MARCIANISE. Velardi disprezza il popolo. Un ragazzo di 32 anni muore di Covid e lui attacca una mamma per un apostrofo

7 Dicembre 2020 - 16:22

MARCIANISE – Antonello Velardi disprezza il popolo.
Noi l’abbiamo scritto tante volte, per cui rifacendolo oggi corriamo il rischio di essere considerati ridondanti.

Da quando il sindaco di Marcianise si è visto rifilare un 4- al suo illeggibile componimento, con il quale ha risposto all’interrogazione presentata dai 9 consiglieri d’opposizione sulle turpitudini che la rappresentanza marcianisana compie all’interno del Consorzio Idrico, si è messo a fare il professorino.

Non sappiamo se questa manifestazione ostentata e pedante sia frutto di una inconfessabile rabbia davanti agli sfottò con i quali sottolineano una consistenza culturale molto al di sotto di quella che dovrebbe essere il grado di preparazione e di solidità cognitiva di uno che afferma di essere un uomo di ingegno e che, da uomo di ingegno, dice lui, ha svolto la funzione importante di caporedattore centrale de “Il Mattino” (quandanche ingloriosamente terminata con un licenziamento per giusta causa, che se per “Il Mattino” è giusta, ci sarà anche un fondamento di verità).

Se è così, ce ne compiacciamo, perché l’uomo che non doveva più chiedere a Facebook tre volte al giorno chi fosse il più bello del reame, è rientrato nel social come un caterpillar, rendendo più esplicito il disprezzo che nutre per il popolo dei semplici.
Una donna che di nome fa Rosanna De Filippo, una madre di famiglia che si pone il problema e si fa agitare dal dubbio fondato intorno al rischio di una riapertura delle scuole, frutto della dichiarazione di zona arancione per la Campania, incassa una risposta che se non ci fosse Velardi di mezzo meriterebbe veramente una valutazione attinente alla sfera della psichiatria.

La De Filippo, di fronte alle risposte proterve che naturalmente Velardi ha cominciato a dare a tutti i concittadini che contestavano la sua decisione di consentire la riapertura delle scuole, ha segnalato la drammatica notizia, da noi già pubblicata ieri pomeriggio, della morte di un ragazzo di 32 anni, impiegato da anni all’Asl di Marcianise e nativo di Casoria.

Quella morte, che secondo chi conosceva il ragazzo è stata causata dal Covid e basta, visto e considerato che la vittima non aveva alcuna patologia pregressa, induce la mamma marcianisana a dire al sindaco “ci vada lei a scuola”.

Ora, un uomo politico che dovrebbe riassumere in sé anche la disponibilità, la temperanza, a incassare critiche più o meno fondate, a compiere il dovuto atto di generosità di diventare anche parafulmine nel momento in cui il popolo è fondatamente preoccupato per quello che sta succedendo, ci si aspetterebbe una risposta dialogante.

Peraltro, uno che ha avuto tanto nella sua vita, riuscendo fino ad oggi a fuorviare con abilità i suoi datori di lavoro, fa valere questa sua condizione, che è parte anche del ruolo di sindaco della terza città della provincia di Caserta, dovrebbe provare a volare un po’ più alto, promuovendo un confronto raziocinante.
E invece leggete cosa risponde: nota l’errore ortografico di questa mamma che inavvertitamente ha utilizzato l’apostrofo dove non ci voleva (“un’altro”).
Scrive il sindaco: un altro è maschile e non vuole l’apostrofo.

Se uno legge solo la risposta, oltre a costruire in sé seri dubbi sulla capacità del soggetto in questione di svolgere una funzione di tipo rappresentativo, pensa che dall’altra parte ci sia stata una provocazione, un insulto, un’affermazione gratuita finalizzata solo a colpirlo. E invece non è così: quel morto era ancora caldo e quel “un’altro”, con apostrofo o senza, era l’indicazione diretta di una persona morta a soli 32 anni.

L’apostrofo, dunque, caro professore Velardi, parafrasando un personaggio nobilmente antitetico rispetto a lei, si trasforma da rosa a nero (tra le parole ti odio), ma soprattutto denota una spocchia classista, neolatifondista, che noi avevamo già colto chiaramente nella nota vicenda dei posti riservati e perimetrati riservati agli amici suoi e ai presunti vip della città di Marcianise, a pochi passi dal palco del concerto della festa del Crocifisso di alcuni anni fa.
Cioè quando Velardi, non in grado di replicare ad una ragazza che gli faceva notare l’assurdità anacronistica di quelle sedie, le chiese le generalità, cercando di sapere “a chi fosse figlia”, realizzò un’operazione molto simile a quella dell’apostrofo.

Lui non accetta di discutere. Ogni giorno dice che il sole sorge ad ovest e insulta tutti quelli che affermano, giustamente, che sorga ad est.
Oggi il sindaco di Marcianise non ha accettato, questo è il concetto fondamentale, di misurarsi sul contenuto di una contestazione e ha reagito sottolineando e marcando odiosamente le differenze, che oggi sarebbero culturali, perché l’accento non ci vuole mentre chissenefrega del 32enne che è morto, e ieri erano censuarie nel momento in cui chiedeva incomprensibilmente alla ragazza di chi fosse figlia.

Come sempre, senza aver la pretesa di avere per forza ragione, abbiamo cercato di spiegare senso e contenuto della nostra affermazione iniziale: Velardi disprezza il popolo (leggete, in calce, altri esempi di risposte sprezzanti).