CASERTA. Con la Reggia non si può stare mai tranquilli…l’ennesimo malcostume

11 Marzo 2025 - 17:40

Caserta (p.m.) – Domenica mattina, alla Reggia si è vista una scena impensata, non tanto per il fatto in sé, ma per quello che fa sottintendere.

Probabilmente nel Palazzo c’era una manifestazione la quale, anche se non siamo riusciti ad individuarla, doveva vedere l’intervento di autorità pubbliche. Non sappiamo di quale ordine e grado, ma la cosa è pressoché certa. Difatti, per diverse ore, proprio davanti  al monumento, sono state ferme  alcune automobili in servizio istituzionale. Quelle che si riconoscono a vista d’occhio per il modello sempre di segmento alto se non proprio di lusso, per la cilindrata potente ed il colore della gamma di quelli diplomatici e con tanto di lampeggianti ed autisti. E che, per un  malinteso senso del prestigio o per pretesa sicurezza della personalità trasportata, spesso e volentieri se ne infischiano del codice della strada.

Ora, è vero che  gli apparati burocratici del Paese e del Meridione in specie risentono ancora, in certe forme e prassi, dell’epoca dei baronati,  quando aristocratici e signorotti facevano quello che volevano, ma dopo quasi ottant’anni di democrazia repubblicana i privilegi legati alla carica dovrebbero da tempo stare nel ripostiglio della storia. Neanche a farlo apposta, è di qualche giorno fa la notizia che la Regione Sicilia sta potenziando il servizio del cerimoniale da 19 a 124 dipendenti. Un’enormità se si considera che si tratta di attività quasi di sinecura. Per dire dell’attualità della questione. E chissà su che cifra di personale viaggia la Regione Campania, la quale  non lesina certo nelle promozioni  e nelle assunzioni benevoli.

Sta di fatto che la piazza Carlo di Borbone, poiché bene monumentale, è tutelata anche dal divieto di sosta e di transito e l’impegno in macchina di essa è consentito esclusivamente ai soggetti autorizzati e per apprezzabili ragioni.

Già i veicoli di molti uffici pubblici dalla natura più disparata si sentono autorizzati per ciò solo a passare e spassare dal posto come scorciatoia per non attraversare la città.

Ma questa abitudine, non nuova, che qualunque autorità che debba accedere e trattenersi al Palazzo, non solo viene fatta scarrozzare all’ingresso, ma si consente  che parcheggi l’auto di rappresentanza sul davanti è inaccettabile.

Veramente, per la riverenza assoluta che abbiamo per il capolavoro vanvitelliano, vorremmo che le varie autorità adoperassero rispetto ad esso una sorta di self-restraint.

Ma evidentemente, poiché molte di esse non afferrano il concetto preferendo crogiolarsi nelle proprie franchigie di fatto, la direttrice Maffei farebbe cosa utile ad intervenire mettendo un minimo d’ordine.