LA NOTA. Il metodo è quello di Nicola Schiavone: che analogie tra un vecchio appalto di 8 milioni di euro preso dai Casalesi e altri appalti, firmati nel presente dai fratelli Franco e Giulio Biondi, a ditte “cotte e mangiate” di Villa di Briano e Villa Literno

3 Novembre 2022 - 19:35

Quando ieri abbiamo letto e pubblicato uno stralcio dell’ordinanza sul sistema dei lavori pubblici al tempo in cui il clan era al comando del figlio di Francesco Schiavone Sandokan, ci siamo accorti che il meccanismo, attuato al tempo, attraverso la costituzione di un consorzio nato pochissimi mesi prima della realizzazione delle procedure di appalto, è in sinistra analogia con quello che è successo negli ultimi mesi al Comune di Caserta, con le determine a firma del dirigente Franco Biondi e al Comune di San Nicola la Strada, con le determine del dirigente Giulio Biondi, manco a dirlo lo stesso coinvolto nel super appalto aggiudicato ad inizio del 2010 al consorzio del figlio di Sandokan

CASERTA/SAN NICOLA LA STRADA (g.g.) – In calce a questo articolo vi riproponiamo uno degli stralci dell’ordinanza relativa all’indagine sul controllo degli appalti in diversi comuni della provincia di Caserta da parte del clan dei Casalesi, in cui Nicola Schiavone, il figlio di Francesco Schiavone Sandokan, parla, rivolgendosi a Dante Apicella, quest’ultimo una sorta di ministro dei Lavori Pubblici del clan, di un appalto già ipotecato al comune di San Nicola la Strada per un valore pari a 8 milioni di euro.

Di questo episodio ne racconta il collaboratore di giustizia Luigi

D’Ambrosio, uno davvero di famiglia, amico fraterno ed escavatorista di fiducia del citato Schiavone Junior.

L’articolo sul fatto specifico l’abbiamo pubblicato ieri (CLICCA E LEGGI). Oggi riproponiamo lo stralcio perché, come si suol dire, leggendolo, ci si è accesa la proverbiale lampadina.

Commentando le dichiarazioni del pentito, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Giovanna Cervo, che questa ordinanza ha firmato, scrive, accogliendo evidentemente lo specifico contenuto della richiesta di applicazione di misure cautelari, avanzata dai pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia, che, effettivamente, quel lavoro fu aggiudicato al consorzio D.P.M., formato dalle ditte Frama srl, dal gruppo A2 srl, da SG Costruzioni srl, imprese tutte gravitanti nell’area di Casal di Principe. Un consorzio messo in piedi il 29 ottobre 2008, dunque, pochissimi mesi prima dell’inizio, ad opera del Comune di San Nicola la Strada, delle procedure di un appalto, completate nella seconda metà del 2009 e sigillate, con la firma del contratto avvenuta nel febbraio del 2010. Elemento di riscontro sul possibile collegamento tra la costituzione di questo consorzio e la certezza matematica espressa da Nicola Schiavone, è una ulteriore dichiarazione del pentito Luigi D’ambrosio che, in questo caso, non racconta ciò che ha sentito dire, ma dà riscontro ai fatti con una sua esperienza personale, nel momento in cui afferma che lui stesso, da escavatorista, lavorò, evidentemente in nome e per conto di Nicola Schiavone e Dante Apicella, in quel cantiere di San Nicola.

Ed ecco la lampadina. Pur trattandosi di contesti diversi, di affidamenti per importi nettamente inferiori, difficile non associare l’idea, non cogliere delle analogie con alcuni episodi che abbiamo narrato ultimamente, ben distanti – circa 14 anni – dalla vicenda specifica che coinvolse Nicola Schiavone, Dante Apicella e il Comune di San Nicola la Strada, ma ciò non significa assolutamente che, di per sé, il meccanismo utilizzato oggi sia stato lo stesso utilizzato allora.

Per chi si fosse perso le puntate precedenti, cioè gli articoli recenti a cui facciamo riferimento, vi ribadiamo un concetto relativo proprio al fatto che imprese nate in un dato mese si sono viste aggiudicare appalti pubblici dai Comuni il mese successivo. Più che un’anomalia, una vera e propria schifezza. E’ comunque un fatto che certe imprese, tutte provenienti dall’agro Aversano o con un’anima incastonata in questa realtà territoriale, al di là delle sedi legali che lasciano il tempo che trovano, siano state protagoniste in procedure inquietantemente simili rispetto a quella che Nicola Schiavone adottò, così come risulta dagli atti dell’ordinanza di cui sopra, per il mega appalto da 8 milioni di euro bandito dal comune di San Nicola e aggiudicato al consorzio DPM, con un importo finale, al netto del ribasso, che sfiorò i 6 milioni di euro, con 500mila euro già concordati e destinati a finire nelle tasche dell’erede di Sandokan.

