ITALIA NOSTRA, LEZIONI DI MACRICO. Con 230 mila metri cubi esistenti e a disposizione, quale cavolo di cemento volete iniettare ancora?

18 Ottobre 2018 - 17:50

Caserta – (Pasman) Chi segue il nostro giornale sa che al principio di questo mese, ospitando la posizione del gruppo consiliare cittadino Speranza per Caserta, abbiamo avviato il primo di una serie di approfondimenti sul rilevante tema del Macrico, che, pure se da qualche tempo, è in sonno, ci siamo prefissi, a seguito della sortita del Movimento 5 Stelle casertano, che buttava là, incontrando il sindaco di Caserta e l’esponente della curia proprietaria del terreno, l’idea di edificarvi un campus universitario. Un vero fulmine a ciel sereno, se si pensa ai dibattiti ed all’attivismo che da oltre venti anni vi sono nel capoluogo sulla destinazione da dare alla superficie verde, specie per preservarla dal rischio più che concreto nella nostra realtà territoriale della speculazione edilizia più sfrontata. E non sappiamo se il movimento politico abbia promosso un sondaggio online sull’argomento tra i suoi aderenti locali attraverso la propria piattaforma informatica Rousseau,

la cui affidabilità, peraltro, è non poco contestata. Mah !?

E come se le associazioni di cittadini ed i comitati civici costituitisi in proposito nel tempo, tra le cui fila hanno militato e militano persone di altissimo profilo morale, civico e specialistico, non fossero mai esistiti, il partito del popolo, come si compiace di autodefinirsi, se n’è uscito con il complesso universitario da costruire nell’area, la vocazione naturale della quale, per sentire comune, è viceversa quella di parco pubblico cittadino in senso stretto. A fronte, per giunta, dei tanti volumi edilizi disponibili in città per sopperire ad un eventuale bisogno che vi fosse in tal senso e tutto da dimostrare e, come correttamente rilevava Speranza per Caserta da noi ospitata, “…specie nell’ex area Saint – Gobain, dove svettano cubi di cemento completamente vuoti.”

Tra le altre cose, nel Macrico esistono delle volumetrie disponibili, rappresentati dai vecchi uffici e dai vecchi depositi militari. Il loro uso non comporterebbe l’iniezione di un solo grammo di cemento aggiuntivo, affermando, in questo modo, la scelta di civiltà di fare di quest’area, il grande parco della città. Ed ovviamente, istituzione universitaria consentendo, il cui parere non conosciamo, salvo che non l’abbia già reso noto ai pentastellati proponenti.

Ebbene, tutto questo il nostro giornale l’ha detto esprimendo le proprie legittime perplessità, ma gli è valsa la querela annunciata dal senatore grillino Agostino Santillo da Casapulla.

Non sappiamo di cosa si dolga in particolare il parlamentare, posto che in Italia ancora vige il diritto costituzionale di libera espressione del pensiero. Ma l’iniziativa legale è indizio, evidentemente, di quel tratto illiberale del movimento che tutti i giorni viene denunciato dalla opposizione politica più larga e dagli organi di informazione liberi. Ad un partito che nelle sue premesse ideologiche avrebbe dovuto abolire del tutto la categoria dei reati di opinione, dovrebbe fare specie che un politico si faccia ragione attraverso la via giudiziaria. Quelli vituperati dei tempi migliori, veri statisti per cultura e formazione in confronto ad oggi, praticavano diversamente, concependo in politica e nel dibattito pubblico il solo confronto dialettico.

Ciò precisato, ospitiamo oggi il pregevole ed approfondito intervento della sezione casertana di Italia Nostra, ente che si avvale delle qualificate competenze professionali di molti dei suoi soci, la cui presidente, la dottoressa Maria Rosaria Iacono, sta dimostrando – fortunatamente per la città e per il patrimonio culturale italiano, rivestendo anche la carica di consigliere nazionale del sodalizio – non meno valore e coraggio, con le sue numerose iniziative, del suo predecessore, l’architetto Giancarlo Pignataro.

