L’OMICIDIO DI VIA VICO. La sentenza a metà gennaio. Tra i testi anche il fratello dell’imputato Gabriel Ippolito, accusato dell’assassinio di Gennaro Leone
25 Dicembre 2022 - 17:11
La difesa rinuncia ai testi, ma gli avvocati di parte civile si oppongono e chiedono l’escussione del congiunto dell’imputato accusato di omicidio volontario aggravato da motivi futili e abietti.
CASERTA Avrebbero dovuto essere ascoltati oggi in aula il fratello e gli amici di Gabriel Ippolito, accusato dell’omicidio di Gennaro Leone, il 18enne pugile di San Marco Evangelista ucciso la sera del 28 agosto 2021 in via Vico, ma la difesa dell’imputato, affidata agli avvocati Angelo Raucci e Michela Ponticelli, ha rinunciato ai testi. Una mossa che non è piaciuta agli avvocati Alfredo Plini e Alberto Tartaglione che, in rappresentanza della parte civile, si sono opposti. Dopo una breve camera di consiglio, la Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Roberto Donatiello, ha dato loro ragione: Manuel Ippolito, fratello dell’imputato, anche lui presente la sera del delitto, verrà, dunque, sentito nella prossima udienza fissata per il 10 gennaio 2023.
Probabilmente nella prossima udienza il fratello dell’imputato si avvarrà della facoltà di non rispondere, in quanto prossimo congiunto di Gabriel ed in quella stessa data il pm potrebbe già procedere con la requisitoria. Il giorno successivo, l’11 gennaio, quindi, dovrebbe tenersi la discussione delle parti civili e, a meno di un rinvio “fittizio” per la replica dell’accusa, in quella stessa data potrebbe essere pronunciata la sentenza.
Gabriel Ippolito, ricordiamo, è accusato di omicidio volontario, aggravato da motivi futili e abietti. Solo nel corso dell’ultima udienza del 7 dicembre, per la prima volta, ha chiesto scusa alla famiglia di Gennaro Leone. Ippolito, maddalonese di origine, residente a Caivano e da 16 mesi in galera, risponde dell’assassinio del pugile di San Marco Evangelista: il 28 agosto del 2021 sferrò non una, ma due coltellate al suo coetaneo (una delle quali ritenuta fatale).