ELEZIONI REGIONALI SOTTO LA LENTE. La vera classifica dei neo-consiglieri più votati che non leggete da nessuna parte. Zannini, Zinzi, Oliviero, Piscitelli e…

23 Settembre 2020 - 17:39

Le preferenze in numero assoluto sono totalmente insignificanti, ma vanno considerate in relazione alla demografia

CASERTA – In molti in queste ore stanno producendosi nell’antico rituale, stile torrone natalizia, di avanzare classifica dei più e meno votati, promossi e bocciati, Dal punto di vista politico, è questioni di punti di vista. Uno può essere d’accordo o meno sull’analisi, sull’esito del voto a questo candidato o a quell’altro. Da un punto di vista tecnico-aritmetico (scusate l’espressione) i conti che girano non valgono un cazzo. Perché se tu hai preso 40 mila voti di preferenza in una circoscrizione che ha espresso più di un milione di voti validi, non è che sei meglio di uno che ha preso 15 mila preferenze con neanche 200 mila voti validi. In poche parole, il valore della valutazione si coniuga con l’espressione di un numero relativo, ponderato e non assoluto, perché quest’ultimo varrebbe solo se in ognuna delle 5 province campane votassero esattamente lo stesso numero di elettori. E allora vediamola questa classifica seria, partendo dal podio, cioè dalle tre performance migliori in tutta la regione.

L’ultimo posto nella Top Five se l’aggiudica il casertan-mondragonese Giovanni Zannini, i suoi 21.312 voti di preferenza conquistati valgono il 5,57% di tutti i voti validi scrutinati nella circoscrizione di Caserta

che sono stati esattamente 382.463, che poi rappresentano il numero degli votanti (444.894) decurtato delle circa 37 mila schede non valide, tra nulle e bianche, più quelle che non sono entrate nella cifra dei voti validi per le liste in quanto il votante ha barrato solo il nome di un candidato presidente.

Al riguardo, giusto per finezza, il numero di casertani che hanno votato solo per i candidati presidente (ovviamente De Luca ha fatto la parte del Leone) è pari a 25.462. Questa cifra, se la dividiamo per 407.925, che rappresenta quella dei (quasi) voti validi, perché decurtata solo delle bianche, delle nulle e delle contestate e non quella attribuita secca ai candidati presidenti, da questo calcolo possiamo stabilire che il 6,24% dei voti validi casertani non ha espresso alcun partito ma solo il candidato governatore. Poi vedremo quanti di questi si è pappato De Luca, grazie ai 3 mesi di streaming cabaret in salsa covid.

E veniamo ai piedi del podio. La medaglia di legno se l’aggiudica un soggetto da esaminare a fondo. E’ irpino, si chiama Livio Pettito e con i suoi 11.829 voti di preferenza ha conquistato il 6% netto dei voti validi espressi nella circoscrizione di Avellino. Ciò è avvenuto nella lista del Partito Animalista, che invece a livello regionale ha raggiunto l’1,43%. Se il candidato di lista del Partito Animalista ad Avellino avessi preso il 20% rispetto agli altri candidati delle altre circoscrizione, quindi 1.500/2.000, questi 33 mila sarebbero diventati 23 mila. Quindi, al netto di Petitto, il Partito Animalista avrebbe raggiunto il 0,98%. Ovviamente non avrebbe mai preso il seggio ma il problema non è questo, un altro. Un solo candidato conquista più di 1/3 dei voti di un partito che comunque, riempitivo o non riempitivo, ha messo in campo almeno 50 candidati, che magari saranno un po’ di meno perché un candidato può scendere in campo anche in due circoscrizione ma, insomma, questo è. In poche parole, 45/46 candidati conquistano il 62/63% dei voti di una lista e uno solo arriva al 35 e passa. Ecco perché Livio Petitto, neo consigliere del Partito Animalista è un fenomeno da osservare.

Medaglia di bronzo il meno misterioso Maurizio Petracca, già demitiano, poi non più demitiano, consigliere regionale uscente e presidente della Commissione Agricoltura. I suoi 14.851 voti valgono il 7,55 dell’intero risultato della circoscrizione di Avellino per voti alle liste, 196.839. Medaglia d’argento per Vincenzo Alaia di Italia Viva. Anche lui in grado di capitalizzare il fatto di essere consigliere regionale uscente nel gruppo Centro Democratico, con le sue 15.725 preferenza vale il 7,99%. I due consiglieri regionali della lista Noi Campani, nonostante lo sforzo compiuto da Luigi Bosco per sostenere Steve Stellato sono entrambi mastelliani doc. La Iodice che ha battuto il citato Stellato al fotofinish a Caserta, ma ancor di più Gino Abbate che, quando il sottoscritto fondava e dirigente Il Sannio Quotidiano, primo storico giornale della provincia di Benevento, già faceva incetta di incarichi da sottogoverno, dove è stato sempre una protesi mastellliana. E oggi Mastella può sorridere in quanto Gino Abbate, con i suoi 9.903 voti ha conquistato 8.355 di tutti i voti validi espressi ai candidati del consiglio regionale espressi in provincia di Benevento (118.551.).

