L’abbraccio naturale tra Zannini e Mimì Laurenza. Se non stanno attenti e non mettono in riga il sindaco Trombetta, capiterà che il mondragonese “si papperà” M.L. Iodice e metterà nell’angolo Zinzi nella loro città

25 Ottobre 2023 - 12:03

Un primo test sulla rivendicazione, per la presidenza dei revisori dei conti, avanzata con decisione da Gian Domenico Colella. Vi spieghiamo perché il consigliere regionale non si sta muovendo solo per le prossime elezioni provinciali e anche perché mantenere in vita ad ogni costo questa amministrazione, nata senza una maggioranza in consiglio comunale, rischia di decretare la fine politica della dottoressa di via Roma. Due consiglieri stanno già con Zannini, altri due sono fortemente indiziati

MARCIANISE – Qualcosa di più si saprà dopo il voto del consiglio comunale fissato per domani sera, 26 ottobre, con il quale il consiglio comunale eleggerà il presidente del collegio dei revisori dei conti.

Al riguardo, c’è un a forte rivendicazione di Giandomenico Colella, che ha chiesto esplicitamente di poterlo indicare quale candidato unico della maggioranza. Colella è, però, uno degli indiziati di cointeressenza politica con il consigliere regionale Giovanni Zannini, il quale come se niente fosse prima ha schierato la sua lista ufficiale con la candidata del centrosinistra Lina Tartaglione e poi con un movimento che lui considera normale, come ha dimostrato con il ribaltone dei ribaltoni attuato a suo tempo al Comune di Aversa, è passato in maggioranza, con tanto di genuflessione del sindaco Tonino Trombetta, evidentemente compulsato dal nipote Gabriele Trombetta, da tempo arruolato nella squadra di Zannini, nel giorno in cui questi ha inaugurato la prima sezione della nuova sigla politica dei Moderati in Azione.

Un evento che non ha portato fortuna al leader della seconda gamba del movimento, Luigi Bosco, pesantemente colpito, qualche giorno dopo, da una indagine della Dda di Napoli.

Giovanni Zannini ha compiuto, dunque, un’operazione a Marcianise che non appartiene alla consueta dinamica delle sue relazioni con il territorio.

Ha aperto una sezione, e lo ha fatto alla presenza del sindaco, che è intervenuto con un indirizzo di saluto, certificando di fatto il più che disinvolto passaggio della squadra di Zannini dal centrosinistra che ha perso, ad un sindaco che ha vinto perché ora, pur di durare, si affida ai consigli di suo nipote Gabriele che si muove per conto del consigliere mondragonese.

Questa modalità lascia intendere che lo Zannini non si stia muovendo solo per raccattare voti dei consiglieri comunali in vista delle elezioni provinciali che il prossimo 10 dicembre eleggeranno il nuovo consiglio provinciale, naturalmente ancora con il diritto di elettorato attivo riservato solo e solamente ai consiglieri comunali dei 104 comuni della Provincia di Caserta.

Uno non apre una sezione per una operazione mordi e fuggi che Zannini, con i suoi metodi, potrebbe gestire senza esporsi così tanto.

No, lui vuole fare tre cose, ani due perché una già l’ha fatta: lui ha dimostrato alla consigliere in carica Maria Luigia Iodice e al leader del centrodestra Gianpiero Zinzi che è in grado di fare qualsiasi cosa, di assumere qualsiasi posizione, di stare un giorno col centrosinistra e un altro giorno dal lato opposto, senza difficoltà. Come e quando vuole, come e quando decide.

Perché, ormai lui è diventato il punto di riferimento di chi fa politica per ottenere piccoli, medi e grandi obiettivi personali, cioè dell’80% di quelli che si cimentano in provincia di Caserta.

Si dirà, ma perché in Lombardia, in Veneto, in Emilia Romagna, in Toscana e nel Lazio la politica la fanno i filantropi?

No. Anche in quel caso le ragioni dei propri interessi personali, della famiglia, di quegli amici che poi dovranno votarti e farti votare sono ampiamente preminenti. Ma una differenza c’è. Da quelle parti, questa attività va compiuta con una misura, un’attenzione e una cautela maggiori, perché esiste un’opinione pubblica espressione di una responsabilità di una consapevolezza che qui da noi non si sa neppure dove stiano di casa.

