L’imprenditore di CASAPESENNA: “Francuccio la benzina mi assegnò 4 gare d’appalto nella casa del titolare del CASEIFICIO GAROFALO”

30 Ottobre 2020 - 13:30

…che, aggiungiamo noi, è vivo, vegeto e si rappresenta come uno dei marchi più importanti nella vendita della mozzarella di bufala Dop

 

CASAPESENNA – Gli elementi inseriti nell’ordinanza con la quale il tribunale di Napoli ha recentemente arrestato 7 imprenditori della “galassia” di Michele Zagaria, non costituiscono apporti sconosciuti dato che molte di questi contenuti sono stati già utilizzati in altre ordinanze, a partire da quella principale di Medea risalente al luglio 2015. Tra questi, c’è sicuramente un interrogatorio reso alla dda, da uno di questi imprenditori, precisamente da Luciano Licenza, proprio pochi giorni dopo, precisamente il 29 luglio 2015, il suo arresto nella retata di Medea, all’alba del 14 luglio.

La versione associata a questa ordinanza, però, contiene qualche fatto che CasertaCe non ha pubblicato. Ora, non sappiamo se perchè nel marasma della mastodontica ordinanza Medea c’è sfuggito o se invece in quella sede non era stata pubblicata nella versione odierna. Ma tutto sommato è perfettamente inutile stabilirlo.

Cosa dice Luciano Licenza? Intanto, se volete consultare il testo integrale, potete accedervi dando un’occhiata in calce a questo articolo. In sintesi, Licenza dice che Francesco Zagaria, detto Francuccio ‘a benzina, marito di Elvira Zagaria e dunque cognato del boss, era il vero dominus da cui dipendeva lo smistamento di tutti gli appalti più importanti, a partire ovviamente da quelli della Regione

Campania, relativi alle reti idriche.

E questo, si sapeva, dato che Francesco Zagaria, morto da diversi anni, è stato al centro di decine di ordinanze, a partire da quella sull’ospedale di Caserta, dalla quale saltò fuori l’incredibile racconto di un ufficio che all’interno dell’ospedale era stato approntato proprio per lui, un ufficio formalmente utilizzato, dunque, dal clan dei casalesi, incredibile ma vero, all’interno del massimo nosocomio provinciale.

Sono i dettagli di questa testimonianza di Licenza che rappresentano, invece, almeno per noi, dei fatti rilevanti. Se queste dichiarazioni di Licenza, infatti, sono considerate genuine, sinceramente esposte, al punto da rappresentare un elemento che il pubblico ministero utilizza e che il gip assume, allora bisogna valutare tutto, riflettendo su ogni sillaba pronunciata dall’imprenditore dell’agro aversano.

Un punto soprattutto: Luciano Licenza chiede a questa sorta di direzione generale di fatto che Zagaria aveva messo in piedi, di fargli avere qualche buon appalto. No problem: viene immediatamente organizzato un colloquio con Francesco Zagaria, alias Francuccio ‘a benzina. E dove si svolge questo colloquio? Afferma testualmente Licenza: “Ci incontrammo in una abitazione a Casapesenna, di proprietà del titolare del caseificio Garofalo.”

Ora, partendo dal presupposto che questa può essere anche una fregnaccia, peraltro pronunciata da un testimone genuino perla dda, non è che il caseificio Garofalo sa un’entità sconosciuta o evaporata nelle inchieste di camorra. E’ oggi uno dei caseifici più importanti della Campania, fa parte del consorzio mozzarella Dop e recentemente ha anche aperto un punto vendita nell’area commerciale della stazione Termini. Insomma, se la direzione di questa azienda ci fa sapere cosa ne pensa di queste dichiarazioni di Luciano Licenza, non sarebbe una cattiva cosa.

Senza alcun problema Licenza detta le quattro gare, poi fa tutti i nomi degli imprenditori come lui fanno soldi a palate, grazie a Zagaria e al cognato. Parla di tre specialisti nell’apertura delle buste, cioè gente che figuriamoci se si faceva intimidire dalla ceralacca. E infine racconta una vicenda che effettivamente in passato abbiamo già riportato, relativa al presunto ruolo di un custode, dipendente della Regione, del palazzo di via Pigna a Napoli, dove vengono conservate le buste delle gare d’appalto.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA