TERRENI IMPRECO & MILIONI. Giosy Romano “commissaria” la sua pupilla Pignetti. Ma gli imprenditori sono sempre gli stessi

10 Luglio 2023 - 09:30

É lui che sta mediando: se da commissario Zes acquisirà il controllo della procedura di assegnazione dei fondi, nulla cambierà perché Romano ha fatto sempre parte dello stesso sistema

CASERTA (g.g.) – L’idea che Giuseppe Romano, per gli amici Giosy, sia diventato all’improvviso una sorta di taumaturgo delle politiche industriali del Sud Italia non convince il nostro modesto, ma non certo sprovveduto punto di vista.

Giosy Romano ha attraversato da protagonista il passato prossimo del trasformismo campano. La sua appartenenza, come del resto capita al novanta per cento dei politici di qui, non l’ha mai decisa in base a un connotato ideologico, ma sempre in funzione all’obiettivo di contare, di comandare.

Prima berlusconiano oggi deluchiano di ferro, al punto che alle elezioni regionali del 2020 mise in piedi una delle tante liste civiche di appoggiò al governatore, naturalmente alimentata e corroborata da una possibilità di reclutamento garantita dal potere che De Luca gli aveva consentito di gestire, come presidente dell’Asi di Napoli, e dentro a un modello clientelare collaudatissimo che ha trasformato in trionfo plebiscitario, una vittoria già annunciata.

Romano gode di buona stampa. In questi giorni si parla di lui come il gran tessitore del salvataggio Whirlpool attraverso un uso sagace del ruolo di commissario delle Zone Economiche Speciali, aree in cui si può investire godendo di uno strutturato credito di imposta finanziato dal governo e dal parlamento nazionale, ma, soprattutto, da un’effettiva sburocratizzazione, che riduce a una sola le famigerate 37 autorizzazioni che occorrono per aprire un’impresa nel nostro Paese.

Le otto Zes, tutte localizzate al Sud, furono introdotte dal governo Gentiloni, rifinanziate da Draghi e gestite oggi dal governo Meloni, attraverso il ministro agli Affari regionali con delega per il Sud Raffaele Fitto. Giosy Romano, oltre ad essere commissario, oggi del governo Meloni, della Zes della Campania, lo è anche di quella della Calabria. ù

Il fatto che Raffaela Pignetti abbia stabilito una sorta di record, stando ad oggi, da nove anni al comando dell’Asi di Caserta e, se la media è quella collegata ai numeri pubblicati dai revisori dei conti, a spendere svariati milioni di euro solo per consulenze legali e più di mezzo milione o anche più in viaggi (per non parlare della storia del Cise, targata proprio Romano – LEGGI QUI), visite internazionali eccetera, rappresenta una coproduzione tra Stefano Graziano e Giosy Romano che, questione di punti di vista, per carità, l’hanno ritenuta, in pratica, insostituibile.

Soprattutto da quando Graziano ha mollato De Luca, è stato Giosy Romano a provare la mediazione ed è stato probabilmente lui a consigliare alla Pignetti di evitare l’estremo scontro sullo Statuto, ma, soprattutto, a occuparsi del vero casus belli, costituito dall’assegnazione dei terreni della zona Impreco (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOME DELLE DITTE ASSEGNATARIE), effettuata con una sorta di blitz, nello scorso dicembre dalla presidente Pignetti, in difformità con le precise raccomandazioni della Regione, affinché si astenesse dal farlo.

Ma in quell’assegnazione si addensavano gli interessi di tanti pezzi da novanta dell’imprenditoria del mattone dell’agro Aversano e del Nord Napoletano, che hanno costituito un asse di ferro con Stefano Graziano, spesso custoditi dal fratello Mimmo, assistente universitario e personaggio largamente sottovalutato, ma, al contrario, titolare di un peso specifico molto superiore rispetto a quello che appare e viene percepito.

Il coacervo degli interessi Impreco ha presentato il conto a Graziano, ma anche a Zannini, al punto che Alessandro Rizzieri, rappresentante di quest’ultimo nel comitato direttivo dell’Asi, ha votato quell’assegnazione dei terreni, facendo, lui e Zannini, esattamente il contrario di quello che avrebbe desiderato il governatore De Luca.

L’assunzione, da parte del commissario di governo Giosy Romano, del controllo delle assegnazioni dei terreni ex Impreco, è un fatto direttamente connesso a quello della resa sullo Statuto.

Giosy Romano possedeva indubbiamente buoni argomenti per ammorbidire la posizione della presidente Pignetti, ma per la sostanza di quelle assegnazioni, al di là di qualche giro di valzer, organizzato sagacemente da Giosy Romano, non cambia nulla. Ciò perché quest’ultimo ha lavorato e operato al fianco degli stessi gruppi di potere economico.

Giosy Romano conosce bene i Canciello, i Pozzi, i Della Gatta e fa politica per De Luca e non certo per il governo di centrodestra, al di là di qualche trasversalismo emerso in queste ultime settimane con Cirielli, Michele Schiano, cioè con la corrente di Fratelli d’Italia, con cui uno come Giosy Romano può avere, come poi effettivamente ha, immaginabili consonanze