Gino Pellegrino ritiene di poterci guardare negli occhi, ma non può. La tutela per una ditta di camorra, secondo la DDA, ed il ristoro ad all’impresa di Parete, dopo il fattaccio della gara nel suo comune

Tempo fa scrisse messaggi in cui dichiarava che non avrebbe mai accettato la carica di presidente dell’Ato Rifiuti, dopo 48 ore era pronto a sedersi su quella poltrona, da zanniniano medio generico. La scusa del “non potevamo far niente” rispetto alla Antonio & Antonio di Fioravante Palmese, accusato di cambio assegni al ministro del clan dei Casalesi, Dante Apicella, è falsa e lo dimostriamo. Il curioso caso della Vinima Costruzioni e il problema grave dei verbali di gara che mancano

I CARROZZONI DI ZANNINI. All’Ato Rifiuti vince l’appalto l’imprenditore arrestato per il cambio assegni con il clan. Salta per camorra e l’affidamento diretto da 149 mila euro va a PARETE del presidente Pellegrino e dei Falco padre e figlio

L’aggiudicazione alla Antonio & Antonio, in quei mesi premiata anche dalla Provincia di Caserta, degli imprenditori Palmese di Casal di Principe si ferma per l’interdittiva antimafia. Poi riparte, ma sono gli stessi Palmese ad allontanarsi e recedere dal contratto. E come è possibile non dubitare della nuova procedura, un affidamento diretto possibile grazie a 70 euro sotto soglia, con l’1% di ribasso, e che finisce ad un imprenditore di Parete, ovvero la città del sindaco Gino Pellegrino e di Michele e Ortensio Falco, connessi intimamente al consigliere regionale e il secondo, padre, ritenuto un vero dominus nei lavori pubblici

Falsi incidenti, 13 indagati. Coinvolti anche carrozziere e perito

Il pubblico ministero Iolanda Gaudino ha chiesto una proroga delle indagini preliminari per accertare le responsabilità delle persone coinvolte nell’inchiesta. Il meccanismo fraudolento, in parte già svelato anche grazie a un servizio della trasmissione televisiva Striscia la Notizia, ruoterebbe attorno a un carrozziere e a uno studio tecnico di fiducia