Il primo caso. Trattandosi di una questione botanica, che in questo periodo di sentimento green è sempre bene sfoggiare, iniziamo, conseguentemente, con un nostro evergreen, cioè con la riproposizione di una vicenda tanto mefitica da essere riuscita, nonostante tutto quello che abbiamo visto, sentito e scritto in anni e anni, a stupirci ancora una volta.

Per chi si fosse perso i 5 o 6 articoli pubblicati nei mesi scorsi, ri-menzioniamo il signor Paolo Barone, giovanotto 25enne di Casapesenna, che inaugura e iscrive alla Camera di Commercio di Caserta una società a responsabilità limitata semplificata, la “Venti.Due Costruzioni“, capitale sociale (leggete bene) di 900 euro, costituita il 17 marzo di quest’anno. Attenzione, però, il giovanotto non la mette subito in attività, ma attende un mese.

Quella che viene definita come “data inizio attività” decorre, infatti, dal giorno 15 aprile 2022. Una coincidenza? Niente affatto. Il 14 aprile, cioè 24 ore prima della formale partenza dell’attività della Venti.Due Costruzioni, il Comune di Caserta stabilisce l’inizio della procedura tramite affidamento diretto dei lavori di ripristino degli alberi in città, per una somma di 50 mila euro tondi tondi.

Ovviamente, una procedura diretta con ditta di Paolo Barone pescata dal Mepa, che poi, ci piacerebbe sapere, una volta e per tutte, come funziona quest’altra porcheria di Stato, questo elenco custodito presso il ministero dell’Economia, una compilazione piena di armadi, a loro volta, pieni di scheletri, che consente a imprese la cui attività è nata da 3 giorni, di accreditarsi in questo elenco.

Giusto per coglionare il mondo, nella determina di aggiudicazione viene anche citato, così come scrivemmo già a suo tempo, un ribasso-beffa del 3,02% presentato dalla ditta con sede a Villa di Briano. La pietanza confezionata nella rinomata, anzi rinomatissima cucina degli orrori del grande chef Franco Biondi, dirigente (a tutto) del Comune di Caserta.

Secondo caso: da Franco Biondi al fratello Giulio Biondi, potente, stagionato e, al pari del suo germano, inscalfibile dirigente ai Lavori Pubblici al Comune di San Nicola la Strada. Manco a dirlo – si tratta realmente di una feroce evocazione – , lo stesso ente che Nicola Schiavone affermò di tenere a suo libro paga e sotto il suo controllo durante la conversazione con Apicella.

L’appalto di cui ci siamo occupati in questi giorni (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO), riguarda i lavori di manutenzione dell’arredo urbano. In realtà gli affidamenti sono due, una coppia di appalti fotocopia. Anche in questo caso, ad aggiudicarselo sono due imprese dell’agro Aversano, a dimostrazione del fatto che in questo momento, in provincia di Caserta, le ditte provenienti da questo territorio, molte delle quali godono di un vantaggio competitivo che parte da lontano e che – a nostro avviso – altera sensibilmente i principi della concorrenza.

Il più recente vale circa 125mila euro, costituenti la base d’asta, e se l’aggiudica la Gallo Costruzioni di Villa di Briano, nota anche come la nostra “ditta per l’estate“, avendone già ampiamente verificate le mosse, proprio durante i mesi di giugno, luglio e agosto scorsi, in merito alla sua febbrile attività, svolta, in quel caso, al servizio della provincia di Caserta in una procedura di gara per la manutenzione stradale.

L’altro intervento sull’arredo urbano del Comune di San Nicola la Strada, remunerato con un importo maggiore, circa 150 mila euro, invece, prende la strada della Cogei di Villa Literno, un’azienda nata 20 giorni prima che il dirigente Giulio Biondi firmasse il documento di indizione della procedura di gara.

Insomma, una sorta di mania, di vizio di famiglia targato Biondi.

Ma si sa, Franco è il vero talento di casa e non si è fermato con il 25enne di Casapesenna.

Per i lavori della costruzione dell’Urban Center, ovvero quel cantiere infinito che si trova ai piedi del municipio, sotto al porticato di palazzo Castropignano il comune ha messo in campo mezzo milione di euro, finanziato dall’Unione Europea.

Non volendo entrare nel merito della funzionalità di questa costruzione, visto che al comune Marino, Biondi e compagnia non sanno cosa farci all’interno, nonostante il racconto che viene fatto di “un luogo d’incontro per la cittadinanza” e frase senza senso simili, vi diciamo che la gara d’appalto per questi lavori se li è aggiudicati un consorzio, il Consorzio CO.I.CA, così come emerge dalla determina di “aggiudicazione con efficacia” del 19 aprile 2021.

Si tratta di un gruppo di aziende locali che ha i suoi uffici in Viale degli Aranci. Questo consorzio ha affidato l’esecuzione di lavori alla CLG Costruzioni, con sede legale in via Petrarca, a Caserta.

L’azienda ha iniziato la sua attività nel febbraio del 2018 e il primo atto è stato una cessione del ramo d’azienda che il 64enne Antonio Della Corte ha fatto nei confronti della stessa società.

