La lettera di DON PAOLO MAROTTA: “Persone muoiono in solitudine, lontane dai propri cari. Fermiamo questa spensieratezza eccessiva”
18 Marzo 2020 - 20:47
MONDRAGONE (Maria Assunta Cavallo) – Abbiamo ricevuto questa mattina da Don Paolo Marotta, sacerdote della Chiesa di San Michele Arcangelo, una lettera in cui sottolinea uno degli aspetti più strazianti della grave situazione sanitaria che sta investendo il nostro paese. Una manifestazione di dolore per tutte quelle vittime che ogni giorno stanno morendo nelle corsie degli ospedali, lontano dai propri cari, senza una carezza, e senza un ultimo saluto, come accaduto ad una coppia di anziani di Mondragone. “Buongiorno Maria Assunta so che di storie al Nord ne starai sentendo tante, ma io ho voluto scrivere qualcosa che mi è capitato qui a Mondragone dove si è consumata una storia triste, simile a quelle che ci raccontano i media in questi giorni. È la storia di una coppia di anziani, una coppia unita, affiatata, gioiosa. Lei soffriva di alcune patologie e lui si prendeva cura della sua amata, con pazienza e tanta tenerezza. Ho visto gesti affettuosi di un uomo verso una donna che ha scelto divenisse la sua unica compagna di vita. Una vita fatta di sacrifici, simile a quelle dei nostri anziani. Una vita che non ha donato loro dei figli, ma l’affetto di bravi nipoti. Ultimamente quando ci vedevamo, mi confidava che chiedeva a Dio, di farla morire prima del marito, perché non avrebbe potuto vivere senza il suo aiuto, ed è stato così. La sfortuna pero’ ha voluto che la sua esistenza si spegnesse in solitudine in un letto di ospedale come sta accadendo a molti in questo tempo di pandemia, senza la possibilità di ricevere le ultime attenzioni e l’ultimo bacio dal suo amore che è dovuto rimanere chiuso in casa e che ha potuto solo donarle un ultimo abbraccio dalla finestra, mentre veniva portata al camposanto. Quelle lacrime sono entrate nel mio cuore, lacrime di un triste addio che nel contempo sono anche lacrime di un arrivederci, nella consapevolezza che un giorno si rincontreranno.
Ho voluto scrivere questa storia, perché qualcuno non si è ancora reso conto, del momento delicato in cui stiamo vivendo. Tornando dal cimitero, ho incrociato gente vagare in macchina, in bicicletta o a piedi e sembrava troppo spensierata. Mi dispiacerebbe vedere ancora scene di solitudine come quella da me vissuta e raccontata, per cui mi appello al buon senso dei cittadini mondragonesi invitandoli a rimanere a casa”.
Don Paolo Marotta.