LA TANGENTOPOLI & VOTO DI SCAMBIO. Il sindaco Pirozzi “la butta in ammuina”. Né CasertaCe né la Finanza interpretano. Quelle intercettazioni, ammenoché non siano false, lo bollano d’ infamia. Lo Stato Italiano gli tolga quella fascia
1 Dicembre 2023 - 13:11
Per la millesima volta sono costretto, dopo aver detto che il sottoscritto non è stato né radiato, né sospeso, né ammonito ma, al contrario, è conteso per le candidature nel consiglio dell’ordine dei giornalisti della Campania, a raccontare che in carcere ci sono voluto andare io esattamente come volevano andarci Marco Pannella ed Emma Bonino quando mostravano davanti ai poliziotti le piantine di marijuana autodenunciandosi e denunciando la magistratura se questa non provvedeva ad arrestarli nel rispetto di leggi liberticide come quelle relative all’omesso controllo su articoli di stampa considerati diffamatori che sul reto di diffamazione a mezzo stampa per i quali sono l’Italia nel mondo applica, in attesa di una riforma che finalmente tra poco arriverà, la reclusione. Io non ho mai toccato la roba, non sono mai stato indagato per corruzione, per turbativa d’asta per falso in atto pubblico e per abuso d’ufficio. Capito sindaco Pirozzi?
SANTA MARIA A VICO (Gianluigi Guarino ) – Il sindaco Andrea Pirozzi butta, come si suol dire, la palla in tribuna e fa ammuina per distogliere l’attenzione dei suoi concittadini di Santa Maria a Vico sul nocciolo reale della questione in discussione.
Ricapitoliamo: qui ci sono decine e decine di pagine di intercettazioni in cui lui parla direttamente ad imprenditori, poi ad imprenditori “un po’ camorristi”, poi a camorristi “un po’ imprenditori”, poi a camorristi-camorristi.
Quando ci parla assume impegni, dà garanzie per aggiudicare gare d’appalto molto lucrose e lo fa assumendo, contestualmente, anche l’impegno che ne determinerà l’aggiudicazione in base ad una decisione già assunta a priori. In poche parole la gara d’appalto dovrà andare nella direzione decisa prima della sua realizzazione. Per cui dovrà essere truccata. Ai due imprenditore di Casal di Principe Emilio e Pasquale Corvino porge le sue scuse ripetutamente per non essere riuscito, dice lui, a causa di una turbativa d’asta sovrappostasi alla sua e realizzata dal dirigente Valentino Ferrara a favore di un’impresa di un’altra famiglia di Casal di Principe, quella capitanata da Ubaldo Caprio.
Poi parla con Antonio De Matteo, fratello di un camorrista condannato a 30 anni, e gli dice esattamente cosa deve fare per avere la certezza matematica della ri-attribuzione della gestione del campo sportivo.
Poi parla, sempre allo stesso bar di Maddaloni, con Giuseppe Pascarella che si dichiara esplicitamente pronto a fare letteralmente il pazzo alle successive elezioni comunali per convogliare voti verso Andrea Pirozzi e, per quanto riguarda l’elezione del consiglio comunale, a Marcantonio Ferrara, per altro dimessosi due giorni fa.
Più a ridosso delle elezioni, Andrea Pirozzi prende accordi con il signor Gennaro Iannone, oggi in carcere per traffico di stupefacenti, legato al clan locale guidato da Domenico Nuzzo detto “Mimmariello” . Sempre alla presenza di Marcantonio Ferrara, viene stabilito che il 28 agosto 2021, cioè poco più di tre settimane prima del voto, Gennaro Iannone avrà il posto di lavoro al Comune o nei pressi e viene in pratica concordato che questi eventualmente con il sostegno, con l’ausilio, di Mimmariello o di altri uomini a lui vicini convincerà, con le buone o con le cattive, Massimo Migliore a non insistere nella pretesa di volersi candidare alle elezioni comunali fissate per il settembre successivo.
Abbiamo in mano un’altra tonnellata di intercettazioni di questo tipo che nei prossimi giorni pubblicheremo.
Ora, perché sosteniamo che Andrea Pirozzi la butti in ammuina e scaraventi la palla in tribuna?
Che c’azzecca la mia vicenda professionale, che al contrario il sindaco ha raccontato, ovviamente a modo suo dicendo fesserie à gogo durante una riunione con i dirigenti e gli impiegati del Comune di Santa Maria a Vico alcuni dei quali non hanno creduto nemmeno ad una parola, al punto da venircelo a dire un minuto dopo la conclusione dell’incontro? Cosa c’entra questa narrazione con le mie vicissitudini, con quello che è scritto, stampato in centinaia, migliaia di pagine di intercettazioni?
Mettiamo pure che queste fossero state pubblicate da Sandokan, da Filippo Turetta carnefice della povera Giulia Cecchettin sarebbe cambiato qualcosa nell’inchiostro che riporta e declina il significato delle suddette intercettazioni?
