NEONATA UCCISA. Lascia il carcere di S. Maria C.V. il padre accusato di avere ucciso la piccola AURORA
3 Dicembre 2023 - 10:45
Emanuele Savino e Anna Gammella rispondono di omicidio in concorso.
SANTA MARIA A VICO. (r.s.) Anche il tribunale del Riesame ha respinto l’istanza di scarcerazione dei genitori della piccola Aurora Savino, morta il 2 settembre scorso ad appena 45 giorni di vita. Dopo il no alla revoca delle ordinanze di carcerazione, da parte del gip Maria Pasqualina Gaudiano, anche il tribunale della Libertà ha, dunque, rigettato le richieste presentate dagli avvocati Davide Pascarella, difensore della 19enne Anna Gammella, e Carlo Perrotta che assiste, invece, Emanuele Savino. Manca solo l’ufficialità ma, visto che il ricorso è stato discusso dai due legali lo scorso venerdì, se ci fosse stato un esito positivo, il Riesame avrebbe reso pubblico il dispositivo in tempi limitati. Quelle che sono le procedure tipiche del tribunale della Libertà fanno, infatti, ritenere ai due avvocati difensori che l’istanza sia stata, dunque, respinta.
Emanuele Savino, tra l’altro, ha lasciato, pochi giorni fa, il carcere di S. Maria Capua Vetere ed è stato trasferito nel penitenziario di Bellizzi, in provincia di Salerno, pare per ragioni d’ufficio interne al Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. La Gammella, invece, resta rinchiusa nel carcere di Pozzuoli. La 19enne è incinta del suo quarto figlio.
Anna Gammella ed Emanuele Savino, genitori di Aurora e di altri due bimbi che si trovano ora in una comunità protetta, sono stati arrestati lo scorso 14 novembre nella loro abitazione di Santa Maria a Vico. Hanno negato fin dall’inizio ed anche nel corso dell’interrogatorio di garanzia, gli addebiti mossi dalla Procura sammaritana.
Le indagini, però, hanno rivelato un’altra verità: sul corpo della bambina erano state riscontrate diverse scottature, oltre a lividi ed ecchimosi.
Per gli inquirenti, il padre l’avrebbe colpita violentemente alla testa, causandole “un trauma contusivo-concussivo cranio-facciale, da cui sarebbe derivata una duplice frattura ossea e un ematoma subdurale emisferico sinistro, produttivo di encefalopatia da ipertensione endocranica”. Dopo le violente percosse, inoltre, la piccola sarebbe stata abbandonata a sé stessa e lasciata morire con il sopraggiungere di un arresto cardio-circolatorio.
La tesi accusatoria della Procura nasce soprattutto dagli esiti dell’autopsia. Per gli inquirenti, a sferrare quel colpo mortale alla testa della neonata sarebbe stato il padre. Non solo: entrambi i genitori, pur avendo constatato la situazione di gravi sofferenze della figlia, non l’hanno poi fatta visitare da nessun medico, né condotta in ospedale, cagionandone così la morte. I due non hanno mai sottoposto la bambina a controlli o visite mediche, dalla nascita e fino alla morte, ricorrendo, tra l’altro, a cure “fai da te”, utilizzando rimedi inadeguati, quali applicazioni di strutto sulle ferite. In poche parole pratiche medievali su una bimba appena nata…