Evidentemente, si tratta di un’azienda a gestione familiare, in considerazione del fatto che le quote del capitale sociale, 10 mila e duecento euro, sono divise tra Ciro, Amalia e Giovanni Della Corte. Persone che facilmente riteniamo collegabili parentalmente all’appena citato Antonio Della Corte, imprenditore di Villa di Briano.

E allora il nostro ragionamento non reggerebbe: l’azienda nasce tre anni prima dell’aggiudicazione con efficacia firmata dal dirigente Biondi. Ma andiamo un po’ più indietro. 11 maggio 2018: ovvero la data in cui la giunta comunale approva il progetto della costruzione dell’Urban Center. E qui dall’inizio attività della CLG al documento del comune di Caserta di riferimento non ci passano più tre anni, bensì tre mesi. Una gran bella differenza e un’altra analogia tra il modus operandi del comune di Caserta e quello di Nicola Schiavone.ù

Finita qui? No. Chiudiamo, infatti, con lavori di collegamento viario tra via Volta e via Caracas.

La procedura di gara per questi lavori è stata indetta i 20 dicembre 2019 e l’appalto è stato vinto da un consorzio denominato Ciro Menotti, uno dei big dei lavori pubblici in Italia che a Caserta e dintorni ha già operato negli ultimi anni.

Un’altra impresa, poi, la DDC Costruzioni, è stata designata dal Ciro Menotti come impresa esecutrice di questi lavori dal valore di oltre 700 mila euro, un costo poi diminuito a 658.446,12 euro, dopo l’offerta presentata in fase di gara con ribasso del 7,17%.

La DDC abita a Caserta in via Fratelli Correra, nel centro del capoluogo, ma che pare evidente che abbia il cuore nell’agro Aversano. Luigi Cataneo da Arzano è il presidente del consiglio di amministrazione, mentre il resto del CdA si completa con il il 48enne di Villa di Briano Antonio Del Greco e la signora Luciana Diomajuta da Aversa, classe 1969 la quale, oltre a essere membro di un consiglio di amministrazione di un’impresa che lavora su gare da quasi un milione di euro, sta puntando ad essere un’assistente nelle scuole, avendo fatto domanda come personale ATA amministrativo.

Ma nel luglio 2021, ovvero a quattro mesi dall’aggiudicazione della gara alla Menotti/DDC, lo stesso Consorzio decide di sostituire questa impresa con un’altra sua consorziata, una cooperativa di Ravenna, la Tregi.

Qui inizia una specie di gioco di scatole cinesi, società che al loro interno hanno altre società, con altre società (dell’agro aversano) all’interno. Ciro Menotti, che è un consorzio, un agglomerato di imprese, nomina come società esecutrice dell’appalto che si è aggiudicato la Tregi, che è, a sua volta, un consorzio, un agglomerato di imprese.

La Tregi nomina una ditta che fa parte del suo gruppo di imprese: la Edil Idea srl, con sede ad Aversa. Ed eccolo l’agro che ritorna prepotentemente.

Andando a leggere un po’ le carte di questa azienda, vediamo che ha un solo amministratore unico e un capitale sociale da € 2.500. L’unico socio titolare è il signor Vincenzo Marino, residente a Lusciano, possessore di tutte le quote dell’impresa. Questa azienda, quindi, sarà al comando di lavori da 700 mila euro nonostante il primo vagito sia stato emesso il 25 settembre 2019, 85 giorni prima della partenza della procedura di gara che si trova adesso tra le mani.

Basterebbe questa cronistoria per parlare giustificare quel concetto di analogie di cui parlavamo in principio. Ma di affidamenti a giovani promesse usciti fuori dal comune di Caserta ne abbiamo trovato un altro, come gli altri, a firma del dirigente Franco Biondi.

Il 14 giugno scorso il comune di Caserta attiva la procedura per l’affidamento diretto dei lavori di manutenzione e incremento di arredo urbano (stessa cosa avvenuta a San Nicola) e il dirigente Franco Biondi decide che tra le varie ditte che si possono contattare sul Mepa la migliore è una società che ha iniziato la sua vita 5 mesi prima, il 17 febbraio 2022.

Alla G.P.M. Services di Limatola, ma con sede legale anche a Caserta, in via Ferdinando Rossi, viene chiesto di fare un’offerta rispetto all’importo dei lavori di 44 mila euro e 700 euro. Nella ditta casertan-limatolese presumiamo non credevano ai loro occhi: un’azienda appena nata che viene scelta in maniera diretta da un comune capoluogo per lavori da oltre 40 mila euro. L’amministratore unico dell’impresa, Giuseppe Marotta, presenta un ribasso del 5%, il comune lo accetta e vissero tutti felici e contenti: Biondi (Franco) firma l’aggiudicazione a questo nuovo talento di cui non si sa assolutamente nulla e nulla si trova online (vi sfidiamo a scoprire qualche informazione in più sul web relativamente alla G.P.M.).

IN CALCE ALL’ARTICOLO L’AGGIUDICAZIONE ALLA GPM E LO STRALCIO DELL’ORDINANZA