Andrea Pirozzi ha un solo modo per difendersi e abbiamo già detto qual è: deve affermare che il sottoscritto in concorso con il Comandante della Compagnia della Guardai di Finanza di Marcianise e con le unità di polizia giudiziaria che hanno svolto queste indagini, in nome e per conto della Dda, abbia compiuto il grave reato di manipolazione di documenti giudiziari. Deve dire: lei, Guarino, è un delinquente parimenti al capitano nonché comandante della Guardia di Finanza di Marcianise dato che io ho detto A e voi avete affermato B. Per dire ciò, però, Pirozzi deve avere le prove e poi potrà presentare una denuncia querela alla Procura della Repubblica competente per territorio chiedendo che tutte le intercettazioni vocali siano riascoltate in modo da che provare il sottoscritto, il comandante della Guardia di Finanza di Marcianise e tutti gli effettivi delle fiamme gialle che hanno effettuato questa indagine abbiano, poi, manipolato le intercettazioni, trascrivendole in maniera diversa rispetto al testo delle parole utilizzate dal sindaco e dai suoi interlocutori.
In caso contrario, come ha fatto con dignità Marcantonio Ferrara, il sindaco Andrea Pirozzi farebbe bene a dimettersi perché se quelle intercettazioni non sono state manipolate, vuol dire che lui indossa, da anni e anni, indegnamente, la fascia tricolore di rappresentante dello Stato.
Insomma che io sia bravo, cattivo, delinquente, pregiudicato etc non c’azzecca nulla per il semplice motivo che il sottoscritto non sta interpretando un testo di indagine a modo suo, ma lo sta solamente pubblicandolo testualmente, consentendo a ogni cittadino farsi un’idea a prescindere dagli articoli di accompagnamento.
Il mio arresto è una storia che ripeto per l’ennesima volta
Però, dato che ci siamo, ripeterò di nuovo la mia vicenda personale per la millesima volta., non prima,. però, di aver precisato che io non sono stato né radiato, né sospeso, né mai ammonito dal mio ordine professionale. per cui, lei, sindaco Pirozzi questo se lo è sognato stanotte, anzi in occasione delle ultime elezioni per il rinnovo degli organi istituzionali dell’ordine dei giornalisti mi è stato anche chiesto di candidarmi per un posto nel consiglio dell’ordine e io, cortesemente, ho declinato.
Ma veniamo alla questione del carcere: il sottoscritto è andato nel 2010, anzi per essere precisi il 9 luglio del 2010, solo a causa di un cumulo di pene, per sentenze emesse in primo grado e non certo, caro sindaco Andrea Pirozzi, per reati compiuti contro una persona o contro più persone. E nemmeno ci sono andato per un reato compiuto contro il patrimonio o contro la Pubblica Amministrazione, per reati tipo turbativa d’asta, corruzione, falso ideologico, insomma per questioni di ladrocinio, bensì per la capitale colpa di omesso controllo su articoli scritti da altri ai tempi della mia direzione del Corriere di Caserta.
Diversi mesi prima di andare in carcere ho dichiarato pubblicamente che avrei fatto di tutto per entrare in cella in quanto, facendolo, avrei esposto il mio sacrificio di quei giorni trascorsi all’interno di un penitenziario proprio per protestare contro gli assurdi reati che solo l’ Italia tra i paesi democratici puniva al tempo con la reclusione.
Insomma quei giorni in cella furono programmati e voluti. Ed effettivamente ne parlarono il tg 1 il tg 5, Panorama e tanti altri giornali.
Solo dopo l’arresto, ho deciso di far riconteggiare e stra-ridimensionare, ben sapendo già da prima, che avrei potuto accedere ai benefici della continuazione del reato e all’i indulto – istituti che volutamente non avevo attivato perché in caso contrario io in carcere non ci sarei entrato – alla condanna definitiva, che, alla luce della presentazione al tribunale della richiesta di continuazione e di indulto, indusse un giudice letteralmente basito a rifare i conti di quella condanna definitiva che diventò di soli 20 giorni di reclusione e che dunque mai e poi mai avrebbe potuto se io avessi presentato istanza prima che questa diventasse esecutiva determinata alcuna conseguenza trasformarsi in reclusione carceraria.
Fu un sacrificio che io ho compiuto per testimoniare la necessità e l’urgenza di una riforma di questo reato. Una battaglia civile, finalizzata a rimuovere dal codice penale una norma iniqua e largamente liberticida e per di più contraria ad ogni ordinamento europeo al punto che più di una volta la Corte di Giustizia dell’ Aja ha richiamato l’ Italia che solo ora pare avviarsi ad approvare in parlamento una riforma a cui, caro sindaco Pirozzi, sono stato chiamato direttamente a contribuire attivando molti dei contenuti di un paio di audizioni, tenuti da eminenti giuristi in seno alla Commissione Giustizia del Senato.
Queste sono battaglie di civiltà, di ideali che lei, caro sindaco, caro funzionario della caccia e della pesca dell’amministrazione provinciale di Caserta, poi transitato nei ranghi della Regione, con ufficio al Ciapi di San Nicola la Strada, non potrà mai comprendere. E sa perché? Perchè, senza conoscerla, qualora a Giovanni Verga avessero fatto leggere queste intercettazioni lui non avrebbe avuto alcun dubbio nell’inserirla nella narrazione dei Malavoglia tra quelli disposti a tutto per la “roba” così come la definì il grande scrittore siciliano.