VACCINI COVID. Come funzionano le dosi della Pfizer? E quando ci sarà la vaccinazione di massa? Le risposte a queste domande
27 Dicembre 2020 - 12:59

CASERTA – E’ iniziato oggi il percorso verso la vaccinazione completa (lo si spera) della popolazione italiana per contrastare l’epidemia di covid-19 in Italia.
Il vaccino anti-Covid sviluppato dall’americana Pfizer e dalla tedesca BioNTech fornisce all’organismo umano ‘istruzioni genetiche’ che gli permettono di riconoscere e combattere il coronavirus Sars-CoV-2. A ricordare il meccanismo d’azione del prodotto scudo è l’Agenzia europea del farmaco Ema, che ha dato il suo via libera all’autorizzazione condizionata per l’immissione in commercio del vaccino in Ue.
Il calendario delle vaccinazioni
L’obiettivo per raggiungere l’immunità di gregge è vaccinare il 70% della popolazione, ossia qualcosa come 42 milioni di italiani. Se tutti i processi autorizzativi andassero a buon fine l’Italia potrebbe contare sulla disponibilità delle seguenti dosi: per il contratto con AstraZeneca 40,38 milioni di dosi, per il contratto con Johnson & Johnson 53,84 milioni di dosi, per il contratto con Sanofi 40,38 milioni di dosi, per il contratto con Pfeizer-BioNTech 26,92 milioni di dosi, per il contratto con CureVac 30,285 milioni di dosi, per il contratto con Moderna 10,768 milioni di dosi. Da gennaio si potrebbe partire con la vaccinazione in base alle fasce di priorità individuate. Poi si procederà alla vaccinazione di massa della restante popolazione, verosimilmente tra primavera ed estate.
Come sappiamo, sono tre le categorie che avranno la priorità nella somministrazione del vaccino. La prima è quella degli operatori sanitari e socio-sanitari.
La seconda categoria è quella dei residenti e personale dei presidi residenziali per anziani, questo a causa dell’alto rischio di malattia grave a causa dell’età avanzata, la presenza di molteplici comorbilità e la necessità di assistenza per alimentarsi e per altre attività quotidiane.
La terza categoria è quella delle persone in età avanzata. Un programma vaccinale basato sull’età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale. In particolare parliamo di 1.404.037 persone tra gli operatori e lavoratori sanitari e socio-sanitari; 570.287 persone tra personale ed ospiti dei presidi residenziali per anziani; 4.442.048 anziani over ottant’anni; 13.432.005 persone dai sessanta ai settantanove anni; 7.403.578 persono con almeno una comorbilità cronica.