LA DOMENICA DI DON GALEONE…la rubrica religiosa del salesiano Don Franco entra nel suo settimo anno di vita
16 Febbraio 2025 - 06:55
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16 febbraio 2025 ✶ Sesta Domenica del TO (C)
Beati i poveri! Guai a voi, ricchi! (Lc 6, 17)
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La domenica “delle beatitudini”. Da questa domenica, la chiesa ci fa leggere il discorso del “piano”, nel quale Luca presenta la nuova legge, la vita morale del cristiano. Dobbiamo ringraziare il Signore per avere detto queste parole, che hanno segnato un salto di qualità nel patrimonio genetico dell’umanità. In Matteo, il discorso della “montagna” comprende otto beati; in Luca, il discorso del “piano” comprende quattro beati e quattro guai. Buone notizie per i poveri, e avvisi di reato per i ricchi! Gesù annuncia un capovolgimento, un rovesciamento di valori. Lo aveva già fatto prima sua madre: “Ha
Per ottenere il dio-denaro, l’uomo è capace di macchiarsi delle colpe più terribili: “Quid non mortalia pectora cogis, auri sacra fames?” (Eneide III,56), lamenta Virgilio a proposito dell’infelice Polidoro. Il ricco è un infelice, almeno per tre motivi: ✣ non riesce ad andare oltre l’orizzonte dei beni materiali, cura solo il proprio interesse, ma non sa quali sono i veri interessi; ✣è un uomo prigioniero, congelato nella propria solitudine dorata, non serve i poveri ma si serve dei poveri; ✣ infine, si lascia sequestrare il cuore dai beni e non dal Bene; le ricchezze diventano il suo dio, il suo vitello d’oro, la sua mucca pazza.
La povertà è un male, una condizione ingiusta da eliminare; Gesù non dice di amare la povertà, ma di amare i poveri. L’ideale non è la povertà ma sempre e solo l’amore: condividere, trasformare le cose in sacramento di fraternità, eliminare la separazione tra Paesi dell’opulenza e Paesi della miseria.
Una chiesa di poveri, ma anche una chiesa povera. Mi ha sempre suscitato tenerezza e solidarietà la lettera di un giovane sacerdote, indirizzata ad Epoca: “Vivo in una parrocchia da 4 anni e non mi sento un pastore di anime; mi sento un impiegato, la rotella di un meccanismo, manovro registri e schedari, organizzo cerimonie nuziali, discuto con gli sposi delle decorazioni floreali e le relative tariffe. Non sono un ribelle. Sono un povero, timido prete che tante sere piange come un ragazzo, perché gli sembra che tutto attorno a lui sia falso e sbagliato. Se parlo di queste cose con altri sacerdoti, essi mi rispondono, chi con ironia e chi con tristezza, che non sarò io a cambiare uomini e cose”. Sì, ci sono incrostazioni che devono cadere: in 20 secoli, credendo di fargli onore, abbiamo ammucchiato troppe cose intorno a Gesù, nella sua casa, sui suoi altari, persino sulla sua Parola. Paolo VI parla di “manto regale” messo addosso alla Chiesa lungo i secoli, e divenuto ormai anacronistico. Va preso sul serio il comando di Gesù: “Gratis avete ricevuto, gratis anche date”.. BUONA VITA!
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