Dunque, non si può esagerare, devi fare realmente e non a chiacchiere gli interessi dei cittadini, altrimenti il livello culturale medio, la dignità di un ruolo che i singoli individui avvertono, finiscono per punirti nell’urna elettorale.

Il sud e Caserta in particolare, provincia di cui possiamo parlare a ragion veduta conoscendola ormai fino al midollo, considerano un eroe, un’icona, chi è capace di farsi i cavoli suoi avendo poi l’80% degli individui l’obiettivo di farsi i propri, seppur in scala 1:1.0000000 rispetto al pieno di potere, di privilegi e, perché no, anche di condizione economica che toccano la vita di un politico che magari nella sua professione valeva poco o nulla.

E allora è chiaro che Zannini diventi un’icona ed è normale che un’altra “iconcina” emblematica di un certo modo di far politica, come Domenico Laurenza, si unisca a lui come in una sorta di crasi naturale, biologica, nel momento in cui Zannini decide di sbarcare, con i suoi metodi e la sua mentalità, nella piazza di Marcianise, che fino ad ora non aveva curato più di tanto.

Questa fotografia è solo l’attestazione di un corso naturale delle cose che si realizza.

Mimì Laurenza è stato dappertutto. Assolutamente impossibile ricordare, finanche per noi, tutti i luoghi della politica locale in cui ha portato il suo cospicuo pacchetto di voti, che hanno consentito a lui di fare il consigliere diverse volte, e a maggio scorso di consentirlo a sua figlia Carmela.

Il campione di un trasformismo anti -esemplare qual è Mimì Laurenza aspettava, quasi messianicamente che Zannini arrivasse a Marcianise.

Lì doveva stare, con lui sta e con lui starà.

Ciò vuol dire che l’operazione che il mondragonese sta compiendo va al di là della contingenza rappresentata dalle elezioni provinciali del 10 dicembre. Lui lavora al suo progetto, che qualcuno etichetta come espressione di una megalomania, ma che noi riteniamo invece possibile, possibilissimo, visto che uno che trova nella sua biologia più o meno corretta la possibilità di lavorare 15/20 ore al giorno e di lavorare concentrando ogni suo sforzo a trovare in qualsiasi giornata un minimo comune denominatore nelle aggregazioni alla Mimì Laurenza, sarà sicuramente capace di mettere insieme, a Caserta, una lista da 100mila e passa voti, forse 150mila, e di trovare in almeno altre due province della Campania interlocutori in grado di arrivare a punti di sintesi, di accordo da scontare poi quando lo Zannini diventasse, per effetto del risultato elettorale di una sua lista autonoma che lo promuova al rango di leader regionale, un assessorato di peso al fianco di De Luca o di un qualsiasi altro governatore, pronto ad arruolarlo visto e considerato che il mondragonese continua ad avere rapporti molto stretti ed amichevolissimi con Michele Schiano, uno dei leader di Fratelli d’Italia in Campania.

Non ce ne voglia il sindaco Trombetta, ma lui rischia, suo malgrado, perché tutto sommato si tratta di una brava persona, di interpretare il ruolo che nella testa di Vladimir Ilic detto Lenin, interpretavano quelli degli altri partiti comunisti e socialisti iscritti alla Internazionale, definiti dal vincitore della Rivoluzione d’Ottobre, “utili idioti”.

Zannini sbarca a Marcianise con l’obiettivo di rimanerci

Oggi è già in grado di controllare o quasi il voto consiliare di Carmela Laurenza, ovviamente del suo unico candidato eletto Nicola Russo, in parte anche quello di Giandomenico Colella, con cui si è confrontato in una cena nel ristorante casertano “Incontri di vino”, alla quale ha partecipato anche Dante Salzillo, imprenditore edile e grande elettore di Colella.

Ed è anche in grado di influenzare il voto e le mosse di Raffaele De Martino.

Se la Iodice e Zinzi non si danno una mossa noi possiamo garantire loro, e lo possiamo fare perché da anni e anni vediamo e poi commentiamo il modo in cui si muove Zannini, il mondragonese se li papperà, mettendo prima di tutto in grave pericolo la rielezione della Iodice che, ricordiamo, in consiglio regionale è entrata per una manciata di voti, e riducendo nettamente il peso politico della presenza di Gianpiero Zinzi nella città che, tutto sommato, gli appartiene anche e soprattutto per affetto genitoriale.