Come avete potuto constatare, nella Top 5 ci sono ben 4 neo consiglieri regionali provenienti dalle province più piccole, precisamente 3 da Avellino (Pettito, Petracca e Alaia) e uno, per l’appunto, da Bevenento, cioè Abbate. Se è vero che su un piano strettamente aritmetico è serio e giusto ponderare il dato delle preferenze, va pure rilevato che, seppur in perimetri demografici molto più ristretti, un po’ il fatto di essere non in tanti a chiedere il voto, favorisce chi concorre nelle province più piccole, rispetto a quelli che devono orientarsi nell’autentica qasba dei candidati nelle province più popolose e anche più densamente popolate.

Per quanto riguarda il centrodestra, è sicuramente quella di Gianpiero Zinzi la performance più rilevante. In verità, i suoi 15.816 voti di preferenza tagliano la testa al toro perché gli attribuiscono un primato anche i termini assoluti, dato che la seconda in classifica è quella di Anna Rita Patriarca, prima eletta di Forza Italia a Napoli a 11.162 preferenze e la terza quella di Carpentieri dei salernitani di Fratelli d’Italia, con 9.530 preferenze, seguita dagli 8.927 voti di Schiano a Napoli. A maggior ragione e con distacco cospicuo, Zinzi si aggiudica la palma del migliore del centrodestra, con i voti raggiunti che valgono il 4,14%, che non è neppure malaccio considerando tutti i candidati tra maggioranza e opposizione e posizionandosi nella top ten regionale. Zinzi stacca di gran lunga Carpentieri, eletto in FdI a Salerno, il cui coefficiente è pari al 2,00%, con 9.530 preferenze. Terza piazza per Massimo Grimaldi di Forza Italia, 8.516 preferenze per il 2,27%. Quarta percentuale quella del casertano Alfonso Piscitelli, con l’1,46%, che esce fuori dai 5.609 voti di preferenza personale ottenuti e che valgono più degli 8.927 raccolti a Napoli da Schiano, con una percentuale dello 0,75%. Sempre per l’opposizione, il risultato di preferenze di 3.078 del casertano a 5 Stelle, Salvatore Aversano, si attesta allo 0,80%, non lontano dall’1% del coefficiente della prima eletta a Napoli e candidata al consiglio, Valeria Ciarambino la quale, com’è noto, per salvare il seggio in consiglio regionale, si è dovuta candidare sia da presidente, nella cui contesa, arrivando terza, non ha acquisito alcun diritto, sia da semplice consigliere regionale nella circoscrizione di Napoli.

Un passaggio su Caserta. Di Zannini, Zinzi, Grimaldi e Piscitelli abbiamo già scritto per le performance sul piano regionale complessivo, ore vediamo come sono andati gli altri. Va sicuramente menzionata la performance di Gennaro Oliviero. Il primo e unico eletto del PD in provincia di Caserta ha raccolto 20.125 preferenze con una percentuale di 5,26. Non sappiamo se ci sono altri eletti tra il 5,57 del coefficienti di Zannini e quello di Oliviero, ma l’idea che il sessano possa essere il sesto, massimo settimo autore della performance elettorale miglior è più che un impressione migliore. I 6.689 voti che hanno consentito alla marcianisana Maria Luigia Iodice di conquistare un seggio alla Regione, che diverse circostanze sfortunate le negarono nel 2010 quando scese in campo, candidata da Pierino Squeglia, nella lista Api, vale l’1,75% di coefficiente. Dulcis in fundo, Enzo Santangelo, che è riuscito, buon per lui, a coronare il sogno di una vita. 8.796 preferenze che valgono un interessante 2,30%.

Una menzione speciale anche per un non eletto. Domenico Matera di Fratelli d’Italia ha pagato duramente l’esiguità della rappresentanza della provincia di Benevento. Il resto del suo partito, infatti, pur significativamente alto, non è riuscito ad arrivare alle quote ancora più alte dei due resti principali che hanno prodotto i due eletti. Quello del PD, che ha messo in campo due candidati che hanno corso in concorrenza e quello di Noi Campani che ha puntato tutto su Gino Abbate. I rappresentanti di Fratelli d’Italia, nel Sannio, ha raccolto 6.172 preferenze che, in termini assoluti, ne fa il miglior risultato del centro destra. Questo coefficiente, 5,20, sarebbe finanche migliore della percentuale di Zinzi, primo in assoluto del centrodestra.