LE PERQUISIZIONI. Dda in azione per le criminali proroghe ad Ecocar. I presunti altri giornali dovrebbero andare a nascondersi

13 Novembre 2018 - 16:31

CASERTA(g.g.) Tutti quelli che oggi scrivono delle proroghe attribuite alla Ecocar dovrebbero andarsi a nascondere, magari continuando pure a fottere quattrini dal sistema inquinato della informazione marchettara di questa città e di questa provincia e che della corruzione ontologica della stessa è causa per quanto riguarda i cosiddetti giornali istituzionali e anche effetto per quel che riguarda invece i questuanti degli ultimi 20 anni che spacciano per correttezza dell’informazione l’auto censura quotidiana. Questo sistema non cambierà, ma almeno in occasioni come quelle di stamattina, tacete.

Perchè se la Dda stamattina, ha mandato i carabinieri a perquisire le case di Carlo Marino e di Marcello Iovino, è molto probabile che questo sia capitato per la denuncia costante, per lo stillicidio faticoso di articoli che questo giornale ha pubblicato negli ultimi 3 o 4 mesi su quello che noi consideriamo un atto criminale, cioè la messa a punto e la realizzazione delle condizioni affinchè una impresa, colpita da interdittiva antimafia, stiamo parlando della Ecocar di Peppe la porchetta e della sua band di figli, nipoti e altri soggetti estroversi, continuasse a esercitare il servizio di raccolta a un milione e 60 mila euro al mese. Per

la gioia della porchetta e dei suoi accoliti, grazie a una serie di proroghe trimestrali.

Quando parliamo della “realizzazione delle condizioni”, ci riferiamo alla sapiente regia di qualche mente raffinata, con evidente attitudine al male, che (come si usa al comune di Caserta, parlando di un’altra modalità speculare a questa, seppur meno plateale, attraverso cui i provvedimenti scomodi dei dirigenti vengono da questi scritti in modo che il Tar li annulli), dicevamo, di qualche mente raffinata che ha, alla scadenza del contratto quinquennale con Ecocar, collocato la procedura del nuovo appalto in un tempo, rispetto al quale, la vergognosa lentezza conosciuta e collaudata della presunta stazione unica appaltante, avrebbe sicuramente, conoscendo quei dirigenti molto bene le tempistiche del provveditorato alle opere pubbliche, rappresentato una garanzia per almeno un annetto di proroghe.

La temporalità della scrittura del bando, la sua prima revoca, la sua riscrittura sono state dunque, secondo noi, le tappe di un programma premeditato e funzionale ai 13 milioni di euro e passa che al comune di Caserta hanno inteso far guadagnare alla Ecocar interdetta dall’antimafia, dopo i 56 milioni di euro dei 5 anni del contratto iniziato nel 2012 e terminato nel 2017.

Noi non ci siamo mai arresi e mai ci arrenderemo di fronte a certi ritardi, a volte sconcertanti, della magistratura inquirente. D’altronde, non ci siamo mai agitati per queste cose, perchè CasertaCe non ha mai scritto affinchè la magistratura intervenisse e quando abbiamo ad essa mosso qualche rilievo, lo abbiamo fatto solamente perchè nella chimerica Costituzione italiana, c’è un articolo con cui ancora oggi ci auto coglioniamo, il quale recita, anzi blatera della obbligatorietà dell’azione penale-

CasertaCe non ha l’obiettivo di far arrestare le persone, ma quello di denunciare la violazione delle leggi e il cattivo uso del denaro pubblico.

L’appeno citato esercizio dell’azione penale tocca ad altri. Oggi la dda si è mossa, ma ciò non cambia nulla in quello che sarà il nostro modo di agire rispetto alla strage continua della legge che viene consumata negli enti di diritto pubblico di questa provincia.