Come già raccomandato per il documento di Speranza per Caserta, ne sollecitiamo la lettura attenta ed integrale, perché non sono le classiche chiacchiere da bar a cui il nuovo corso politico ci sta abituando, se i danni non sono già stati fatti.

E’ richiesto dal bene della nostra comunità, se ancora conserviamo un barlume di civismo.

 

 

 Residenze universitarie il campus universitario nell’’Area ex MACRICO

La proposta di costruire residenze a qualsiasi titolo – ora si parla di campus universitario, anni fa si parlava di housing sociale – nell’area ex Macrico a Caserta salta fuori periodicamente e anche la motivazione è sempre la stessa. La gestione dell’area pubblica non sarebbe economicamente sostenibile per la città.

Alcuni dati

  • L’Area ex MACRICO, è l’area dell’ex Magazzino centrale ricambi mezzi corazzati dell’esercito (Macrico), dismessa dal ministero della Difesa e attualmente di proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (Idsc). Ha una superficie totale di circa 324.533 mq, è perimetrata da un’alta recinzione, e presenta al suo interno numerose costruzioni di tipo “militare” (caserme, depositi ecc.), alcune delle quali fatiscenti o con copertura metallica di scarso valore storico-architettonico, ed alcune ancora in buono stato di conservazione. La restante superficie è in parte a verde (in particolare la porzione Sud-Est) ed in parte pavimentata; è attraversata nella direzione est-ovest da una strada di spina che collega idealmente Corso Trieste con la Caserma Sacchi.
  • In particolare la superficie edificata risulta pari a 85.000 m2 circa, mentre il volume è di 230.000 m3 circa.
  • è in posizione urbanisticamente strategica in quanto si trova al terminale est dell’asse viario di Corso Trieste, che conduce ad ovest alla Reggia di Caserta;
  • presenta un interesse, oltre che urbanistico e ambientale, anche storico-artistico: si tratta infatti del cosiddetto Campo di Marte dell’esercito borbonico, già pertinenza del palazzo del Vescovo (XVII) poi caserma Sacchi. gli ex alloggi, hangar e depositi e aree circostanti sono stati dichiarati di interesse particolarmente importante ai sensi dell’art. 10, comma 3, lett. a del D.Lgs .42 del 2004 con decreto n. 436 del 22.12.2008; 

Un po’ di storia

Italia Nostra, insieme ad altre associazioni tra cui il Comitato Macrico Verde, il WWF, la LIPU e semplici cittadini, si batte fin dal 2001 perché divenga il Parco pubblico di Caserta, una città che rispetto a quanto previsto dalla normativa regionale (10 mq./ab.), possiede solo circa 2,9 mq./ab. di verde e chiede, per questo, che l’area sia acquisita al patrimonio pubblico e destinato alla fruizione dei cittadini.

Il Comitato Macrico Verde – nato per iniziativa di Italia Nostra e di 40 associazioni casertane- ha presentato da anni la sua proposta: il Parco dei Parchi. Un Orto Botanico, il Festival Internazionale dei Giardini e poi attrezzature sportive, ricreative, espositive, sociali, che sarebbero realizzate solo recuperando gli edifici già esistenti. Per la valorizzazione dell’intera superficie era prevista la suddivisione in quattro aree da destinarsi a specifiche attività:

  1. Quadrante Sud-Est – ORTO BOTANICO (la gestione può essere affidata alla Università Luigi Vanvitelli- Facoltà di Scienze Ambientali)
  2. Quadrante Nord-Est – AREA ATTIVITA’ SPORTIVE (gestione CONI e altre associazioni sportive)
  3. Quadrante Nord-OVEST – AREA FESTIVAL INTERNAZIONALE DEI GIARDINI (vivaisti di tutta Italia)
  4. Quadrante Sud-OVEST – AREA LUDICO – DIDATTICA (associazioni culturali, sociali, ambientali).

