😝 😝 ASI, SENTITE L’ULTIMA: la Pignetti vuole fare ora le assemblee di ambito, azzerando le fondamentali delibere del consiglio generale. Manco il didattore cannibale Idi Amin Dada. Ma i colpevoli sono quelli della compagnia De Luca-Marchiello e Giosy Romano

11 Febbraio 2021 - 12:54

La notizia è pressochè ufficiale e menomale che noi viviamo da 20 anni nel lavoro di questa provincia e quindi non ci lasciamo stupire più da nulla 

 

CASERTA – (Gianluigi Guarino) Ormai il problema non è più rappresentato dalla presidente Raffaela Pignetti. Il problema si chiama Regione Campania e ha a che fare con l’apparato, con il reticolo fitto di relazioni politiche e non politiche che si è creato attorno a grandi interessi che si muovono dentro alle aree industriali. Ecco perchè ieri abbiamo dedicato un titolo al signor Giosy Romano, il quale si crede un vero e proprio castigamatti, una sorta di sciamano, in grado di gestire politicamente l’Asi di Napoli, facendola sotto il naso a tutti ed elargendo, da cattivo maestro, esempi come quello del famoso blitz (ancora sub iudice) con il quale la Pignetti si garantì altri 5 anni di presidenza.

Dunque, una presidente che ha fatto una roba del genere, figuriamoci se ora “si mette paura” a convocare gli ambiti e come se niente fosse, come se questi fossero scaduti da un giorno, tenere le assemblee per l’elezione dei rappresentanti. E figuriamoci se una che ha gestito il Consorzio Asi come l’ha gestito la presidente Pignetti possa

avere remore nel riconvocare il consiglio generale, anzi anche quello dell’anno scorso, dicendo, va bè, ci siamo sbagliati, non vale niente tutto quello che abbiamo deliberato e soprattutto tutto quello che abbiamo deliberato, facciamo finta che non abbia inciso in nulla nella gestione dell’ente pubblico, manco si trattasse dell’approvazione del manuale delle giovani marmotte.

Dunque, facciamo adesso le assemblee perchè qualcuno ha sollevato il problema, altrimenti non l’avremmo mai fatte, cestiniamo le deliberazioni degli ultimi 2 bilanci perchè anche il primo è stato approvato più di 45 giorni dopo la scadenza degli ambiti, e cominciamo daccapo come se niente fosse, con un’unica costante: io continuo a fare la presidente. Perchè è giusto, perchè è serio, perchè è equo, anzi è normale dentro alla cornice valoriale, pardon, dis-valoriale che regge le relazioni socio politiche ed economiche in questa provincia, che la presidente la continui a fare una persona che gestisce la res publica in questa maniera.

E allora, il problema, come scritto prima, non è la Pignetti, ma la Regione Campania; il problema è costituito da chi protegge questi meccanismi, in quella filiera politico economica, ci riferiamo Giosy Romano (AL RIGUARDO CLIKKA QUI) e all’assessore alle attività produttive Marchiello che alle ultime elezioni regionali ha lavorato in appoggio, non a caso, alla lista di Giosy Romano.

In questi giorni avranno trovato mille cavilli per aggirare delle norme che sono talmente chiare, da non poter, sulla carta, essere aggirate. Ma nel momento in cui il “potente usa il potere” sapendo che i titolari delle azioni giudiziarie sono impegnati in tante altre cose, dicevamo, quando il potente usa il potere e non il diritto, perchè sa che il primo prevale sul secondo, allora non c’è più niente da discutere.

E sapete perchè? Perchè noi di CasertaCe siamo in questa vicenda, perchè noi siamo in questa trama, partendo dal presupposto della democrazia, la quale ci fa sopportare le pene che abbiamo sopportato dovendoci difendere dalle azioni giudiziarie che la Pignetti non ha pagato con i suoi soldi ma con più di 60mila euro prelevati dalle casse pubbliche, quelle che vengono rimpinguate da imposte, tasse e tributi con la complicità dei componenti del consiglio direttivo, cioè del signor Comunale, del signor Rizzieri, del signor Tamburrino.

Abbiamo sopportato l’offesa della iniquità, confrontandoci con chi buttava sul tavolo 50, 60 o 70mila euro, non preoccupandosi di dover ricorrere ai propri soldi, a fronte della nostra povertà materiale, procedendo senza paura con la nostra ricchezza morale solo perchè esiste e solo perchè riteniamo di operare in un regime democratico. Ma nel momento in cui la Regione Campania come sembra prefigurarsi in queste ore (ecco perchè il problema non è rappresentato dalla Pignetti), si avvia ad avallare una procedura che nemmeno il didattore cannibale dell’Uganda Idi Amin Dada Oumee avrebbe avuto il coraggio di applicare, allora non stiamo più parlando di democrazia, ma di sopruso, di un potere arrogante, di una dittatura che abbatte e disprezza il diritto.