S.MARIA C.V. Dirigente D’Aco, applausi a scena aperta: in due ore revoca una gara sui rifiuti, poi revoca la revoca. Quando revocherà se stesso?

9 Ottobre 2018 - 12:13

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Contrordine. Nel settore del dirigente Giancarlo D’Aco le procedure stabilite dalla legge, non certo da CasertaCe, che regolano il tema delicatissimo dell’affidamento, da parte di un organismo della pubblica amministrazione, a soggetti privati, di forniture di bene e/o servizi, rappresenta una sorte di gioco da tavolo, una di quelle cose che si fanno, anzi si facevano, a Natale, in altre epoche, tipo Tombola, Mercante in fiera o Monopoli ecc…

Ieri, (CLICCA PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO), D’Aco, dichiarando una cosa molto grave, cioè che il comune di Santa Maria Capua Vetere, non essendo provvisto della piattaforma necessaria per la trasmissione dei dati delle gare d’appalto attraverso Posta elettronica certificata, o Pec, revocava ipso facto l’affidamento a una ditta con sede a Torino ma con un’anima nella molto più ruspante San Vitaliano, poi che siano realmente torinesi bisognerebbe verificarlo, del servizio del conferimento della frazione organica in un primo tempo, attribuito per due mesi. Contestualmente, nella stessa determina, sempre D’Aco, stabiliva il ritorno al vecchio sistema cartaceo anti-diluviano dell’offerta custodita in busta sigillata, anche se, dalle nostre parti, i sigilli in cera lacca sono stati sempre un optional sempre violati da sapienti manine che, notte tempo, o anche durante il giorno, quelle buste le aprivano, le guardavano e le ri-ceralaccavano.

Sono passate due o tre ore, non crediamo questa cosa sia connessa al nostro articolo, pubblicato già in orario post-ufficio, che questa revoca dell’affidamento è stata a sua volta revocata. Dunque, D’Aco, ha fatto la revoca della revoca.

Affermando di aver capito, evidentemente all’improvviso perché fino a tre ore prima non l’aveva capito, che Santa Maria Capua Vetere vive in una condizione di totale emergenza, ha scritto in determina che le buste non sono più buone e, piattaforma o meno, i torinesi, o presunti tali, hanno vinto e si sono aggiudicati il servizio.

Domanda seria, serena e costruttiva al sindaco Antonio Mirra. Cosa c’entra l’esercizio delle malelingue con queste vicende sconcertanti che trasformano i procedimenti amministrativi in una sorte di esercizio ludico, determinando un’incertezza del diritto?

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