Ammazzato a colpi di kalashnikov nella guerra di camorra: ergastolo per Cirillo ‘o sergente

15 Febbraio 2024 - 17:54

Pena confermata dalla corte d’Assise d’Appello di Napoli.

CASAL DI PRINCIPE. I giudici della Terza sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli, hanno confermato la condanna all’ergastolo per Alessandro Cirillo ‘o sergente: il boss dei Casalesi, nelle vesti di ‘specchiettista’, prese parte all’omicidio di Francesco Morza, ammazzato a colpi di kalashnikov in via Isonzo a Casal di Principe nell’ormai lontano 1999. Ad accusarlo sono stati i due pentiti Emilio Di Caterino e Domenico Bidognetti. Quest’ultimo riferì ai giudici di primo grado che Cirillo aveva avuto il compito di avvistare Morza e segnalare la sua posizione al commando di fuoco (composto proprio da Bidognetti, Giuseppe Setola o cecato e Giuseppe Dell’Aversano). Cirillo, tra l’altro, è già statoo condannato per la strage degli extracomunitari a Castel Volturno, per gli omicidi di Umberto Bidognetti e per l’omicidio Noviello.

Nel 2021, per l’assissinio di Morza, i magistrati del tribunale di Napoli avevano inflitto l’ergastolo a Giuseppe Setola e Giuseppe Dell’Aversano; 20 anni a testa per Mario Francesco

Cavaliere; 14 anni per i due collaboratori di giustizia Bidognetti e Di Caterino. Assolto, invece, Carmine Tamburrino, unico imputato a piede libero, accusato di aver partecipato al raid di morte, anche lui con il ruolo di specchiettista.  

Secondo la ricostruzione della Dda, il delitto venne ordinato da Domenico Bidognetti che insieme a Setola e Dell’Aversano uccise materialmente Morza con colpi di mitragliatrice e kalashnikov. Gli altri avrebbero partecipato curando le fasi organizzative e di segnalazione della vittima. Morza venne ucciso nell’ambito della faida di camorra tra il gruppo dei Cantiello-Diana e la famiglia Bidognetti per l’egemonia criminale sul territorio.