“Speriamo non arrivi Le Iene”. Così i secondini parlavano dopo le TORTURE AL CARCERE DI S.MARIA C.V.
15 Marzo 2023 - 18:38
La procura ha sfruttato questa occasione per chiedere che venissero inseriti tra i testimoni un gruppo di soggetti che, inizialmente, erano stati fatti fuori, in considerazione del ritardo della procura nell’aggiungere questi teste
SANTA MARIA CAPUA VETERE (l.v.r.) – Ha parlato nell’aula bunker del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il comandante dei carabinieri Macrì, rispondendo alle domande del procuratore e delle parti civili, rappresentate de oltre 70 legali, tra cui gli avvocati casertani Mirella Baldascino e Alessandra Carofano, nel processo sulle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere del 6 aprile di 3 anni e in piena pandemia da coronavirus e a seguito delle proteste di detenuti.
Se nella scorsa udienza Macrì aveva portato in aula la ricostruzione dei fatti dell’inchiesta, oggi si è parlato di intercettazioni.
Il comandante ha spiegato come lui e i suoi uomini hanno operato per riconoscere i soggetti dalle conversazioni telefoniche intercettate.
Ci si è soffermati, tra le altre cose, su una chiacchierata al cellulare che due soggetti imputati avevano avuto giorni dopo le violenze del 6 aprile 2020.
Parlando delle proteste che c’erano state all’esterno del carcere di Santa Maria Capua Vetere, i due agenti si chiedevano se le immagini della manifestazione fuori all’ingresso della struttura penitenziaria non potesse provocare scalpore e sia curatolo che non intervenisse Le Iene – il noto programma di Italia 1 – per approfondire la vicenda delle violenze in carcere.
Nelle scorse settimane era stato sostituito il giudice a latere di questo processo, per motivazioni che abbiamo spiegato in un precedente articolo.
Nuovo giudice e, quindi, nuova istruttoria dibattimentale per il processo.
La procura ha sfruttato questa occasione per chiedere che venissero inseriti tra i testimoni un gruppo di soggetti che, inizialmente, erano stati fatti fuori, in considerazione del ritardo della procura nell’aggiungere questi teste.
Essendo ripartita di nuovo la parte del processo relativa l’acquisizione degli elementi conoscitivi necessari al giudice per valutare la fondatezza dell’ipotesi d’accusa, a seguito della citata trasformazione del collegio giudicante, la procura ha potuto ripresentare questa lista di testimoni aggiuntivi.
Questa volta i pm hanno ricevuto l’okay della corte.