Sostenibilità economica

Tale proposta era accompagnata da uno studio di fattibilità, in cui si raggiungeva un sostanziale equilibrio tra costi e benefici. Tale studio è rimasto fermo, ma l’idea progettuale resta ancora valida.  Non si ha notizia di altri studi in questo senso.

Ricordiamo che nella valutazione costi-benefici per la realizzazione e gestione di un’area pubblica come potrebbe diventare l’ex area Macrico andrebbe calcolato anche l’Indice di benessere urbano compatibile economicamente e socialmente. In questo ambito si andrebbe a ridefinire il rapporto della città con la sostenibilità ambientale. L’ex Macrico potrebbe diventare il laboratorio per lo sviluppo di una biodiversità ambientale che contrasti il deperimento e lo spreco inammissibile delle risorse naturali. Forse così Caserta potrebbe ambire ad una migliore qualità della vita per i suoi cittadini e risalire nelle classifiche nazionali che da decenni ci vedono sempre negli ultimi posti.

Destinazione urbanistica:

Attualmente la città di Caserta ancora non si è dotata di un piano Urbanistico Comunale, tuttavia nel Preliminare di Piano recentemente approvato ormai più di un anno fa con Delibera di Giunta Comunale n. 69 del 14/04/2017, individua l’area del Macrico quale area strategica di pianificazione della città “risorsa recente, da conquistare e restituire alla città” in forma di parco urbano (“area verde di trasformazione strategica” in un nuovo impianto di riconfigurazione e riutilizzo) prevalentemente caratterizzato da verde pubblico attrezzato.

Da sempre chiediamo che l’area venga classificata come “zona F2 VERDE PUBBLICO” non edificabile; questa richiesta si nutre della convinzione che il recupero dell’esistente fornisca già, di per sé, le strutture utili a rendere il parco funzionale a progetti sociali concreti.

In vista, tuttavia, della stesura del Piano Urbanistico Comunale possono essere indicati alcuni criteri “direttori”:

  • L’area deve essere sottoposta ad un regime di conservazione dei volumi esistenti, preservando le superfici a verde e della vegetazione arborea di alto fusto presente, conservando le caratteristiche di area di rispetto nei confronti delle emergenze architettoniche adiacenti, già sottoposte a vincolo di tutela monumentale (Caserma Sacchi, Villa Rosa, Monumento ai Caduti);
  • L’area dovrà mantenere il carattere unitario con tassativa esclusione di frazionamento e/o lottizzazioni, o sventramenti;
  • I volumi esistenti di interesse storico dovranno essere sottoposti ad interventi di restauro e risanamento conservativo, con ristrutturazione interna mirata all’adeguamento funzionale;
  • I volumi esistenti privi di interesse potranno essere oggetto di intervento di ristrutturazione edilizia parziale o integrale. (volumi non degni di interesse potranno anche essere demoliti). 

Naturalmente ribadiamo l’importanza della pianificazione come partecipazione alle decisioni. La partecipazione e la presenza delle associazioni di tutela nelle strutture di governo locale è azione principale: il cittadino diventa consapevole del suo diritto-dovere a interagire nei processi decisionali del suo territorio. Se si attuasse il progetto che le associazioni casertane propongono da ormai venti anni sarebbe uno dei pochi esempi di pianificazione territoriale partecipata, intendendo la pianificazione come esplicitazione dell’interesse generale.[1]

Caserta, 8 ottobre 2018

Maria Rosaria Iaconopresidente Italia Nostra sez. di Caserta “Antonella Franzese” 

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[1] Il Codice Dei Beni Culturali e del Paesaggio (Parte Terza – Beni Paesaggistici – Titolo I – Tutela e valorizzazione Capo I Disposizioni generali – Articolo 135 comma 1) fornisce indicazioni chiare sul concetto di pianificazione.