Repubblica italiani non vi è un lascito di un’architettura degna di considerazione). I turisti, i visitatori vi arrivano non per altro che per ammirarne la splendida Reggia, che venda o meno le marmellate o fiori e piante. E come è sempre accaduto anche in tempo di “vacche magre”, compito chi l’ha in sorte  è di custodirla al meglio, senza troppo divagare a discapito dell’impegno gestionale, anche se qualche trastullo organizzativo può gratificare la visibilità personale.  Ed oggi tanto più facile ne è il compito, per i bilanci ricchissimi del museo e gli avanzamenti tecnologici nell’ambito.

Per uscire dal vago, prendiamo il caso del recente “…riadeguamento funzionale e decoro percorrenza principale del parco della Reggia”. L’intervento fa parte di lavori più generali appaltati il 28 maggio 2023 per un importo di quasi un milione e novecentomila euro su una base d’asta di due milioni, centoquarantumila euro e spicci, con un ribasso del meno 11,45 %.

DETTAGLI DELLO STATO DELLA PAVIMENTAZIONE

Sono risultate aggiudicatarie l’azienda Costruzionitalia s.r.l. di Gricignano di Aversa e la Edilsaf s.r.l. di S. Maria C.V. . Il cantiere prendeva avvio ad aprile scorso e ci risulta che sia ancora in atto anche se forse alla conclusione. Sta di fatto che già da settembre, dopo il rifacimento del primo tratto accessibile riferito al primo dei quattro sottocantieri istituiti da luglio, si sono osservati dei difetti di realizzazione. I quali difetti sono divenuti oggetto di commento e documentati da più di un social cittadino ed attribuiti alla mancata amalgama tra cemento e pietrisco impiegati.

Ora si può obiettare che sono cose che possono capitare. Ma non va dimenticato che le opere hanno un direttore dei lavori ed un ispettore di cantiere nelle persone dei funzionari della Reggia Giovanna Rauccio, responsabile del servizio Salvaguardia e Valorizzazione del complesso del Parco e Rosario Patanè, già del servizio manutenzione e sicurezza, transitato ai servizi educativi e di mediazione  e da settembre dimissionario dall’impiego pubblico. E per questa ragione ci si aspetterebbe una maggiore sorveglianza sui lavori perché vengano eseguiti, anche a salvaguardia dell’incolumità del pubblico, a regola d’arte ed essendo tali mansioni tecniche di vigilanza remunerate in ragione di un’aliquota dell’importo posto a base di gara. Sta di fatto che la situazione è quella che è e che documentiamo con il video e le foto in pubblicazione. La direzione della Reggia, poiché sempre prodiga di comunicati, non farebbe male a far sapere come stanno le cose. O no?

IL VIDEO DELLA PAVIMENTAZIONE DOPO I RECENTI LAVORI

(credit video REGGIANDO…e dintorni reali, sito di Nando Astarita)