PISCINA OLIMPICA DI VIA LAVIANO. Ecco tutta la verità sulla chiusura. Indagato un funzionario della Provincia

11 Maggio 2025 - 19:30

La SCIA del 2018 è scaduta nel 2023. E meno male che la caduta della plafoniera ha reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco

CASERTA – A qualche giorno di distanza dall’ultimo articolo, siamo riusciti a mettere a fuoco con precisione il dettaglio dei motivi per i quali da 40 giorni è chiusa la piscina olimpica di via Laviano, a Caserta, con gravi ripercussioni per i lavoratori collegati alle associazioni che gestiscono le attività sportive, soprattutto a favore dei bambini e spesso dei bambini con disabilità, e delle famiglie di questi ultimi.

Nell’articolo in questione (puoi leggerlo cliccando QUI)

abbiamo parlato genericamente di una SCIA. Quando, ad inizio aprile, i vigili del fuoco sono stati chiamati a compiere una verifica, dopo la pericolosa caduta di una plafoniera, i medesimi hanno anche effettuato un controllo sulla sicurezza dell’impianto.

Ma andiamo per ordine. Nel 2018, l’amministrazione provinciale di Caserta presenta una SCIA Antincendio, ai sensi del decreto 151 del 2011. Questa riguarda la palestra e la centrale termica da dove veniva erogato il servizio di riscaldamento. Questa SCIA valeva per 5 anni e, dunque, scadeva nel 2023.

Semplificando i concetti, in modo da essere chiaro per tutto il significato, potremmo dire che scia antincendio è una comunicazione da inviare ai Vigili del Fuoco per dichiarare di aver messo in regola tutti gli impianti e le misure contro gli incendi. Serve per iniziare o continuare a lavorare in sicurezza, e viene richiesta per attività a rischio.

In questi giorni si è scoperto che l’Ufficio Tecnico della Provincia, che sanno bene i lettori di CasertaCe in quale faccende è affaccendato, ovvero truccare procedure d’appalto, non ha fatto nulla.

Sarebbe bastato utilizzare un tecnico con i requisiti definiti con il codice 818, cioè per l’asseverazione, e questo avrebbe permesso il tacito rinnovo per altri cinque anni. E invece nulla.

Quando il lampione è caduto, la squadra Antincendio dei vigili del fuoco ha verificato nel suo ufficio che dal 2023 la piscina di proprietà dell’amministrazione provinciale non era coperta dalla SCIA, così come prescrive la legge.

Come spesso capita quando non c’è da fare imbrogli, ma c’è da lavorare a favore dei cittadini, l’Ufficio della Provincia se n’è uscito con una dichiarazione abborracciata nella quale si diceva di aver messo a posto il lampione e che, dunque, non c’erano pericoli imminenti.

Naturalmente, i vigili del fuoco hanno rispedito al mittente la dichiarazione, ribadendo il problema della SCIA scaduta. Automaticamente, avendo anche personale che svolge funzioni di polizia giudiziaria, i pompieri hanno denunciato tutto ai sensi dell’articolo 1, comma 758, della legge Finanziaria del 1994 che regola proprio le norme relative alla mancata presentazione della SCIA.

Il primo stop dei vigili del fuoco è arrivato il 14 aprile, dopo che l’impianto era rimasto chiuso per la questione plafoniera. Né, come detto, è servita la dichiarazione della Provincia, riscontrata da un diniego dei vigili arrivato lo scorso 28 aprile.

Questa situazione, come atto dovuto, è stata trasmessa agli uffici della Procura di Santa Maria Capua Vetere, la quale avrebbe inserito nel registro delle notizie di reato il nome del funzionario dell’Ufficio Tecnico provinciale, responsabile del mancato rinnovo della SCIA.

In poche parole, la piscina ha funzionato per due anni senza la copertura di una certificazione obbligatoria per legge. Ma questo non può certo stupire noi che ben sappiamo come hanno funzionato le cose negli uffici della Provincia e dell’Agis, l’ente con cui l’amministrazione gestisce – si fa per dire – gli impianti sportivi di sua proprietà.