CASERTA CITTA’ TURISTICA. I festoni per le celebrazioni vanvitelliane ridotti a straccio e che nessuno rimuove dopo due anni. Si aspetta che scompaiano per autodisfacimento?

24 Febbraio 2025 - 16:06

Caserta (pm) – In questi giorni, la politica cittadina ha fatto il punto  sulla nuova tassa di soggiorno turistica. Varata il primo gennaio di quest’anno, al comune non si trovano con i conti. L’importo finora esatto di poco più di 8mila euro è sottodimensionato di parecchio rispetto a quello atteso in ragione del numero dei posti letto offerti dalle strutture di accoglienza della città tra alberghi e B&B. C’è chi parla di bassa stagione turistica, chi di evasione, chi di fase ancora di rodaggio dell’adempimento tributario. Sta di fatto che una faccenda relativamente “semplice” a Caserta non funziona come dovrebbe. Altro argomento di discussione sono, nel burocratese comunale, gli “Adempimenti connessi all’attuazione della Legge Regione Campania n. 39/2018 in materia di impianti termici – Determinazione degli importi del Contributo Impianti termici (CIT) e del Contributo Attività Ispettiva (CAI) a carico dei responsabili degli impianti – Approvazione schema di Convenzione tra Comune di Caserta e Provincia di Caserta per la Gestione del Catasto Impianti Termici e la verifica degli Impianti Termici presenti nel territorio comunale”.

Nel linguaggio comune, palazzo Castropignano intende introdurre le tariffe sulle caldaie. Sarebbe come far piovere sul bagnato, con il reddito delle famiglie medie già falciato dalle bollette energetiche, dal costo della vita e dalle tasse che colpiscono tutto. Forse la giunta Marino non sa che per molte persone persino il parcheggio a pagamento in città è un lusso con le sue tariffe esorbitanti.

Questo fare cassa impassibile potrebbe, tuttavia, essere accettato se all’aumento del prelievo comunale corrispondessero prestazioni e servizi pubblici nuovi o migliorati. Il fatto è che l’idrovora delle riscossioni municipali è senza limiti, la pretesa di fondi e sovvenzionamenti non ha automisura. Il caso dei finanziamenti PNRR è emblematico, con soldi letteralmente buttati in opere inessenziali,  ma che alimentano quel circuito clientelare che è l’asse portante della nostra realtà politica. E siamo al punto che ad anno scolastico avanzato le scuole comunali funzionano quasi per scommessa.

Ma a tutto considerare, non è essenzialmente e solo questione di soldi, quanto di capacità amministrativa. Quella gravemente carente al comune di Caserta, come dimostra la caterva di disservizi a cui si assiste tutti i giorni.

Un esempio per tutti ci viene in questi giorni dal rappresentante casertano di Confcommercio, Lucio Sindaco.  Durante una sua intervista sull’andamento del turismo e degli esercizi  di vendita, ha parlato apertamente di immobilismo che pervade la città, denunciando come il comune non metta in campo nessuna programmazione per la crescita del territorio. Il metodo di questa amministrazione – ha precisato –  è quello di andare avanti per conto suo, limitandosi a mettere al corrente di iniziative già assunte senza alcuna necessaria concertazione.

Poiché non ci piace parlare per astrazioni, ma per fatti concreti, facciamo uno di tanti casi che dimostrano che prima della questione dei fondi – che è nell’attitudine delle nostre classi dirigenti pubbliche stare sempre a pietire – c’è quella dell’inettitudine degli uffici e della classe dirigenziale, quella per cui ognuno si comanda da sé e tutti non rispondono a nessuno. Cioè lo sbando degli uffici, benché sottoposti a manager che, per quanto sono lautamente retribuiti, dovrebbero fare miracoli.

Dunque, nel 2023 e con estensione nel 2024 si sono svolte le celebrazioni vanvitelliane nel 250esimo annuale della morte del sublime architetto. Per quanto con polemiche, ci sono state  manifestazioni e convegni a ricordo e lode dell’opera di Luigi Vanvitelli. In questo ambito è stata sviluppata una c.d. identità visiva dell’evento, che ha caratterizzato manifesti, poster, pubblicazioni e comunicazione pubblicitaria di esso.

Nel capoluogo, ai pali di illuminazione di piazza Vanvitelli,  vennero esposti dei festoni rievocativi dal colore giallo con il logo adottati. Lo stesso si fece lungo il corridoio centrale di piazza Carlo di Borbone.

All’epoca ne scrivemmo (qui l’articolo) notando come le bandierine, già collocate male con legature grossolane ed antiestetiche di spago e nastro adesivo, oltre che anonime, a solo pochi mesi di vita fossero già stinte e logore.

Ebbene, non ci si crederà, i festoni di piazza Vanvitelli se li sono scordati lì dove sono. Ovviamente malamente sdruciti, laceri e sozzi come possono essere dopo due anni. Per piazza Carlo di Borbone, per fortuna, qualcuno della Reggia deve averli fatti rimuovere avendone direttamente disdoro.

Ora una sola domanda vorremmo fare ai responsabili politici e burocratici di un fatto del genere. Siamo certi che a casa vostra una negligenza, una sciatteria simile non la permettereste. Perché per le cose pubbliche che siete chiamati ad amministrare vi permettete di fott… ehm…fregarvene?

Potremmo chiudere qui. Ma non vogliamo passare per i semplicioni che si appuntano a queste inezie mentre frattanto scorrono milioni di euro in appalti ed affidamenti. Però la situazione è talmente degradata – a nostro giudizio – che ci attendiamo di tutto. Persino che stanotte possano rubare la statua di Vanvitelli difronte al comune e non ci scomporremmo più di tanto. Ma nel silenzio e nella vaghezza di una opinione pubblica cittadina qualcuno lo deve pur dire.

Altrimenti questi amministratori potrebbero raccontare di essere benemeriti della città.

Rassegna delle bandierine superstiti dalle celebrazioni vanvitelliane