NOTIZIE DAL COMUNE DI CASERTA

LA NOTA. Noi attacchiamo Zannini, Colombiano, Cappello, Marino e finanche Fattore? Sciocchezze. Solo la mentalità drogata di questa terra può accusarci di ciò

Mai nulla di personale abbiamo avuto nei loro confronti e nei confronti di tutti quelli che si sono sentiti toccati. Ma è normale nella anormalità che i nostri articoli vengano considerati attacchi personali perché la Provincia di Caserta è totalmente invalida, mancante di un pezzo della civile convivenza: l’etica pubblica, l’etica della cittadinanza, il rispetto per la res publica, del denaro dei cittadini che non dovrebbe essere oggetto di attività predatoria

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Carlo Marino al Tar senza l’avvocato amico di Bernardo Mattarella. Ha detto che il clan Belforte non esiste più. Roba da Tso

Del tutto interlocutoria l’udienza di ieri su una richiesta di sospensiva che lo stesso attore non ha più perseguito. E indovinate un po’ chi si è costituito contro l’interdittiva antimafia, la Prefettura e il Ministero? Ma naturalmente i suoi amiconi della stazione appaltante, chiamiamola così, dell’Asmel. Per quanto riguarda i Belforte, chi si costituirà contro Marino nell’udienza di merito di febbraio prossimo, scriverà almeno tre o quattro pagine con prove inconfutabili che il clan dei mazzacane è vivo e vegeto

IL VIDEO REGGIA DI CASERTA. Arrestato 58enne: ha messo a serio rischio l’ecosistema dei Giardini Reali rubando dall’Acquedotto Carolino

Mediante il danneggiamento di una vasca borbonica dello storico Acquedotto Carolino (bene tutelato dall’ Unesco), avrebbe realizzato un allaccio abusivo che gli permetteva di sottrarre fraudolentemente l’acqua dalla citata conduttura e di trasportarla per 145 metri, attraverso un sistema di tubazioni in polietilene, fino al citato terreno in suo uso, prospiciente il muro del Bosco di San Silvestro della Reggia di Caserta (anch’esso protetto dall’UNESCO e Patrimonio dell’Umanità)

Ecco perché alla Provincia e negli altri enti c’è il pericolo di una camorra che trionfa. Il caso dei lavori da 65 mila euro affidati alla ditta che per Schiavone O’Russ era schermata da prestanomi

E attenzione, Nicola Schiavone O’Russ, condannato per camorra rispetto alle attività imprenditoriali da lui portate avanti, dichiara che tanti suoi colleghi avevano difficoltà a vincere gli appalti per problemi di antimafia e dovevano usare prestanomi. Si tratta di un passaggio presente in un’informativa che in mano a noi ha un valore diverso, visto che il lavoro di connessione con l’appalto della Provincia di Caserta è frutto delle nostre conoscenze e non presente nelle carte di indagine